Salvini è Salvini, ma anche chi continua a credergli qualche colpa ce l’ha
Breve esempio. Poco più di due anni fa i pastori sardi sfilano al Viminale dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini. “Non mi alzo dal tavolo se il prezzo del latte non arriva a 1 euro”, tuona l’allora leader della Lega.
E poi che succede? Nulla. Nulla di nulla. Ovviamente Salvini, dopo le smargiassate in campagna elettorale, non ottiene nulla per i pastori sardi.
Non solo: ora i pastori sardi sono a processo. Sono infatti due i processi che si sono svolti questa mattina a Sassari, a carico di otto pastori che nel febbraio 2019 avevano manifestato in piazza durante le proteste per richiedere un equo prezzo del latte ovino conferito per essere trasformato in formaggio (la maggior parte Pecorino Romano).
Sono accusati di rapina, blocco stradale e danneggiamento.
Quindi: nessun risultato ottenuto in termini di prezzo del latte. E in più sono pure finiti sotto processo. Un successone.
Vedi che succede a fidarsi di Salvini.
Bombolo che si credette cigno
C’è questo tizio, mi pare si chiami Calenda, il Bombolo perdente della politica, che ogni giorno ne inventa una.
Calenda è sempre in tivù, ma proprio sempre, e ciò nonostante (o magari proprio per quello) ha sempre gli stessi voti stitici di quel che resta politicamente di Renzi. Ovvero niente.
L’incoerenza del Bombolo che si credette cigno è sublime. Riassunto degli ultimi mesi: si fa eleggere nel Pd alle Europee, molla il Pd per farsi un partito, appoggia candidati renziani (tipo Scalfarotto in Puglia) per far perdere le Regionali al Pd (invano), si candida a Roma per far perdere il Pd e ora si incazza perché i 5Stelle (che lui insulta da sempre) ricandidano la loro sindaca, come fa il Pd a Milano con Sala.
E adesso accusa il Pd di essersi fatto “scegliere il candidato dai grillini” (Gualtieri, scelto da Letta contro i grillini) e Conte di un fantomatico “voltafaccia” (perché non s’è fatto scegliere il candidato dal Pd o da Calenda).
In tutto questo, da bravo (?) destrorso minore qual è, ribadisce di preferire Bertolaso a Raggi come preferiva Fitto a Emiliano.
Se c’è da sbagliarne una, Calenda non manca mai. Infallibile come un Blissett con la labirintite sotto porta.
Genio.
(Messaggio per i tifosi ciechi nonché talora ignoranti come le capre: “Bombolo” non c’entra nulla con l’aspetto fisico. Era lo pseudonimo di un caratterista di film non proprio esaltanti. Dunque – tocca spiegarle tutte… – il senso è: Calenda sta alla politica come Bombolo stava al grande cinema. È facile, su).
Che volpe, Lucianone Nobili!
Vorrei dire che, in un paese normale, Renzi non avrebbe voti dopo il servizio andato in onda ieri a Report.
Ma Renzi non aveva già voti neanche prima.
Dirò allora che la figuraccia (l’ennesima) raccattata da questo tizio è una delle peggiori mai viste nella galassia, e che in un mondo minimamente normale uno così non sarebbe mai parlamentare.
E se anche lo fosse, dopo una roba simile si dimetterebbe all’istante. Nascondendosi poi su Marte.
Guardate, condividete e rattristatevi tutti!
Una splendida notizia
Sono partite questa mattina le perquisizioni dei carabinieri del Ros nei confronti di 11 indagati per i reati di offesa all’onore e al prestigio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e istigazione a delinquere.
Dagli accertamenti è emerso che tre di loro gravitano in ambienti di estrema destra e a vocazione sovranista.
Attenzione: uno dei perquisiti è Marco Gervasoni, professore universitario di 53 anni, risultato in collegamento con gruppi e militanti di ispirazione suprematista e antisemita tramite la piattaforma social russa VKontakte.
L’esimio professore, nato a Roma, insegna all’Università del Molise ed è una vecchia pagina anche di questa pagina. Ne parlo pure ne “La congiura dei peggiori”. Su Twitter, ma pure su giornali di destra che non cito perché altrimenti vomito, il Gervasoni scrive da temo cose non di rado irricevibili (per esempio, ma non solo, su Elly Schlein).
Tra gli indagati figurano anche un pensionato, un ottico, due giornalisti di testate online, l’impiegato amministrativo di un ospedale di Roma e uno studente.
Voi direte: dov’è la bella notizia? Risiede nella volontà, FINALMENTE, di perseguire penalmente chi usa i social come cloaca e sfogatoio. Questa cosa secondo cui sui social si può scrivere di tutto DEVE finire.
Un’ultima cosa: ho cominciato anch’io, da febbraio, a querelare a nastro chi mi insulta sui social. Ho già depositato più di sessanta querele. E ne arriveranno tante, tante, tante altre. Nei prossimi mesi saranno in tanti ad avere mie notizie. E sarà un piacere tutto mio.
Solidarietà piena al Capo dello Stato.
La partecipatissima assemblea di Italia Viva con Calenda
Questa è meravigliosa e riguarda due comici involontari contemporanei, “Zdanov” Nobili e “Bombolo” Calenda. Una coppia strepitosa, anche se spiace per l’assenza del Poro Asciugamano: il “Trio Tripudio” sarebbe stato al completo.
Il primo, cioè tal Nobili, quello che ieri ha raccattato una figura da fenomeno a Report che ne bastava la metà, ha ancora voglia di coprirsi di ridicolo. E ci riesce.
L’ultrà di quel che resta di Renzi pubblica infatti tutto garrulo l’immagine di una “partecipatissima assemblea di Italia Viva” con Calenda (che culo!).
Per rafforzare il concetto e la notizia irrinunciabile, il simpatico Nobili pubblica anche uno screenshot dell’allegra adunanza.
Solo che gli sfugge qualche “doppione”.
Sono fantastici.
(Messaggio per i tifosi ciechi nonché talora ignoranti come le capre: “Bombolo” non c’entra nulla con l’aspetto fisico. Era lo pseudonimo di un caratterista di film non proprio esaltanti. Dunque – tocca spiegarle tutte… – Calenda sta alla politica come Bombolo stava al grande cinema. È facile, su).
Ogni tanto una bella notizia. Una bella storia. Una bella vita
Volete una storia di redenzione da film, solo che è tutto vero? Eccola.
Tani ha 7 anni e fugge dalla Nigeria con la madre, il padre e il fratello nel 2017, per scappare dall’orrore e dalle violenze di Boko Haram.
La famiglia approda a New York. Il papà si guadagna da vivere come autista Uber di giorno e addetto alle pulizie di notte, ma i soldi sono pochi.
Tani si appassiona agli scacchi. Viene ammesso gratuitamente dal suo istituto. Dopo un solo anno di allenamento, vince il campionato studentesco.
La sua storia commuove il mondo. Nel 2019 su GoFoundMe vengono raccolti 250mila euro per lui e la sua famiglia. Arrivano anche soldi per pagare l’affitto per un anno in un appartamento tutto per la famiglia, che finalmente può lasciare il centro di accoglienza e trasferirsi in una casa vera.
I genitori di Tani, per sdebitarsi, decidono di impegnare parte di quei soldi in una fondazione che si occupa di rifugiati ed immigrati che cercano in America un futuro migliore, come hanno fatto loro.
Intanto Tani non si ferma. Ad aprile partecipa in Connecticut a un torneo per giocatori di livello avanzato di ogni età. Batte tutti e ottiene il titolo di “maestro”.
A 10 anni è 7 mesi, è il 28simo bambino “maestro” più giovane di sempre. E il prossimo obiettivo è diventare “gran maestro”.
Ogni tanto una bella notizia. Una bella storia. Una bella vita.
Infatti lo ha detto Salvini
“Chiudere in casa gli italiani alle dieci mentre nelle stesse ore sbarcano migliaia di immigrati mi sembra senza alcun senso”.
Lo ha detto Salvini. Ora, vi domando: cosa diavolo c’entra il coprifuoco con i migranti?
Niente.
Infatti lo ha detto Salvini. Che pochezza continua e terribile.
La bellezza dei genitori di Martina
Non so se avete appena visto l’intervista ai genitori di Martina Rossi.
Martina precipitò dieci anni fa dal balcone dell’albergo nel quale alloggiava a Palma di Maiorca. Secondo gli inquirenti, la ragazza stava cercando di fuggire da una tentata violenza sessuale.
Per la sua morte sono stati condannati Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, accusati di tentata violenza sessuale di gruppo. Quanto? La miseria di tre anni.
I suoi genitori erano stasera a Cartabianca. Non oso immaginare il dolore. Li ho ascoltati e visti. Fieri, dolci, forti. Di una meraviglia quasi accecante.
Raramente ho visto una coppia così eroica e straordinaria. La loro bellezza mi ha davvero travolto.
L’inferno iraniano per gli omosessuali
Alireza Fazeli-Monfared. 20 anni. Iraniano. Omosessuale.
Riceve un’esenzione dal servizio militare a causa delle sue “depravazioni sessuali”. Il documento viene trovato dalla sua famiglia, che scopre così la sua omosessualità.
Alireza è preoccupato dalla reazione dei membri della sua famiglia e pensa di lasciare il Paese. Ipotizza di cercare rifugio in Turchia, raggiungendo così il fidanzato.
Il 4 maggio parla un’ultima volta con la madre. Con una scusa, viene poi fatto salire in auto dal fratellastro.
A questo punto, secondo le ricostruzioni, il fratellastro e tre cugini decapitano Alireza e scaricano il corpo sotto un albero fuori dalla città di Ahwaz. Sei giorni dopo il fratellastro chiama la madre e le dice: “Lo abbiamo finito”. Il cadavere viene ritrovato sotto alcune palme. La madre viene ricoverata in ospedale per lo shock.
Le notizie a questo punto sono contraddittorie, ma pare che almeno tre persone siano state arrestate in relazione all’omicidio, avvenuto appunto il 4 maggio vicino ad Ahvaz, la capitale della provincia del Khuzestan, nel Sud-Ovest del Paese.
La giornalista locale Masih Alinejad ha confermato tale ricostruzione, aggiungendo le seguenti parole: “Attraverso le sue leggi omofobe, la propaganda anti-gay e le condanne per i delitti d’onore, la Repubblica islamica dell’Iran è responsabile di aver facilitato l’omicidio di innumerevoli membri della comunità LGBTQ”.
Tutto questo è devastante. Benvenuti all’inferno.
Cambiare idea ci sta. Perdere la faccia no
“Il Ponte sullo Stretto è un delirio onanistico di tecnocrati incapaci di comprendere e amare il mondo naturale”.
Chi lo ha detto? Quel rompipalle di Travaglio? Quello stronzo di Scanzi?
No: Mario Tozzi, professione geologo, che di queste cose dovrebbe saperne di più di certi parlamentari di terza fascia che, dopo aver giurato e spergiurato per anni “mai il Ponte sullo Stretto”, adesso si improvvisano esperti geologi per giustificare l’ennesimo voltafaccia.
Cambiare idea ci sta. Perdere la faccia no.
Nel bivio facile tra Mattarella e gli insultatori, Giorgia Meloni ha scelto i secondi
In merito alle sacrosante perquisizioni di ieri contro gli 11 fenomeni che hanno attaccato in ogni modo il capo dello Stato, Donna Giorgia si è improvvisata garantista straparlando di “un episodio che ricorda sinistramente i peggiori regimi autoritari”.
L’ennesimo delirio, dietro il quale si nasconde però – temo – il desiderio di difendere quel mondo a lei caro di fascisti-sovranisti a cui paiono appartenere gli 11 geni ora indagati.
Non solo: tra quegli 11 indagati, come detto ieri, c’è il mitologico professor Gervasoni. Emblema del sovranismo più becero e dialetticamente violento. Evidentemente Meloni preferisce i Gervasoni ai Mattarella. Ed essendo lei una politica post (post?) fascista, la cosa non stupisce.
Meloni è donna purtroppo insultata e minacciata assai spesso sui social. Con la sua forza potrebbe abbracciare e cavalcare la lotta contro gli haters, rendendo i social meno cloache e più luoghi vivibili.
Ma purtroppo la Meloni resta la Meloni. C’è poco da fare.
Un ritorno alla vita
Giulia Mazza. Violoncellista. 35 anni, originaria di Martignacco, in provincia di Udine. Sorda dalla nascita. Una disabilità provocata dalla rosolia, contratta mentre la madre era in gravidanza.
A otto mesi indossa le prime protesi acustiche. A quattro anni la folgorazione per il suono, poco dopo l’inizio degli studi con il violoncello. Giulia è un grande talento. Grandissimo.
Poi, tre anni fa, il silenzio assoluto. Di nuovo. Come alla nascita. I danni provocati dagli apparecchi acustici, indossati per anni, le provocano gravi disturbi. “Acufeni tremendi all’orecchio sinistro” che generano “una confusione pazzesca, perché suoni e rumori si mescolano”.
Giulia è costretta a togliere i vecchi apparecchi, suonando magnificamente come prima, ma senza potersi ascoltare. Avvolta dal silenzio più totale.
Vorrebbe comprare degli apparecchi di ultima generazione, ma costano troppo. A quel punto parte una raccolta online per aiutarla all’acquisto. La cifra necessaria viene raggiunta.
Giulia torna ad ascoltare e ascoltarsi. Meglio di prima. Finalmente: “Sono riuscita a sentire il rumore della pioggia, la voce delle persone attraverso le mascherine. Mi sono immersa nell’ascolto di ogni cosa”.
Sabato prossimo, nella cerimonia durante la quale le verrà consegnata la somma raccolta dall’Inner Wheel Club Padova Carf, Giulia si esibirà nella sede del Comune di Padova. Suonerà dal vivo alcune parti tratte dalla Prima suite di Bach in G major: Il preludio, Il Courante, La Sarabande.
Un concerto particolare. Una sorta di ritorno alla vita, ora e ancora.
Avere voglia di lavorare, non di essere sfruttati
Piccole (?) notizie dal mondo reale.
A Quarto (Napoli), un negozio di alimentari ha fatto un annuncio per assumere una cassiera. Il messaggio originale lo vedete qua sotto.
Bene, anzi male.
Il negozio di fenomeni opponeva la cifra mirabolante di 130 euro a settimana. Per quasi 48 ore di lavoro settimanali, sabato incluso. Tradotto brutalmente, ma fedelmente, vuol dire 2.7 euro l’ora. Sabato incluso.
E attenzione: era richiesta “disponibilità full time” e soprattutto “voglia di lavorare”, perché per una cifra così non è che puoi fare lo schizzinoso: devi proprio essere contento e avere “voglia” di lavorare.
Subissati dagli insulti, i geni hanno dovuto cancellare il post. Ma il problema esiste.
Ai tanti fenomeni che in tivù parlano dei massimi sistemi, applaudono la destra tecnocratica draghiana e bombardano reddito di cittadinanza e salario minimo, vorrei ricordare che in Italia le condizioni dei lavoratori – un tempo si sarebbe detto “il proletariato” – sono raggelanti.
Esiste o no una forza politica in grado di tutelare questo smisurato esercito di “deboli invisibili”, che ogni giorno lottano per la vita nell’indifferenza pressoché generale, lavorando come muli per paghe da galera?
Che tristezza.