Emilia se n’è andata ieri, e adesso che non c’è più capiamo quanto ci mancherà la sua presenza leggera, delicata, discreta, sorridente. Non si metteva mai in prima fila, non alzava mai la voce, non pretendeva le luci della ribalta, ma era l’ingrediente segreto senza cui un piatto non ha più il suo sapore, la sfumatura di colore che fa brillare un dipinto.
Emilia Cestelli era fiera di essere la moglie di Nando dalla Chiesa, “il professore”, come lei lo chiamava in pubblico. Sulla sua pagina Facebook aveva scritto, dritto, Emilia dalla Chiesa. Era fiera di far parte da una vita di un nucleo – Emilia e Nando erano, sono una cosa sola – che ha inventato mille cose, circoli, giornali, movimenti, centri d’impegno civile, libri, case editrici, racconti di storie, studi accademici, festival, blog. Nando ha sempre accettato volentieri di fare il frontman del gruppo, ma sapendo che senza Emilia tutto sarebbe stato più difficile o addirittura impossibile.
Quando però c’era da metterci la faccia, da scendere in campo direttamente, Emilia non si risparmiava. Lo fece ai tempi dei Girotondi, lo fece con il gruppo delle Girandole, insieme a Edda Boletti. Era capace anche di fare la leader, di battagliare in prima persona, di esigere qualità morale dalla politica.
Poi tornava sorridente e coraggiosa nella sua casa. Non è un caso che Nando concluda così, con un pizzico d’ironia, la bio di una vita piena di cose: “Soprattutto ho fondato una famiglia con Emilia. Ne sono nati Carlo Alberto e Dora, i miei gioielli, che se li avesse visti Cornelia ne sarebbe rimasta folgorata, altro che i suoi Gracchi, con tutto il rispetto”.