SENZA FRENI, PUR DI RIAPRIRE. Assume particolari sempre più inquietanti la vicenda della funivia del Mottarone, la cui caduta domenica scorsa ha provocato la morte di 14 persone. La notte scorsa sono stati eseguiti tre fermi per omicidio colposo: si tratta del titolare dell’impianto (Luigi Nerini, amministratore unico della Ferrovie del Mottarone srl), del direttore Enrico Perocchio e del capo operativo del servizio Gabriele Tadini. Due i forchettoni ritrovati, uno dei quali inserito, che impedivano l’attivazione delle ganasce d’emergenza. La procuratrice di Verbania, Olimpia Bossi, ha parlato di una decisione condivisa fra i tre “e non solo quel giorno”. E mentre è iniziato il risveglio di Eitan, il bimbo di 5 anni unico sopravvissuto alla tragedia, sul Fatto di domani vi racconteremo cosa hanno dichiarato alcuni dei testimoni e cercheremo di capire se esiste un nesso tra il freno manomesso e il cavo che si è spezzato. La domanda (retorica) che in molti adesso si fanno è se la spinta a riaprire tutto (con la Lega in prima linea) può avere un prezzo così alto.
L’AMBIENTE SVENDUTO DI TARANTO. I giudici della Corte d’Assise sono riuniti in Camera di Consiglio dal 19 maggio e nei prossimi giorni è attesa la sentenza sul presunto disastro ambientale causato dall’ex Ilva. Alla sbarra ci sono Fabio e Nicola Riva, ex proprietari dello stabilimento siderurgico, i vertici della fabbrica durante la gestione del gruppo lombardo ed esponenti della politica locale e regionale, come l’ex governatore della Puglia Nichi Vendola. La procura ha chiesto quasi 4 secoli di carcere nei confronti di 35 persone, il non doversi procedere per prescrizione per altri 9 imputati e sanzioni pecuniarie e misure interdittive per le tre società Ilva, Riva Fire e Riva Forni Elettrici. Per Vendola, accusato di tentata concussione, la richiesta di condanna è di 5 anni di reclusione, mentre quella più alta è stata avanzata per Fabio Riva e altri due ex dirigenti che per la procura dovrebbero scontare 28 anni di carcere. Sul giornale di domani ripercorreremo le fasi del processo e vi daremo conto di una norma non propriamente ambientalista che rischia di vedere presto la luce. Alla faccia dell’attenzione green del governo dei Migliori.
VITALIZI, SEMBRA BLOB MA È IL SENATO. In una seduta-farsa, questa mattina Palazzo Madama ha approvato tutte le mozioni presentate sul tema vitalizi: non soltanto quella di Pd e M5S – che chiedeva agli uffici competenti del Senato di studiare soluzioni per applicare la Legge Severino e revocare il vitalizio ai condannati come Formigoni –, ma anche quelle di Lega e Forza Italia, che con i loro voti nella commissione Contenziosa e nel consiglio di Garanzia sono stati fondamentali per restituire l’assegno all’ex governatore della Lombardia. Vi racconteremo questo surreale dibattito, avvenuto proprio nel giorno in cui venivano depositate le motivazioni della decisione dello stesso Consiglio di garanzia. Organo che, contrariamente a quanto annunciato ieri, non si è invece ancora espresso sull’altro ricorso, quello presentato da oltre 700 ex parlamentari che rivogliono l’assegno. Non proprio una giornata edificante per la Repubblica, insomma.
REGIONE CHE VAI, COVID CHE TROVI. In tutto questo l’Italia non è ancora uscita dalla pandemia. Oggi il Comitato tecnico scientifico ha corretto le linee guida delle Regioni per la ripresa delle attività economiche e sociali, con una serie di raccomandazioni: dalle docce nelle palestre, vietate, ai matrimoni e ai ristoranti. Si va verso una sorta di zona bianca rafforzata. Almeno dal punto di vista delle regole sul distanziamento perché, se andiamo a guardare la situazione vaccini, scopriamo che ognuno continua a fare di testa sua. Oggi il solito Salvini ha annunciato: “Chiederò che ci sia l’ovvia e sensata possibilità di fare il richiamo vaccinale anche in un’altra regione rispetto a quella di residenza”, e viene abbastanza da sorridere pensando ai ritmi diversissimi della campagna nelle varie realtà (con governatori che addirittura chiedono di differire la seconda dose per non turbare le vacanze degli italiani). Oltre a questo, sul giornale di domani troverete la divertente striscia di Mario Natangelo sulla sua esperienza da “vaccinato”. Qui i dati odierni del contagio.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Processo Gotha, i 12 anni del sistema Scopelliti in Calabria. Nella sua requisitoria, oggi il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo ha detto: “La ‘ndrangheta non entra chiedendo permesso all’interno di Palazzo San Giorgio, all’interno della Provincia di Reggio, oggi città metropolitana, o all’interno dei palazzi della Regione Calabria, a Reggio e a Catanzaro. Ma entra da padrona. Non dei singoli, ma dell’istituzione. E lì lo Stato ha perso”. Vi racconteremo un maxi processo che va verso la sua conclusione.
Perdonali, Gigi. La Repubblica l’ha sparata a tutta pagina: “Roma non è capace di seppellire neanche Gigi Proietti. Le ceneri dell’attore ‘appoggiate’ in Umbria”. Peccato che si tratti di una fake news: come comunicato nel pomeriggio dalla famiglia Proietti e dall’Ama, non solo le ceneri sono state restituite il giorno dopo la cremazione, ma è stata identificata un’area nella parte nuova del cimitero del Verano dove verrà edificata una cappella.
Fabio Volo, lo scrittore si racconta a Selvaggia Lucarelli. E nelle pagine del Secondo Tempo Salvatore Cannavò ci racconta l’ultimo libro di Gianni Vattimo, il comunista coerente.
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