MOTTARONE, TRA AMMISSIONI E RIMPALLI. A Verbania è stato il giorno degli interrogatori di garanzia dei tre indagati per il disastro della funivia, il cui crollo domenica scorsa ha provocato la morte di 14 persone. Sentiti in carcere dal gip, Gabriele Tadini, Luigi Nerini ed Enrico Perocchio hanno risposto in modo diametralmente opposto. Il primo, caposervizio, è stato l’unico ad ammettere di aver piazzato i forchettoni sulle ganasce che hanno disattivato il sistema frenante d’emergenza, e di averlo fatto più volte nell’ultimo mese per evitare blocchi. Perocchio invece, responsabile di esercizio dell’impianto e dipendente della Leitner, ha respinto l’accusa di essere a conoscenza della manomissione e ha addossato la colpa al solo Tadini. Il gestore dell’impianto, Nerini, interrogato per ultimo, ha invece scaricato le responsabilità sugli altri due: “La sicurezza non è affare dell’esercente”. Sul Fatto di domani vi racconteremo nel dettaglio come sono andati gli interrogatori, ma vi daremo conto anche di un’altra, inquietante ipotesi su cui stanno lavorando i pubblici ministeri. Resta da capire da cosa sia stato causato lo sfilacciamento del cavo che poi si è spezzato, innescando il processo che ha fatto precipitare la cabina.
DI COVID SI CONTINUA A MORIRE. TROPPO. A guardare i dati delle ultime settimane, salta all’occhio il numero ancora troppo (non solo umanamente) alto dei decessi. L’euforia con cui l’Italia sta “festeggiando” le riaperture fa spesso dimenticare che le persone in terapia intensiva sono ancora un migliaio e che ogni giorno muoiono un centinaio di pazienti. Sul giornale di domani cercheremo di capire perché questo accade, qual è l’età media delle vittime e quando potremo finalmente vedere la curva azzerarsi, alla luce dell’impatto dei vaccini sulla popolazione. Quel che è certo, come lo stesso comandante Figliuolo ha dovuto ammettere, è che ci sono ancora 4 milioni di over 60 non raggiunti dalla campagna di immunizzazione. Daremo anche uno sguardo all’altra parte del mondo, dove cominciano purtroppo a diffondersi nuove varianti e di conseguenza nuove misure restrittive. Qui i dati odierni dei contagi.
IL PRANZO È SERVITO, SE TI CHIAMI FIGLIUOLO. Come vi abbiamo raccontato sul Fatto di oggi, il generale ha partecipato a un buffet al chiuso organizzato nell’Umbria della governatrice Tesei. Cosa espressamente vietata dalle disposizioni anti-covid. Ma, nonostante la notizia con tanto di foto, nessuno né dallo staff del commissario né da quello della presidente, ha pensato di commentare o solo di rispondere alle nostre domande. C’è invece qualcuno che lo fa volentieri e, come leggerete, si tratta di una persona cui viene ancora impedito di “apparecchiare al chiuso”.
E ALLORA FEDERICA GUIDI? Nella lettera a Il Foglio, in cui ha chiesto scusa per l’aggressione politica e mediatica al sindaco di Lodi, Simone Uggetti, assolto dopo cinque anni per non aver commesso il fatto, Luigi Di Maio ieri ha accennato anche al caso Guidi, l’ex ministra dello Sviluppo economico dell’allora governo Renzi, che si dimise (senza essere indagata) quando partì l’inchiesta su Tempa Rossa, il centro di estrazione petrolifera della Basilicata. Tanto è bastato agli ex alleati di governo (Salvini da una parte, Renzi dall’altra) per dare fuoco alle polveri dei giornaloni e inneggiare alla fine del giustizialismo. Sul giornale di domani, così come abbiamo fatto oggi per il caso Uggetti, vi racconteremo per bene come andò quella vicenda e chi e cosa costrinsero l’ex ministra a fare un passo indietro. Tanto per ristabilire la verità dei fatti.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
I beffati della Cig. Chi ha ricevuto più Cud (dal datore di lavoro e dall’Inps nel caso del pagamento della Cig non anticipato dall’azienda) si trova adesso a pagare più Irpef per una “dimenticanza” che sa tanto di presa in giro.
A Roma il sindaco ‘O famo strano. Il nostro Antonello Caporale ci accompagna in una divertente carrellata dei candidati del centrodestra al Campidoglio. Dal “civico” Enrico Michetti (spinto da Meloni), sulla cui Fondazione indaga la Corte dei Conti, alla giudice Simonetta Matone lanciata da Tajani. Una sorta di casting alla Verdone.
Biden o Che Guevara? L’economista James K. Galbraith (Università del Texas) ci aiuterà a capire meglio se il nuovo piano anti crisi voluto dal presidente americano (e parecchio osteggiato dai conservatori) si possa davvero definire un atto “di sinistra”.
Secondo Tempo. L’appuntamento con la tradizionale intervista della domenica, questa settimana all’attore Pietro Sermonti (figlio del grande dantista Vittorio) e la morte dello scrittore Paolo Maurensig.
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