“Sono molto rammaricato e ho sofferto molto in questi giorni e gli sbagli che ho fatto sono stati fatti per il bene della mia città”. Erano le 11.26 del 9 maggio 2016 quando Simone Uggetti, sindaco di Lodi, chiudeva così il suo interrogatorio reso al pm dal carcere di San Vittore. Aveva ammesso di aver tentato di cancellare le prove: “Il contenuto dei file che volevo cancellare riguardano una delle bozze del bando della gara che ho mandato all’avvocato Marini. Comunque poca roba, una o due mail”. Cristiano Marini è il rappresentante della società Sporting Lodi, per cui il bando è stato costruito su misura. Gestiva il centro sportivo con piscina coperta La Faustina, che si era dimostrato economicamente un bagno di sangue. La gara doveva servire a far gestire a Sporting Lodi anche le due più remunerative piscine all’aperto, Belgiardino e Concardi, in modo da compensare le perdite. “Penso, ma non sono sicuro, di aver cancellato delle conversazioni whatsapp”, continua Uggetti. “Ero preoccupato perché pensavo di aver fatto delle cavolate, tanto è che mi sono dato del coglione”. Nel verbale è ammesso a chiare lettere: “Ho fatto degli errori e l’ho ammesso”. Le “cavolate” le aveva colte per prima la funzionaria del Comune, Caterina Uggè, che trova il sindaco a colloquio con l’avvocato Marini, ritiene la cosa scorretta e la va a denunciare, perché la ritiene una procedura illegittima.
Il sindaco annusa il pericolo e incarica il suo comandante della polizia municipale di verificare se è stata aperta un’inchiesta: “Più di una volta ho chiesto informazioni al comandante Di Legge perché come amministrazione abbiamo avuto più fatti riguardanti violazioni di legge”, spiega Uggetti. “La mia era una preoccupazione di ordine politico… Di Legge mi disse che si era interessato e che non vi era nulla”. Poi però va direttamente dal comandante locale della Guardia di finanza: “Il mio colloquio con il colonnello Benassi era assolutamente genuino. Non immaginavo che sotto ci fosse questa vicenda. Ho sbagliato a non muovermi in autotutela”. Nel frattempo viene fabbricato il bando. “Ho fatto delle correzioni sul bando che riguardano i punteggi. Le altre correzioni forse sono appunti della Uggè”. Gli mostrano l’allegato 9, il bando: “Non riconosco la mia grafia nelle correzioni. Potrebbe essere di Marini”. Cioè del rappresentante dell’azienda che poi vincerà la gara.
Nel suo interrogatorio durante il dibattimento, il 17 ottobre 2017, Uggetti ammette di essersi dato da fare per Sporting Lodi: “Per me era indispensabile che Sporting non fosse esclusa”. Spiega: “Io da un lato utilizzavo Marini, impropriamente, come consulente informale, gratuito, perché è una persona che si è messa a disposizione come pochi nell’amministrazione senza chiedere niente… Io ero consapevole dei rischi che potevo correre… io sapevo che… io uscivo la mattina col coltello tra i denti… Ero assediato, ero assediato, e l’ultima cosa che volevo era tirar dentro una persona come Marini che non c’entrava proprio niente… Io volevo che Sporting non fosse esclusa. Poi certo… non mi sarebbe dispiaciuto se avesse vinto”. Prosegue: “Si è creato un grandissimo fraintendimento tra me e Cristiano”. Si sentono al telefono, poi “io gli dico ok grazie ciao, ci sentiamo più avanti. Gli mando il giorno dopo, ma questo è colpa mia, gli mando un whatsapp con un… né ciao né niente: Legge regionale 26 del 2006”. “Io intendevo chiedergli di verificare se Sporting con quella legge regionale lì poteva partecipare, oppure no?”. Nel documento powerpoint mandato da Uggetti a Marini c’è scritto – gli fa notare il pm – “individuare modalità di conferimento gestione a Sporting dei due impianti, anche a regime di affidamento diretto” e altre osservazioni del tipo: inserire “vincoli di manutenzione straordinaria e bando ad evidenza pubblica prevedendo requisiti locali volti a scoraggiare partecipazioni esterne e requisiti di solidità economica volti a scoraggiare soggetti estemporanei”. Uggetti, imbarazzato, risponde: “Sì, sì, ma mi ricordo perché l’ho guardato dopo i fatti”. Reagisce la pm: “Stavate discutendo del bando”. Il bando self-service per le piscine “buone” che dovevano compensare la gestione della megapiscina “cattiva”.