Partendo dai dati raccolti dai cittadini nel corso della campagna di scienza partecipata di Cittadini per l’aria NO2 NO Grazie 2020, la terza edizione svoltasi a Milano, e la seconda a Roma, i ricercatori del Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità dell’Università degli Studi di Milano e dell’Unità operativa Epidemiologia Ambientale del Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario del Lazio, che fanno parte del comitato scientifico del progetto, hanno sviluppato due nuove mappe per ognuna delle due città. Mappe che raccontano come si respira davvero a Milano e Roma a causa del traffico e che indicano, quartiere per quartiere, la mortalità che si evince dai risultati del progetto. Un progetto che si caratterizza per il fatto di monitorare un solo inquinante dell’aria, il biossido di azoto (NO2), che tipicamente proviene dal traffico e in particolare, e per la quasi totalità, dai mezzi alimentati a diesel.
Il risultato indica che respirare il biossido di azoto (NO2) che proviene dai veicoli diesel che percorrono le vie di Milano e di Roma causa, in queste due città, la morte prematura di, rispettivamente, 1507 e 1713 persone ogni anno. Se consideriamo che Roma ha circa il doppio degli abitanti di Milano ci rendiamo conto di quanto grave sia la situazione di quest’ultima città.
Dati ancora più impressionanti se si pensa che – considerata la mortalità totale delle due città – le stime degli epidemiologi riconducono all’esposizione della popolazione alle concentrazioni di questo inquinante il 10,9% di tutte le morti a Milano (1 su 10) e il 6,2% a Roma (1 ogni 16).
Le mappe, navigabili ed interattive e che possono essere raggiunte da sito dell’associazione sulla pagina di Roma e su quella di Milano, sono state sviluppate grazie ad un sistema di “machine learning”, un sistema di intelligenza artificiale capace di predire il modo in cui questo inquinante, derivante soprattutto dal traffico, si spande sulla città.
La stima descrive l’impatto derivante dall’esposizione della popolazione delle due città a concentrazioni di NO2 superiori alla media annua di 20µg/m3 ovvero la soglia che, ormai diversi anni fa, i ricercatori dell’OMS hanno individuato quale limite da rispettare per la tutela della salute. Una soglia che si è scelto di considerare nella stima di impatto, invece del limite di legge di 40µg/m3, perché quest’ultimo rappresenta unicamente un compromesso politico raggiunto ormai molti decenni orsono mentre, allo stato attuale, la soglia di 20µg/m3 deve essere l’obiettivo al quale tendere per proteggere la salute pubblica. E non è escluso che anche quest’ultima, alla luce delle ultime evidenze scientifiche, venga rivista al ribasso in occasione della pubblicazione delle nuove Linee Guida sulla Qualità dell’aria dell’OMS che si prevede avverrà in estate.
Una situazione, quella di Milano, che va risolta con la riattivazione delle zone a traffico limitato (Area B e C), cosa promessa dall’assessore all’Ambiente del Comune durante la conferenza stampa di presentazione dei dati, anticipando le scadenze dei divieti nelle ZTL e misure coraggiose volte a favorire la mobilità attiva, oltre che riducendo e ripulendo i mezzi circolanti in città. E a Roma con misure analoghe e una buona dose di trasporto pubblico in più. Per fare questo e ottenere che le città italiane tornino a respirare è online una petizione – che vi invitiamo caldamente a sostenere firmandola e condividendola – che chiede alla Commissione Europea di vietare la vendita di nuovi veicoli dotati di motore a scoppio a partire dal 2030. Perché serve invertire le priorità nella modalità di spostamento all’interno e all’esterno delle nostre città. E i pochi veicoli in circolazione devono essere più puliti, molto più puliti.
Considerata la gravità del problema della Pianura Padana, si è poi da pochi giorni attivata una nuova coalizione di associazioni e comitati operanti in Lombardia, la Rete Ambiente Lombardia, che ha lanciato una petizione in dieci punti per ottenere che la Regione, da sempre una delle più inquinate in Italia e che mai ha brillato per azioni coraggiose sul tema della qualità dell’aria, possa essere spinta a migliorare la situazione. Per sostenere la Petizione Apriti Cielo, Ripuliamo la nostra aria si può aderire qui.