Il momento in cui inizi a capire che non vuoi più stare insieme a qualcuno è davvero brutto; pensi a quanto quella persona ti ama, a quanto ha investito sul vostro rapporto, e non sai COME dirglielo, COSA, dirgli, che SCUSA inventare per dire all’altro che non lo ami più. E così, scongiurando ogni disgrazia, inizi a chiederti come potresti interrompere la relazione evitando che il tuo compagno piombi nella disperazione più totale e che inizi a meditare al suicidio.
Sì, perché quando lasci qualcuno sembra di stare dentro un film fantasy ultra epico: o la vita o la morte, trionferà il BENE o il MALE? Hai come la sensazione di essere sull’orlo di un precipizio e di soffrire pure di vertigini, anche se finora non ne ha mai sofferto. Eh già… mica si sta male soltanto quando si viene lasciati, quando si subisce un abbandono. Mollare qualcuno vuol dire infliggere una ferita, senza contare che a volte una storia può finire molto male, stile La guerra dei Roses.
Tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo passato quel momento, abbiamo provato quella sensazione. Quando una storia è agli sgoccioli, soprattutto se dura da molto tempo, si inizia a provare verso l’altro quella sensazione di fastidio mista a intolleranza. Quello che proprio non si riesce più a sopportare sono le cose semplici, ad esempio come tiene la forchetta o come lascia scomposto il tappetino del bagno, il tono della voce con cui risponde al telefono, e quando siamo davvero al capolinea, ci dà fastidio persino come respira. Ma alle volte ti senti molto in colpa per questo, perché con quella stessa persona hai condiviso molte cose, l’hai amata tanto, COME puoi dirgli che non vuoi più stare con lui? Come puoi procurargli questo dolore?
Ed è più o meno così, che, sopraffatti dalla difficoltà di troncare una relazione, inventiamo all’altro e a noi stessi, scuse tra le più fantasiose.
E gli uomini, bisogna riconoscerlo, sono eccellenti nel formulare giustificazioni e bugie apocalittiche.
Ci sono quelli che si affidano alle stelle. “La mia cartomante mi ha costretto a interrompere la nostra relazione, a causa di una rarissima congiunzione astrale che non ci permette di stare insieme ed essere felici, in questo momento, in questa vita”. Mi ha assicurato che la reincarnazione ci salverà: un giorno saremo una coppia felice e la nostra storia durerà a lungo. “Dobbiamo solo avere pazienza e aspettare il momento giusto, amore mio”.
Ci sono quelli che fingono una crisi mistica, con successivo e imminente isolamento in un convento, dove naturalmente non possono avere alcun contatto con il mondo esterno.
Ci sono quelli che “Pensiamoci su, riflettiamoci, prendiamoci soltanto una pausa di riflessione. Solo così scopriremo se non possiamo vivere l’uno senza l’altro”.
Ci sono quelli così vigliacchi da assoldare un investigatore privato pronto a ricostruire prove false relative a un tradimento, in modo da addossarti completamente la responsabilità (che lui chiamerà colpa) della fine della relazione. Di fronte alla tua non ammissione del tradimento (che in effetti non è mai esistito) dirà che sei pazza e paranoica perché ti sta arrivando il ciclo. Tu ti trasformerai in Belzebù, ma questa è un’altra storia.
Ci sono i tranchant, quelli che “Se tu non stai bene in questa relazione, meglio chiuderla qui, subito e senza alcuna discussione o confronto, perché ti farebbe stare troppo male, sarebbe come mettere il dito nella piaga, e io non voglio farti soffrire”.
Ci sono quelli che vorrei ma non posso. “Mi piaci tanto, sei una donna davvero interessante, oltre che bellissima. E che… sei troppo per me. Io vorrei stare tutta la vita insieme a te ma purtroppo non posso. Ti amo troppo, capisci? E questo a lungo danneggerebbe la nostra relazione, sarebbe sbilanciata! Insomma, tu non provi le stesse cose che provo io, non sei coinvolta”.
Gira che ti rigira la colpa di chi è? Indovina, indovinello…
Ci sono quelli che si accollano. Sono i sensibili: ti fanno ottanta telefonate al giorno per sapere se stai bene e sei ancora viva. Tu cerchi e sperimenti infiniti modi per non pensare a quella separazione, a quel dolore. Ma ogni quindici minuti lui è lì, pronto a ricordarti che esiste e che non state più insieme. “Sei da sola? Mi raccomando non stare da sola”. E in un attimo è Carrie-Lo sguardo di Satana. In questi e molti altri casi l’unica opzione possibile è il NO CONTACT.
Ci sono quelli che a volte ritornano.
Sono tra i più viscidi, caratterizzati da un ego smisurato. I suddetti ti mollano senza alcuna spiegazione e prima che tu possa battere ciglio. Non fanno neanche lo sforzo di formulare una scusa credibile. Loro spariscono e basta, per poi riapparire con dei tempi standard ben precisi e calcolati. Tutto molto naturale e spontaneo, proprio come dovrebbe essere l’amore! Si riaffacciano di tanto in tanto SOLO ed esclusivamente per nutrire il loro ego e la loro autostima smisurata. In genere lasciano una porticina aperta a tutte e ogni tanto fanno delle apparizioni, così da mantenere vivo l’harem delle ex e usufruirne al bisogno.
Ci sono quelli che chiamano la tua migliore amica o tua sorella. Ma dico, non avete imparato da adolescenti che le questioni si chiariscono a tu per tu? Ma soprattutto che non bisogna coinvolgere mai e dico MAI, amici, amici di amici e soprattutto parenti??? E alla tua compagna che dovresti comunicare la tua disperazione e infelicità, non a sua madre. Ma è così difficile da capire?!
Tutto questo perché nessuno si prende mai alcuna responsabilità, neppure riguardo il loro stesso pensiero. Usano gli altri per esprimere e raggiungere i loro desideri e bisogni. Che atto coraggioso… degno di Riccardo Cuor di Leone!
Ma il premio “Scusa creativa” va a Valerio, che mi ha lasciata il giorno del mio compleanno, con un whatsapp. Ricevere un messaggio tramite un piccione viaggiatore sarebbe stato certamente più di buon gusto. E invece no, Auguri per la tua morte… e va bene che sono un’appassionata di horror, e a quanto pare pure di stronzi, ma questo è veramente troppo!
E voi che scuse ingegnose avete formulato per lasciare qualcuno? O che giustificazioni incredibili vi hanno rifilato per lasciarvi?