Valeria Poli, docente di Biologia molecolare all’Università di Torino e presidente della Sibbm (Società italiana di biofisica e biologia molecolare), è tra i firmatari dell’appello diffuso dall’associazione Luca Coscioni che chiede di non somministrare ai giovani i vaccini a vettore adenovirale AstraZeneca e Johnson & Johnson. L’hanno sottoscritto, tra gli altri, Anna Rubartelli che insegna Biologia Cellulare al San Raffaele di Milano, Gennaro Ciliberto dell’Istituto tumori di Roma che guida la Fisv (Federazione Italiana Scienze della Vita), le immunologhe Anna Mondino e Giulia Casorati.
Avete avuto reazioni?
Direttamente a noi no. Ho visto che Matteo Bassetti ha reso due dichiarazioni non supportate dai dati, ovvero che le uniche controindicazioni riguarderebbero chi ha avuto trombosi e le donne che assumono la pillola anticoncezionale (AdnKronos), ma non è vero. Lo esclude la Siset, la Società Italiana per lo studio dell’Emostasi e della Trombosi. Al Secolo XIX ha parlato di una frequenza di sei casi su un milione di vaccinati mentre dall’ultimo recentissimo report britannico con i dati disaggregati per fasce d’età siamo a 18 casi di trombosi trombocitopenica indotta da vaccino, Vitt nell’acronimo inglese, per milione di vaccinati tra i 18 e i 49 anni, cioè quasi uno su 50 mila.
Ecco: i dati sulle vaccinazioni per prodotto e fascia d’età. Qui non riusciamo ad averli dall’ufficio del Commissario straordinario.
Se non si sa quante somministrazioni e a quali fasce di età i dati si annacquano. Si tratta di patologie rare, ma non è eticamente giustificabile esporre le persone a un rischio che comporta, in caso di evento avverso, un 20/30 per cento di letalità.
Questa discussione c’è da marzo. Il vaccino AstraZeneca fu sospeso in tutta Europa, poi consigliato solo sopra i 60 anni in Italia come altrove. Perché l’appello solo adesso?
Abbiamo provato a intervenire a marzo come scienziate per la società sull’Huffington Post. Il Corriere della Sera ci disse che non avrebbe pubblicato niente che potesse alimentare l’esitanza vaccinale. C’è omertà, un muro di gomma anche da parte di scienziati che possono capire perfettamente la questione. Prima di uscire pubblicamente abbiamo scritto al Comitato tecnico scientifico e a Nicola Magrini, il direttore dell’agenzia del farmaco Aifa. Nessuno di noi intende fomentare l’esitanza vaccinale, sappiamo bene che il risultato può essere questo e tutti concordiamo che si debbano vaccinare i giovani. Ma quando vedi qualcuno che va a schiantarsi devi intervenire.
Ma il nesso tra le vaccinazioni e queste rare trombosi è accertato?
Sull’esatto meccanismo di come si instauri c’è dibattito, ma è molto chiara la connessione tra la vaccinazione con vettore adenovirale producente la proteina Spike e questi eventi trombotici a fronte di una riduzione delle piastrine. Trombocitopenia, appunto. È dovuta alla formazione di autoanticorpi contro il fattore piastrinico 4 (Fp4), in grado di attivare le piastrine. E non è sufficiente dosare gli anticorpi anti-Fp4, l’esame di laboratorio da eseguire è verificare se attivino le piastrine. Esiste una patologia simile, la trombocitopenia indotta da eparina (Hit), sempre basata sulla produzione di autoanticorpi. È inconfondibile ma sembra quasi che non si voglia diagnosticare, dei tre casi recenti per uno solo è stata fatta la diagnosi di laboratorio.
La Fimmg, la federazione dei medici di famiglia, dice che gli Open day con AstraZeneca sono pericolosi, ma che ai giovani possono somministrarlo loro, che conoscono i pazienti. La predisposizione a questi eventi avversi è riconoscibile?
Per ora no, non siamo in grado di prevederla. L’unica cosa da fare è riservare AstraZeneca e Johnson & Johnson alle persone sopra i 60 anni, come è raccomandato da Ema e Aifa. Ce ne sono ancora tante non vaccinate e rischiano di più dal Covid e meno per la Vitt. Ma, ripeto, gli Open Days sono fantastici per vaccinare i maturandi e in generale i giovani, che girano di più e possono trasformarsi in un serbatoio di infezione. Bisogna però farlo con Pfizer, che sta arrivando in grandi quantità. Vedo che cominciano a farlo anche a 40/41enni regolarmente prenotati per fascia di età.