Il Fatto di domani. Vaccini e mascherine: il gioco dell’oca dei Migliori. A Roma si aprono i gazebo per le primarie del Pd, ed è subito panico

Di Il Fatto Quotidiano
19 Giugno 2021

IL GIOCO DELL’OCA DEI MIGLIORI. “L’eterologa funziona, ma chi non vuole è libero di fare la seconda dose di AstraZeneca purché abbia il parere del medico”. “Il vaccino AstraZeneca viene somministrato solo a persone di età uguale o superiore ai 60 anni. Per persone che hanno ricevuto la prima dose di tale vaccino e sono al di sotto dei 60 anni di età, il ciclo deve essere completato con una seconda dose di vaccino a mRNA”. “La risposta del Cts è per una raccomandazione molto forte per la vaccinazione eterologa sotto i 60 anni, ma resta aperta la possibilità di utilizzare AstraZeneca per chi lo richiede sotto consenso medico”. Sembra il gioco dell’oca dell’estate, invece sono le dichiarazioni dell’ultima settimana di un esecutivo che ha creato scompiglio nella cittadinanza, che infatti fugge dagli hub vaccinali. La prima dichiarazione è del premier Draghi, durante la conferenza stampa di ieri. La seconda era l’indicazione “perentoria” arrivata dal ministero della Salute una settimana fa, dopo che lo stesso Cts aveva autorizzato, il 12 maggio, gli Open Day con AstraZeneca per i ragazzi. La terza è una frase pronunciata sempre ieri dal ministro Speranza, che ha dato origine a una nuova circolare. Sul Fatto di domani ripercorreremo il percorso italiano del vaccino AZ, ma anche di quello delle mascherine. Infatti, dopo la visita di Salvini a Palazzo Chigi, oggi è stato chiesto un parere al Cts sull’uso all’aperto dei dispositivi di protezione. Su una cosa ha ragione Draghi: è stata generata una grandissima confusione. E, come vedremo, lo stesso premier non è esente da incongruenze. Qui i numeri odierni dei contagi.

GAZEBO, NON TI TEMO (O SÌ?). Domani sarà un giorno molto atteso per la famiglia (allargata) del Partito Democratico: a Roma si voterà per scegliere il candidato sindaco, colui che dovrà poi sfidare la prima cittadina uscente, Virginia Raggi, ed Enrico Michetti. Ma, a differenza dell’apparente giovialità con cui i dem si apprestano a raccogliere preferenze sotto i gazebo, il clima all’interno del partito è a dir poco preoccupato: l’astensionismo torinese potrebbe fare scuola nella Capitale e i pochi voti potrebbero riservare brutte sorprese. Sul giornale vedremo nel dettaglio quali sono i candidati alle primarie (oltre al vincente in pectore, Roberto Gualtieri, anche Cristina Grancio, Imma Battaglia, Giovanni Caudo, Stefano Fassina, Tobia Zevi e Paolo Ciani). La nostra Daniela Ranieri traccerà, invece, il ritratto di Michetti, il candidato meloniano del saluto romano “più igienico”. E vi daremo conto di com’è andata la manifestazione romana della Lega, durante la quale Salvini si è lanciato nei soliti slogan.

“SIAMO TUTTI ADIL”. Oggi è stato il giorno anche di un altro corteo, quello a sostegno dei lavoratori della Logistica promosso dopo la morte del sindacalista investito e ucciso ieri nel Novarese. L’iniziativa è stata organizzata dal “Patto d’azione anticapitalista” a cui aderiscono diverse sigle a partire dal SiCobas, di cui Adil Belakhdim era coordinatore interregionale. Vedremo anche, però, in quale modo le aziende stanno cercando di mettere a tacere le proteste dei lavoratori: cercando un giudice che stabilisca che i sindacalisti sono responsabili in solido dei danni economici provocati dai picchetti e dai blocchi stradali.

REPORT, LA TUTELA DELLE FONTI E UN “PERICOLOSO” PRECEDENTE. Il Tar del Lazio ha dato ragione all’avvocato Andrea Mascetti sulla richiesta di accesso agli atti in possesso della redazione che fa capo a Sigfrido Ranucci, relativi alla puntata “Vassalli, valvassori e valvassini” del 26 ottobre 2020, e in particolare al servizio giornalistico che lo riguarda. E ora la Rai, sostiene il Tribunale, “dovrà consentire al ricorrente, entro 30 giorni trenta, l’accesso agli atti e ai documenti”. Nella puntata, si affrontava il tema dei rapporti occulti tra i personaggi che si muovono dietro le nomine del governatore lombardo Fontana e che influenzano la gestione del sistema di consulenze e appalti in Lombardia. E, nel caso specifico, veniva fuori il ruolo dell’avvocato Andrea Mascetti che, pur non avendo mai ricevuto incarichi ufficiali, rimane “una delle figure più misteriose” del mondo leghista. Durissima è stata la replica di Ranucci: “Viola la Costituzione, viola la libertà di stampa. Una sentenza miope che paragona il lavoro giornalistico a degli atti amministrativi. È un attacco senza precedenti, dovuto alla debolezza delle Istituzioni in generale e alla delegittimazione della politica nei confronti del giornalismo di inchiesta. Report non svelerà le proprie fonti, non darà gli atti a Mascetti, non lo faremo neppure da morti. Devono venire a prenderli con l’esercito”.


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