È il giorno della beatificazione finale. Il Parlamento abdica in via definitiva: i partiti si consegnano al dogma mariano, si inginocchiano al carisma dell’altissimo Draghi. Salivazione pavloviana verso i banchi del governo: ecco i passaggi più intensi e servili.
Andrea Orsini (Forza Italia) – In silenzio: “Mi permetta di dirle che, dopo aver ascoltato il Suo intervento, ben si colgono le ragioni del commento del Primo ministro spagnolo Pedro Sánchez: quando parla Draghi tutta Europa lo ascolta in silenzio”.
Guido Germano Pettarin (Coraggio Italia) – Henry ti presento Draghi: “Molti anni fa Henry Kissinger ebbe a dire che era in difficoltà, perché quando doveva parlare con l’Unione europea non sapeva a chi telefonare. Oggi possiamo risolvere questo problema e comunicare al dottor Kissinger che basta che telefoni a Palazzo Chigi”.
Gennaro Migliore (Italia Viva) – Lo gnommero: “Dobbiamo risolvere questo groviglio che intrappola l’Italia, come avrebbe detto Carlo Emilio Gadda questo ‘gnommero’ bisogna scioglierlo, avere la possibilità di decollare finalmente per un’Italia più aperta e anche più severa con noi stessi (…). Quella che io definirei, in una parola, l’Italia di Draghi”.
Stefano Mugnai (Coraggio Italia) – Il metapolitico: “Io credo che siamo alla vigilia di qualcosa di più importante, di metapolitico (…). La presenza del presidente Draghi a Palazzo Chigi ha un valore simbolico-politico che va oltre anche ai meriti di chi rappresenta nel nostro Paese”.
Valentino Valentini (Forza Italia) – L’interlocuzione: “Vorrei ringraziarla per la resistenza (…). Quello oggi non è uno dei classici dibattiti nei quali ciascuno viene, legge il suo pezzo e se ne va, ma abbiamo avuto con Lei veramente un’interlocuzione”.
Pier Ferdinando Casini (Autonomie) – Draghi e noi: “Adesso parliamo di Draghi e parliamo di noi. Vorrei farlo senza adulazione (…). Il professor Draghi ha accettato di mettere non solo la sua capacità tecnico-politica, ma anche e soprattutto il Suo nome, come ombrello protettivo di un Paese in grandissima difficoltà”.
Pasquale Pepe (Lega) – Ha fatto tutto Lei: “Gli auguri che le rivolgo (…) sono dovuti alla bellissima promozione a pieni voti che ieri ci ha riconosciuto l’Europa per il Piano Italia domani, che ha avuto un importante successo – ricordiamolo per onestà intellettuale – solo ed esclusivamente grazie a questo governo”.
Massimo Ferro (FI) – Sacre scritture: “Presidente Draghi, lei sa che nei Vangeli c’è la parabola dei talenti; uno dei peccati gravi che al catechismo ci hanno insegnato è il peccato di omissione. Lei ha una responsabilità storica, che ci porta a poter rigiocare, attraverso di Lei, un ruolo importante per il nostro Paese; io penso che non Le mancherà”.