Ogni giorno, per sapere come la penso e cosa faccio, consulto i quotidiani di destra e un paio di siti-fogna che sembrano conoscere a menadito i miei pensieri e azioni. Per anni hanno rivelato che consigliavo Grillo, ovviamente a nostra insaputa (mai Beppe mi ha chiesto un consiglio né mai gliene ho dati). Poi divenni il consigliere occulto di Di Maio, talmente occulto che non ne sapevamo nulla né io né lui, che infatti faceva quasi sempre l’opposto di quel che avrei fatto io. Nell’ultimo biennio fui promosso a suggeritore di Conte, a mezzadria con Casalino. Qualche “bene informato” ha addirittura scritto che fui io a suggerirgli di andare allo scontro con l’Innominabile (che, com’è noto, lo adorava) per il gusto di mettere a repentaglio il suo governo e cercare voltagabbana per strada: senza di me, il Conte-2 sarebbe ancora vivo e vegeto grazie al tetragono sostegno di Iv. E vi risparmio, per esigenze di spazio, i bei tempi in cui secondo Repubblica suggerivo assessori alla Raggi e secondo Bisignani preparavo il partito di Conte (“Con-te”) con Scanzi e tali Rospi e Capozza. Poi Grillo e Conte, consigliati entrambi da me, hanno scazzato. E io, non potendo fare come Totò e Peppino nei panni dei cugini Posalaquaglia, falsi testimoni sia per l’imputato sia per la parte civile, ho scelto Conte perché così fa un nuovo partito senza un soldo e con tutti i media contro. Magari, viste le mie virtù diplomatiche, mi fa ministro dei Rapporti col Parlamento. E posso coronare il sogno condiviso con Scanzi, Rospi e come si chiama quell’altro? ah sì: Capozza.
Fine della fantascienza, torniamo sulla terraferma. Grillo fa un oggettivo favore a Conte: lo libera da ogni residuo legame affettivo con i fu 5Stelle e lo costringe a dare una casa nuova a eletti, iscritti ed elettori (vecchi e nuovi) che non si riconoscono più in un Movimento trasformato nel bunker a due piazze del fondatore e del redivivo Casaleggio. Il marchio è ancora forte. Ma senza l’effetto Conte, che ne ha attutito la picchiata dopo la resa incondizionata a Draghi, si sfarinerà. E una battaglia interna per scalarlo a dispetto del fondatore terrebbe Conte&C. impegnati in altre beghe legali infinite e sfibranti. Se non c’è modo di portare il nuovo Statuto al voto degli iscritti, chi non vuole morire con Grillo non può che uscire e navigare in mare aperto. Ma sapendo che un nuovo partito non si improvvisa e non deve somigliare neppure lontanamente a un partito personale. Il “partito di Conte” potrà avere successo solo se sarà costruito a misura di tutti i cittadini che votano i 5Stelle, che li votavano ma hanno smesso e che avrebbero potuto votarli se fossero stati meno settari e più aperti. Cioè se non sarà “il partito di Conte”.