SEGNALI DI DISTENSIONE TRA CONTE E GRILLO. Non è pace fatta, ma qualcosa si muove. “Parlare poco, lavorare molto. Si troverà una soluzione”, ha detto Luigi Di Maio, principale mediatore dello scontro aperto tra il fondatore e il leader in pectore del Movimento. Effettivamente, dopo essere arrivato a un passo dalla scissione, tra i “pontieri” e da Giuseppe Conte trapela soddisfazione:“La mediazione è un bene”, avrebbe detto ai suoi, anche se resta “fermezza” sui punti dello Statuto. Ieri da Grillo (a tarda sera e mentre mezza Italia era incollata alla tv per Italia-Belgio) è arrivato un segnale importante di distensione, come abbiamo raccontato sul giornale di oggi. “Ho ricevuto dai gruppi parlamentari una richiesta di mediazione in merito agli atti che dovranno costituire la nuova struttura di regole del MoVimento 5 Stelle (Statuto, Carta dei valori, Codice Etico)”, scriveva il fondatore, indicando sette nomi per un “comitato” che dovrà agire “in tempi brevissimi” (si parla dell’inizio della prossima settimana). Sembra che il post sia scaturito dopo una cena tra Grillo, Roberto Fico e Di Maio. Oggi c’è anche chi, come Federico D’Incà, scommette sull’unità del M5s: “Il Movimento ha tante sfide ancora da affrontare con l’aiuto di Beppe Grillo, Giuseppe Conte, dei nostri portavoce e di tutti gli attivisti. Avanti insieme” Sul Fatto di domani vedremo come stanno evolvendo gli equilibri nel braccio di ferro interno al Movimento, e chi sono i sette esponenti del comitato nominato dal fondatore (spoiler: solo uno è ufficialmente sulla linea di Grillo).
DELTA O NON DELTA, IL PROBLEMA È VACCINARE IN FRETTA. Nel giorno del temuto sbarco degli inglesi a Roma, la bomba sembra disinnescata, con la Uefa che tiene il punto sulle finali a Wembley, si discute dell’impatto della variante Delta sulla diffusione del Covid in Italia. Sul Fatto di domani metteremo a confronto le ipotesi degli esperti. Su un punto sono tutti d’accordo: occorre terminare al più presto la campagna di vaccinazione. Intanto, la Russia affronta il quinto giorno consecutivo di picco. L’Europa ha introdotto il Green pass per proteggersi, ma vedremo che ci sono già i primi furbetti. Qui i dati dei contagi in Italia delle ultime 24 ore.
BECCIU VA A PROCESSO. Il cardinale, ex Sostituto della Segreteria di Stato, è stato rinviato a giudizio dal Tribunale Vaticano per perculato e abuso d’ufficio, nell’ambito dell’inchiesta sull’uso del denaro dell’Obolo di San Pietro (che dovrebbe andare ai poveri) per speculazioni finanziarie che hanno fatto perdere milioni alle casse vaticane. Un processo di queste dimensioni non si era mai visto nella storia recente d’Oltretevere. Oltre all’ex porporato sono stati rinviati a giudizio dalle autorità pontificie altre nove persone, tra cui anche Cecilia Marongia. La prima udienza è fissata il 27 luglio. Sul giornale torneremo su questo scandalo che ha fatto tremare il Vaticano e racconteremo gli ultimi sviluppi dell’inchiesta.
MATTANZA IN CARCERE: IL CASO SI ALLARGA. Per il pestaggio dei detenuti di Santa Maria Capua Vetere il Dap (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria) ha sospeso altre 25 persone tra agenti e dirigenti, compresi i due vicedirettori dell’istituto del Casertano e un vicecomandante. Sono diventate così 77 le persone colpite da una misura disciplinare (erano 52), e qualcuno dei coinvolti comincia a parlare. Martedì è prevista l’ispezione nel carcere annunciata ieri. Intanto nelle carte del Gip si legge che, secondo l’accusa, i vertici dell’amministrazione penitenziaria della Campania, il comandante Pasquale Colucci e il Provveditore Antonio Fullone, avrebbero provato a modificare i video delle telecamere interne per falsare la rappresentazione di quanto avvenuto il 6 aprile 2020, giorno dei violenti pestaggi. Sulla catena di responsabilità, mentre c’è chi chiama in causa l’allora guardasigilli Alfonso Bonafede, ha risposto oggi al Fatto l’ex sottosegretario Vittorio Ferraresi: “Ci siamo fidati del Dap”. Sul giornale troverete alcuni sviluppi inediti dell’inchiesta.
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L’Ue guidata da un filo-nazionalista. La Slovenia ha preso la presidenza di turno dell’Unione Europea, ma il presidente Jansa è molto più vicino ai valori di Orbán che a quelli della Commissione. E c’è già stato un primo incidente diplomatico.
Che fine ha fatto Bibi? L’ex premier israeliano non è più abituato a stare lontano dai posti di comando.
Trentacinque anni di Vanzina. Domani un’intervista a quelli che vengono spesso nominati come creatori di un genere, ma meno di frequente come interpreti di un’epoca: gli anni 80.
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