Il Fatto di domani. Covid, “effetto Gravina”: impennata dei contagi. L’antimafia demolisce la Cartabia: “Un pericolo per la sicurezza”

Di Il Fatto Quotidiano
20 Luglio 2021

EUROPEI, IL VIRUS PRESENTA IL CONTO. Il temuto effetto delle “notti magiche” è arrivato: a Roma oggi si registra un aumento preoccupante dei casi, dovuto ai festeggiamenti delle scorse settimane: l’assessore alla Salute della Regione Lazio non ha esitato a definirlo “effetto Gravina”, con riferimento al presidente della Federcalcio. “I casi sono ancora destinati ad aumentare per l’effetto del calo di tensione in occasione dei festeggiamenti per gli Europei, che durerà ancora alcuni giorni. I positivi sono per lo più giovani ancora non vaccinati e questo significa, ancora una volta, quanto sia importante vaccinarsi e raggiungere l’immunità di gregge”, ha dichiarato D’Amato. E mentre il ministro della Salute Roberto Speranza è tornato a ricordare che “l’epidemia è ancora il nostro presente, come vediamo dai numeri che sono crescenti anche al di fuori dei confini nazionali”, si avvicina la decisione sull’estensione dell’uso del Green pass. Nella giornata di domani è prevista l’annunciata riunione della cabina di regia e, subito dopo, un Consiglio dei ministri per varare il decreto. Al momento tra le ipotesi si parla di obbligo di doppia vaccinazione per partecipare ai grandi eventi e di una sola dose per l’accesso a bar e ristoranti, oltre ai nuovi criteri per i colori delle Regioni basati sul tasso di ospedalizzazione. Come abbiamo raccontato anche ieri, sul fronte politico il centrodestra si è schierato contro l’uso esteso del Green pass, ovvero il famoso “modello francese” introdotto da Macron. Proprio la Francia fa i conti con un record di contagi mai vista: +150% rispetto alla settimana scorsa, in Gran Bretagna sono oltre 46 mila i contagi odierni. Sul Fatto di domani vi racconteremo come sta evolvendo l’epidemia. I casi delle ultime 24 ore sono 3558.

CONTRORIFORMA, “UN PERICOLO PER LA SICUREZZA DEL PAESE”. Sono parole durissime quelle pronunciate oggi in commissione Giustizia alla Camera dal procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, che ha smantellato il testo Cartabia, e in particolare l’improcedibilità, con un intervento di una ventina di minuti: “Le conseguenze saranno – ha spiegato – la diminuzione del livello di sicurezza per la Nazione, visto che certamente ancor di più conviene delinquere, l’annullamento totale della qualità del lavoro, un aumento smisurato di appelli e ricorsi in Cassazione perché se prima qualcuno non presentava impugnazioni con questa riforma a tutti, nessuno escluso, conviene, non foss’altro per ingolfare di più la macchina della giustizia”. Processi come il Rinascita Scott, che si sta celebrando a Catanzaro nei confronti di 355 persone, dunque non potrebbero mai essere conclusi. E a rincarare la dose, semmai ce ne fosse stato ancora bisogno, ci si è messo anche il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Federico Cafiero De Raho, audito nella stessa commissione. Nel mirino ancora “la riforma della prescrizione con la norma sulla improcedibilità che scatta se il processo in appello non si conclude in 2 anni e in Cassazione in uno, indipendentemente dalla gravità dei reati per i quali si procede”. Si prospettano, dunque, “conseguenze molto gravi nel contrasto alle mafie, al terrorismo e alle altre illegalità”. Due macigni sul testo, dunque, nel giorno in cui i 5S hanno depositato 916 emendamenti e la ministra ha risposto da Napoli lasciando intendere che si tira dritto: “Lo status quo non è una opzione sul tavolo”. Sul Fatto di domani sentiremo il parere di Alessandra Dolci, giudice responsabile della Direzione distrettuale antimafia di Milano.

CONTE BLINDA IL REDDITO DI CITTADINANZA. Scriviamo spesso che, oltre alla giustizia, nel mirino della destra e di Italia Viva c’è anche il reddito di cittadinanza. Forse proprio per questo il leader M5s, dopo l’incontro con Draghi di ieri, è intervenuto per difendere la misura e, di fatto, metterla al riparo dall’assalto da chi, dentro la maggioranza Draghi, vorrebbe smantellarla. Conte ha scritto un lungo post Facebook in cui commenta le dichiarazioni degli ultimi giorni di esponenti del fronte anti-Rdc: “Non fa onore alla nostra democrazia che forze politiche possano perdere la bussola del rispetto per le difficoltà dei cittadini”. Tra le righe si vedono i riferimenti ai due Matteo, Renzi e Salvini e a Giorgia Meloni, che qualche giorno fa aveva detto che il Rdc è come il metadone per i tossici”. Stasera Conte incontrerà i gruppi parlamentari 5S, presumibilmente per dare indicazioni sulle prossime mosse in Parlamento. Ne parleremo sul giornale di domani. Nel frattempo in aula si è fatto più insidioso il cammino del Ddl Zan. Come previsto, dopo la presentazione di oltre 1000 emendamenti (700 solo da parte della Lega), la discussione al Senato terminerà alle 20, e visti gli impegni successivi di Palazzo Madama la legge contro l’omotransfobia sembra avviata su un binario morto, con un probabile rinvio a settembre.

LA PALUDE DEI 49 MILIONI DELLA LEGA. Oggi Michele Scillieri, commercialista vicino al Carroccio e coinvolto nell’inchiesta sulla Lombardia Film Commission, ha affermato in aula, dove veniva ascoltato in qualità di testimone dell’accusa (sul banco degli imputati siede l’imprenditore Francesco Barachetti), di aver paura: “Ho ricevuto minacce e intimidazioni, epistolari, telefoniche e anche fisiche”. A partire da questa notizia, faremo il punto sulle inchieste che riguardano la sparizione dei 49 milioni di euro. In particolare, metteremo a fuoco tutti i punti in sospeso della vicenda, ciò che non torna (e forse non tornerà) nelle indagini delle Procure di Genova e Milano.


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