MA LA MINISTRA HA LETTO LA SUA RIFORMA? “I procedimenti puniti con l’ergastolo non sono soggetti ai termini dell’improcedibilità” e comunque “per i reati più gravi si prevede una possibilità di proroga”: questo ha affermato oggi la Guardasigilli durante un question time alla Camera, quasi a voler rassicurare i pm antimafia De Raho e Gratteri che ieri avevano sparato a zero sul testo in discussione. Eppure, se la ministra leggesse bene la riforma che porta il suo nome, scoprirebbe che hanno ragione loro. Ma non solo: sul Fatto di domani andremo a fare le pulci all’intera legge. E scopriremo altre brutte soprese che, per esempio, coinvolgono le donne. Vi racconteremo anche in quale direzione si sta andando e quali sono le modifiche che verranno chieste dai partiti (smentendo la vulgata che Pd e Movimento siano concordi).
LA BATTAGLIA SUL GREEN PASS E OBBLIGO VACCINALE. E così il giorno tanto atteso… non è arrivato. Il governo si sarebbe dovuto riunire oggi per decidere cosa fare con il green pass, il certificato vaccinale che garantirebbe l’accesso a una serie di strutture (mezzi pubblici, bar, ristoranti, discoteche). E invece la cabina di regia è stata rinviata a domani, perché le forze politiche sono tutt’altro che unanimi. A maggior ragione dopo l’entrata a gamba tesa di Confindustria, che a giornali unificati ha lanciato la proposta di certificato obbligatorio per i lavoratori (pena la sospensione dello stipendio). “Spero sia stato un colpo di caldo”, ha commentato stamattina il segretario della Cgil, Maurizio Landini, portandosi dietro sparuti consensi (tra tutti, il presidente della Camera, Roberto Fico). Sul tema, sentiremo il parere dell’ex procuratore, Raffaele Guariniello. La via che sembra più praticabile è quella di un obbligo “a scaglioni”: subito per i grandi eventi, da settembre per i trasporti. Però a tenere banco è anche un’altra categoria sulla quale si sta ragionando circa l’obbligatorietà dei vaccini: quella del personale scolastico (la prossima settimana è previsto un incontro col ministro Bianchi). All’interno del governo le posizioni sono opposte: Matteo Renzi ha fatto sapere di essere favorevole a obbligo e green pass, e quindi su una posizione “diametralmente opposta a quella di Salvini e Meloni”. Il M5S si limita a chiedere “regole certe per non affossare le attività produttive”, mentre il segretario Pd, Enrico Letta, aveva già sostenuto l’obbligo vaccinale e la spinta sul certificato. E in tutto questo la conferenza delle Regioni ha elaborato “alcune proposte per permettere la ripresa di attività fino ad oggi non consentite”. Insomma, un caos di non facile soluzione di cui vi daremo conto sul giornale di domani. Di schizofrenia politica (da Salvini in giù) si occuperà anche la nostra Selvaggia Lucarelli. Intanto, nell’attuale regime del green pass ci sono tante falle. Mentre il bollettino dei contagi registra un altro aumento.
CINGOLANI SBLOCCA LE TRIVELLE. Il ministero per la Transizione ecologica ha pubblicato il Piano per le aree idonee alle trivellazioni petrolifere (Pitesai), avviando una fase di audit della società civile fino a settembre. Per il Mite, che l’ha presentato sui social, si tratta di “uno strumento di pianificazione volto a individuare le aree dove sarà possibile svolgere o continuare a svolgere le attività di ricerca, prospezione e coltivazione degli idrocarburi in modo sostenibile”. Di fatto, il piano lascia intatte tutte le zone di trivellazione esistenti (bloccate con una moratoria dal ministro dell’Ambiente Costa nel precedente governo), nella generale soddisfazione delle aziende petrolifere. Gli ambientalisti sono sul piede di guerra, come testimoniano le parole di Maria Rita D’Orsogna docente universitaria negli Usa e ambientalista: “Siamo arrivati a questo: le ‘trivelle sostenibili’. Che presa in giro! Mentre il resto del mondo è sommerso da piogge torrenziali, calura infinita, s’insulta la nostra intelligenza”. Ma c’è soprattutto da dire che il piano trivelle conferma gli investimenti italiani in idrocarburi, sconfessando (una volta di più) l’impianto green e ambientale del Pnrr. Sul Fatto di domani vi spiegheremo nel dettaglio cosa prevede questo piano trivelle del governo.
LO “SCERIFFO” DI VOGHERA. Stamattina l’assessore alla Sicurezza del comune in provincia di Pavia, il leghista Massimo Adriatici è stato arrestato per aver sparato e ucciso un 39enne di nazionalità marocchina, Youns El Boussetaoui ieri notte. Adriatici si trova ora ai domiciliari e gli inquirenti stanno interrogando i testimoni dell’evento, avvenuto in una piazza della cittadina. Secondo fonti della Procura di Pavia sarebbe accusato di eccesso di legittima difesa. Adriatici ha detto di essere intervenuto perché Boussetaoui, con precedenti, stava importunando delle persone sedute ai tavoli di un bar. La sua difesa è che il colpo sia partito accidentalmente: sarebbe stato spinto dall’uomo e, stando alle sue parole riferite dai Carabinieri, “è stato a quel punto che dalla pistola già impugnata è partito il colpo”. Il leader della Lega Matteo Salvini ha subito preso le difese dell’assessore: “Altro che far west a Voghera – ha detto in un video su Facebook –si fa strada l’ipotesi della legittima difesa”, e descrive Adriatici come “vittima di un’aggressione” che “ha risposto e accidentalmente è partito un colpo”. Tra i testimoni c’è chi dice che Adriatici usciva spesso con la pistola e “si atteggiava da sceriffo”. Ricostruiremo il caso sul giornale di domani.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Cosentino e D’Alì, gli appelli pesanti. Si sono conclusi oggi i due distinti processi di secondo grado a carico dell’ex sottosegretario berlusconiano, Nicola Cosentino, e dell’ex senatore, sempre forzista, Antonio D’Alì. Dieci anni di carcere la condanna inflitta al primo, sei al secondo (le parole del procuratore generale Rita Fulantelli: “Era a disposizione di Messina Denaro”).
Giornalista spiato e condannato a 6 anni di carcere. In Marocco, Oman Radi è stato uno dei primi a raccontare le proteste: per questo veniva controllato attraverso Pegasus.
Dialogo a tinte rossonere. Andrea Scanzi intervista l’allenatore del Milan Stefano Pioli, in previsione della prossima stagione.
Bastian contrario. Per le nostre pagine estive, domani Pino Corrias ricorda Carmelo Bene.
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