Ammalato di troppi specchi, di troppo whisky e navigando sempre controcorrente, approdò a Venezia. Era l’anno 1989. Sontuoso ufficio di presidenza della Biennale. Nel silenzio Carmelo Bene, 52 anni, parlò: “Sono l’equivoco. Il disguido. Sono il capolavoro senza prezzo”. Davanti all’attonito consiglio di amministrazione, si apprestava alla sua migliore interpretazione di sempre. Inspirò l’aria, roteò […]
Bene, mai stato così male
Da maestro a provocatore. Dopo la Biennale, il diluvio. E la cirrosi