Il Fatto di domani. Controlli, lavoratori, discoteche: tutte le incongruenze del green pass. Controriforma Cartabia, le modifiche serviranno a poco

Di Il Fatto Quotidiano
26 Luglio 2021

RIFORMA CARTABIA, LA COPERTA È SEMPRE TROPPO CORTA. Sarebbe dovuta cominciare oggi, in commissione Giustizia alla Camera, la discussione sulla “salvaladri”. E invece tutto è stato rinviato, dopo il ricorso al presidente Fico presentato dal forzista Pierantonio Zanettin, che venerdì scorso si era visto dichiarare inammissibili tre emendamenti con la richiesta di “estendere il perimetro della legge” all’abuso d’ufficio. Il presidente della commissione, il 5S Mario Perantoni, ha ridotto drasticamente gli emendamenti, che da 1.631 sono diventati 400, in vista dell’approdo in Aula, venerdì prossimo, della riforma con tanto di fiducia annessa. Rimangono, dunque, poche ore, anche se si va concretizzando l’apertura del premier Draghi alle richieste avanzate da Giuseppe Conte sui reati di mafia e terrorismo, che non dovranno rispettare il limite dei tre anni in Appello e in Cassazione. I vertici del Movimento fanno sapere che è presto per cantare vittoria: “La richiesta è stata accolta, ma prima di dire che l’accordo è stato raggiunto è necessario vedere la modifica”. Sul Fatto di domani, però, ci chiederemo se basterà la mediazione ottenuta per affermare di aver portato a casa una riforma decente della giustizia penale. Come avevamo anticipato, dovrebbe arrivare fuori tempo massimo il parere del Csm, il 5 agosto, quindi oltre la fiducia, anche se in serata il vicepresidente del Csm David Ermini ha fatto sapere che sta lavorando per far approvare il parere in via straordinaria entro la fine della settimana. Sempre sulla Cartabia sentiremo anche il pm antimafia Nino Di Matteo e ospiteremo un intervento di Piercamillo Davigo.

I LIMITI DEL GREEN PASS. Di sicuro è servito da stimolo per i renitenti al vaccino (dopo Matteo Salvini, oggi è stato il turno di Giorgia Meloni). Ma finito l’effetto immediato, il certificato verde, che dal 6 agosto diventerà obbligatorio per accedere a eventi, cinema, teatri e ristoranti al chiuso, a meno di due settimane dall’entrata in vigore non sembra avere tutte le carte in regola. E non parliamo delle argomentazioni dei no vax strumentalizzati dall’estrema destra, ma di alcuni problemi pratici della norma. Il primo e più essenziale: chi farà i controlli? Poi c’è una questione che riguarda i guariti, sollevato oggi da Guido Rasi, ex direttore dell’Agenzia europea del farmaco e consulente del commissario Figliuolo: “Bisogna che il green pass, entro il 4 agosto, venga reso facile e dato a tutti quelli che ne hanno diritto, inclusi anche quei 4 milioni di ex malati di Covid che hanno pieno diritto ad avere il certificato, quasi quanto i vaccinati”. Altre questioni attengono alle conseguenze per chi lavora nei settori soggetti a obbligo di certificazione: gli esercenti protestano. Senza parlare dell’incoerenza di tenere chiuse le discoteche ma lasciare che ristoranti e bar organizzino serate musicali. Ce ne occuperemo sul Fatto di domani. Nel frattempo, anche gli altri paesi europei stanno adottando misure analoghe. Intanto l’epidemia in Italia continua la sua corsa: oggi oltre 3000 casi con la metà dei tamponi, un tasso di positività al 3,5% e soprattutto ricoveri in aumento di ben 120 unità.

SARDEGNA, IMPREPARATI ALLA CATASTROFE. La provincia di Oristano brucia senza sosta da giorni. Oltre 20 mila ettari di territorio sono stati ridotti in cenere (la stima è di Coldiretti) e gli sfollati sono quasi 1500. È uno scenario infernale, che trasmette la sensazione di una catastrofe inevitabile. Eppure, anche se le cause dei roghi sono ancora da accertare, sul fronte della prevenzione stanno emergendo una serie di preoccupanti carenze: mancano personale e mezzi, mentre da settimane alcuni Comuni sardi avevano chiesto che venissero messi in sicurezza boschi e terreni agricoli. Vi racconteremo i dettagli sul giornale di domani.

SVEGLIATI, ARCELOR, E REINTEGRA L’OPERAIO. “Il licenziamento impugnato è da annullare per insussistenza del fatto contestato, con conseguente condanna del medesimo datore di lavoro alla reintegrazione nel posto di lavoro”: il tribunale di Taranto ha chiuso così la vicenda del licenziamento, avvenuto lo scorso aprile, di Riccardo Cristello, un operaio dell’ex Ilva di Taranto che si era “permesso” di pubblicare un post sulla fiction “Svegliati Amore Mio”, di cui era protagonista Sabrina Ferilli. L’azienda lo aveva giudicato “gravemente lesivo” per l’immagine del gruppo e “irrimediabilmente lesivo” del presupposto fiduciario del rapporto di lavoro e così lo aveva lasciato a casa. Dopo il licenziamento si erano moltiplicati gli appelli a sostegno del lavoratore da parte della stessa Ferilli e oggi Cristello ha voluto ringraziare tutti: “Ancora non ci credo: sono stati mesi difficili, mi sono ritrovato a casa, senza lavoro, con 2 bambini, ma non sono rimasto solo. Ringrazio tutti quelli che mi sono stati vicini, da mia moglie che è una grande donna, al sindacato, all’avvocato, agli attori Sabrina Ferilli, Simona Izzo e Ricky Tognazzi”.


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