Il Fatto di domani. Giustizia: dopo la Cartabia, la destra prepara una nuova offensiva. Covid, effetto Europei e zoccolo “no vax”

Di Il Fatto Quotidiano
31 Luglio 2021

LA CARTABIA VA AL VOTO, MA LA DESTRA PREPARA UN’ALTRA OFFENSIVA. Incassato l’accordo di maggioranza, domani la riforma Cartabia arriva alla Camera, e come annunciato il governo metterà la fiducia. Oggi la Guardasigilli ha difeso strenuamente il suo progetto, anche se, come abbiamo raccontato, la serie di errori commessi pesano come un macigno sulla sua carriera. Se Giuseppe Conte e il M5S hanno strappato il regime speciale per i reati di mafia, l’impianto della riforma rimane carente per quanto riguarda i reati dei colletti bianchi, e inoltre, come già rilevato da Csm e addetti a lavori, introduce una norma che dà alla politica la sponda per interferire sull’attività dei magistrati. Ne parleremo nei particolari sul Fatto di domani. L’estenuante braccio di ferro con cui si è arrivati al testo definitivo non ha fiaccato le intenzioni del centrodestra, soprattutto Forza Italia, che è già al lavoro per attaccare altre norme “scomode” dal suo punto di vista. Sul giornale di oggi vi abbiamo raccontato del blitz del deputato Pierantonio Zanettin che ha inserito un articolo per limitare la possibilittà di riaprire le indagini su casi giudiziari controversi. Sul Fatto di domani vedremo che c’è molto altro: sulla giustizia, il centrodestra sta preparando una vera offensiva d’autunno.

LA CURA DI RENZI PER POVERI E PRECARI: “SOFFRIRE”. Il leader di Italia Viva non perde occasione (e sono tante, visto che sta presentando il suo ultimo libro in giro per l’Italia) per scagliarsi contro il reddito di cittadinanza. Due settimane fa lo aveva definito “diseducativo e clientelare”, ieri sera invece a ha detto: “Io voglio mandare a casa il reddito di cittadinanza, perché voglio riaffermare l’idea che la gente deve soffrite, rischiare, provare, correre, giocarsela. Se non ce la fai ti diamo una mano, ma bisogna sudare ragazzi. I nostri nonni hanno ricostruito l’Italia spaccandosi la schiena, non con i sussidi di Stato”. A qualcuno sarà tornato in mente il suo elogio del costo del lavoro dell’Arabia Saudita. Dopo queste parole, comunque, sui social l’indignazione si è diffusa rapidamente, sotto l’hashtag #RenziFaiSchifo. Strumentalizzazioni a parte, esistono ormai diversi studi e molti dati che mostrano l’efficacia del Reddito di cittadinanza come misura di contrasto alla povertà. C’è il rapporto Caritas, e il report dell’Istat sui dati di giugno, che rileva come le misure straordinarie adottate nel 2020, tra cui l’ampliamento del RdC, hanno contribuito a sostenere i redditi delle famiglie ed evitato un aumento esponenziale delle disuguaglianze. Troverete i dettagli sul Fatto di domani.

COVID, EFFETTO EUROPEI E ZOCCOLO “NO VAX”. Registriamo da giorni l’aumento preoccupante della diffusione del virus in Italia. L’Istituto Superiore di Sanità ha certificato ieri che la variante Delta è dominante, e che stanno salendo in modo preoccupaten i tassi di incidenza e i ricoveri, tanto che alcune regioni rischiano di passare in fascia gialla a fine agosto. I dati di oggi confermano il trend: sono più di 6500 i positivi rilevati nelle ultime 24 ore, con un tasso di positività al 2,4%. Ma l’Iss ha anche cominciato a calcolare l’effetto Europei: le nuove diagnosi tra giovani maschi sono cresciute più delle altre categorie. In questo scenario, gli esperti ribadiscono che l’unico modo per evitare un ritorno alle restrizioni è vaccinare sempre di più. Soprattutto in vista della ripresa della scuola a settembre (oggi anche il garante dell’infanzia ha lanciato un appello al governo per un ritorno in presenza.) E allora, a che punto è la campagna di immunizzazione nel nostro Paese? Dai dati delle Regioni si legge che i nuovi prenotati per la prima dose siano in maggioranza giovani. Mancano all’appello gli over 50 non ancora vaccinati, che da un mese si cerca di intercettare e convincere (con appelli senza effetto del generale Figliuolo). Si tratta di 2,1 milioni di cinquantenni e quel milione di sessantenni. In una fase di relativa disponibilità di dosi, c’è da cominciare a supporre che questi italiani siano proprio contrari al vaccino. Faremo il punto della situazione sul giornale di domani.


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