CARTABIA (e il M5S) ALLA PROVA DELLA FIDUCIA. È arrivato il giorno della fiducia alla riforma della giustizia. La Camera è convocata tra circa un’ora e inizierà a votare il disegno di legge stanotte, per arrivare poi a un voto finale domattina. Oggi Giuseppe Conte è tornato a rassicurare sulla tenuta della mediazione faticosamente raggiunta la scorsa settimana. Incontrando la ministra Marta Cartabia a Bologna alla commemorazione delle vittime della strage del 1980, ha detto: “Oggi andrà tutto bene”. Ma nel Movimento non sono ancora del tutto svanite le ombre della defezione dei 40 deputati registrata ieri, nonostante l’appello chiaro del leader all’unità. Vedremo sul Fatto di domani quali sono gli umori interni al Movimento. Conte ha anche ricordato che il ddl Cartabia mantiene in molti punti l’impianto della legge Bonafede. Domani sul quotidiano faremo un confronto tra i due testi, e torneremo sulla valutazione complessiva degli effetti della Cartabia con un’intervista al procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri e un intevento di Massimo Fini. Intanto, oggi sono cominciate le votazioni online per il nuovo statuto del Movimento, prima tappa per avviare ufficialmente il nuovo corso di Conte.
ARRIVANO LE NUOVE MISURE SUL GREEN PASS. Messa da parte la questione giustizia, le forze di maggioranza riprendono a dividersi sul tema del green pass. E la prima trincea sarà la cabina di regia prevista domani (già rimandata dalla scorsa settimana) in cui si affronterà il nodo delle norme per i mezzi pubblici e per la scuola a partire da metà settembre. Nelle ultime ore le critiche sono venute soprattutto dalla Lega, da sempre contraria a misure restrittive (fino al punto di mandare i suoi ministri in piazza con i no green pass la scorsa settimana). Dalle spiagge del Papeete e di Milano marittima, dove si chiude oggi la festa nazionale del suo partito, Matteo Salvini ha rilanciato i suoi strali: “Parlare adesso, il 2 agosto, di green pass vorrebbe dire rovinare il turismo. Lo faremo più avanti, seguendo i dati”, parole che hanno riaperto la polemica nella coalizione di governo. Sul fronte dell’epidemia, i dati dei contagi di oggi segnano oltre 3100 casi e un tasso di positività al 3,8% (come sempre di lunedì, i numeri sono viziati dalla quantità ridotta di tamponi effettuati la domenica). Uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità ha rilevato che negli ultimi 30 giorni degli 81.714 contagiati da Covid 915 erano operatori sanitari. Inoltre c’è il rischio concreto che diverse Regioni tornino a colorarsi di giallo nelle prossime settimane: in Sardegna il tasso di occupazione delle terapie intensive è arrivato al 9%. Sul Fatto di domani vedremo qualche anticipazione sulle nuove norme in corso di valutazione. E anche qualche contraddizione: il green pass, ad esempio, al momento non sempre funziona per i guariti dal Covid.
IL LAZIO OSTAGGIO DEGLI HACKER. L’attacco informatico al cuore della Regione Lazio, che da sabato tiene bloccati i server regionali rallentando tutti i servizi al cittadino e costringendo gli operatori sanitari a proseguire la campagna vaccinale con metodi manuali, è ancora in corso e non è stata trovata una soluzione. Il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, l’ha definita un “atto terroristico” e ha specificato che “nella notte c’è stato un altro attacco, respinto senza ulteriori danni”. L’entità della falla (in gergo data breach) preoccupa la sicurezza nazionale tanto da portare la vicenda nell’agenda del Comitato parlamentare per la Sicurezza (Copasir), che tra domani e mercoledì sentirà la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e la direttrice del Dis Elisabetta Belloni. A quanto si apprende dall’indagine, gli hacker agirebbero dall’estero e avrebbero usato una postazione di un dipendente rimasta aperta per installare il virus ransonware che blocca i dati anagrafici dei cittadini contenuti nei server regionali (tra cui anche alcuni molto sensibili, come quelli di Sergio Mattarella e Mario Draghi), tuttora inaccessibili. La Regione ha smentito di aver ricevuto una richiesta di riscatto, anche se l’obiettivo tipico di questo crimine informatico è la richiesta di denaro. In ogni caso, si tratta dell’offensiva informatica più grande mai registrata in Italia contro un servizio pubblico. Sul Fatto di domani torneremo sul caso di cronaca raccontandovi tutti i particolari dell’indagine in corso, ma faremo anche un bilancio degli attacchi hacker verificatisi nel mondo negli ultimi anni: vedremo che quello del ricatto informatico è un business in crescita.
OLIMPIADI: NON TUTTO È ORO. Ieri è prevalsa la commozione nazionale per l’impresa di Marcell Jacobs e Gianmarco Tamberi. Quella dei due atleti italini è stata senza dubbio un’impresa storica, ma l’atletica in generale non se la passa tanto bene. Da oltreoceano è arrivata un’accusa, neanche tanto velata, che mette in dubbio i record degli olimpionici alludendo allo spettro del doping: “Sarebbe ingiusto accusare Jacobs”, si legge sulle colonne del Washington post, ma “sarebbe sbagliato non riconoscere il contesto della sua impresa. Jacobs merita il beneficio del dubbio, ma il suo sport no”. Gli fa eco, anche più esplicitamente, l’inviato a Tokyo del New York Times: “Il nuovo campione olimpico dei 100 metri, Marcell Jacobs, è andato sotto i 10 secondi per la prima volta a maggio. È venuto qui e ha corso 9,84 nella semifinale e 9,80 per la vittoria. Ah bene”. Problemi ancora diversi sta affrontano la scherma nazionale, colata a picco dopo anni di glorie. Sul giornale di domani vi proporremo un approfondimento speciale su tutti i guai olimpici italiani e non solo.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Si continua a licenziare. L’ultimo caso riportato dalle cronache è quello dell’azienda bolognese Logista, che ha mandato a casa 90 persone con un messaggio Whatsapp.
Lobby di Londra. Nel Regno Unito è cominciata una grande inchiesta sulle attività di alcuni parlamentari per favorire interessi privati e di categoria.
Non sono una signora come tante. Loredana Bertè è intervenuta nel dibattito sull’identità lgbt+ con un testo sul valore della diversità: lo leggerete domani sul Fatto.
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