Tre giorni dopo la morte di Laila el Harim, operaia rimasta schiacciata in un macchinario alla Bombonette di Camposanto (Modena), spunta un nuovo indagato: dopo il legale rappresentante dell’azienda, la Procura ha iscritto anche il delegato alla sicurezza, nipote dello stesso legale rappresentante. Ieri si è anche rincorsa la voce per cui sullo smartphone della lavoratrice sarebbero presenti foto della fustellatrice, scattate probabilmente per testimoniare il malfunzionamento. L’avvocato della famiglia l’ha smentito, ma il compagno di Laila ha confermato che l’operaia aveva confidato preoccupazione sulla sicurezza della macchina. Sempre ieri, i sindacati hanno incontrato l’azienda. “Volevamo vederli di mattina – spiega la Cgil Modena – poi hanno rimandato perché avevano le consegne. Quando ci hanno accolti, il turno era finito e non abbiamo parlato con i lavoratori. Non ci hanno nemmeno fatto vedere il macchinario dicendo che è sotto sequestro”. Ieri è stato l’ultimo giorno lavorativo prima della pausa estiva.
Due indagati per la morte di Laila el Harim. L’operaia si lamentava della poca sicurezza