L’avvocato diventato capo, anzi presidente, promette che con lui le cose cambieranno, dentro e fuori il M5S: “Ci faremo sentire ai tavoli, sui contenuti concreti, non con slogan e dichiarazioni”. E giura di non aver intenzione di disarcionare Mario Draghi: “Vogliamo cooperare in modo franco e costruttivo col governo”. Però alla fine Giuseppe Conte il punto di arrivo di un percorso lo indica: “Se i cittadini vogliono che la riforma Cartabia cambi, in caso di esiti insperati prima della fine del regime transitorio, ovvero del 2024, non dovranno che votarci in massa: ho preso il solenne impegno che non consentiremo impunità”.
È ufficiale, è stato votato dagli iscritti: lei è il presidente del Movimento, un movimento di cui ha sottolineato più volte la vocazione collegiale. Questo sembra però più un plebiscito per il leader di un partito personale, no?
Non ho alcuna intenzione di utilizzare a fini personali l’investitura ricevuta da questa amplissima partecipazione degli iscritti. Voglio rafforzare le competenze trovate nel Movimento.
Coinvolgerà, come si dice, anche molti esterni, sia nei ruoli del M5S che nelle future liste elettorali?
Sicuramente ci gioveremo anche dell’apporto della società civile, sia per i forum tematici che per la condivisione di contenuti e programmi, sia coinvolgendo tanti esperti nella scuola di formazione. Poi ci saranno tanti innesti anche nei nuovi gruppi territoriali e nelle amministrazioni locali.
Quando nominerà i vicepresidenti e gli altri organi?
La nuova squadra arriverà a settembre. Sarà la testimonianza di un grande rinnovamento, con l’inserimento di un centinaio di nuove figure.
Ci faccia qualche nome.
Ci sarà spazio per tantissimi. Vi faccio un solo esempio, anche se potrebbe apparire minore. Incontrando i parlamentari, ho conosciuto meglio il deputato Raffaele Bruno, un regista che da anni si dedica a progetti teatrali per la rieducazione dei detenuti.
Ha sentito Beppe Grillo? Non ha fatto neppure un video per sostenere la sua candidatura.
Non ho sollecitato alcun endorsement sul mio voto. Ho preferito che tutto venisse lasciato alla sensibilità degli iscritti.
Grillo l’ha definita senza visione, inadeguato. C’è stata una tregua, ma le scorie resteranno, no?
Con lui c’è stata una dialettica dura che appartiene al passato. Ci siamo parlati in modo franco, e abbiamo convenuto che questo progetto fa il bene del M5S. E il bene del Movimento sta a cuore a entrambi.
Luigi Di Maio sembra il garante del governo Draghi, anche rispetto a Conte: sbagliato?
Tra noi non c’è alcun dualismo. Nel M5S non ci saranno governisti e anti-governisti. Lavoreremo tutti per offrire leale collaborazione al governo di un Paese che deve ancora uscire dall’emergenza sanitaria.
Con Di Maio vi siete rinfacciati perfino le rispettive veline di stampa. Così bene non va tra voi…
Sono tre anni che remiamo nella stessa direzione. Luigi è una risorsa del Movimento, e continuerà a esserlo. Ha avuto un ruolo apicale nel M5S.
Lei auspica collaborazione col governo. Ma questo esecutivo sta smontando tutte le vostre riforme. E ora nel mirino c’è il reddito.
Il Movimento che esce da queste votazioni, rafforzato nella leadership, si farà ascoltare più efficacemente. È già successo sulla giustizia: grazie al nostro intervento la riforma è migliorata. Ma devo dire che apprezzo molto le ultime dichiarazioni di Draghi, che riconoscono l’importanza di un sistema di protezione sociale come il reddito di cittadinanza.
Ora però lei per recuperare consensi, dovrà farsi sentire dal governo.
Ci faremo sentire, ma sui contenuti, con le proposte. A differenza di altri, non ci sentirete gridare o giocare ad apporre bandierine.
Per tornare al Movimento, Alessandro Di Battista pretende che usciate da questo governo.
Io dico ad Alessandro che con il nuovo corso del M5S farà ancora più valere i suoi valori e princìpi rispetto al passato. Confido che possa tornare per dare il suo contributo.
A Palazzo Chigi c’è stata un’infornata di economisti turbo-liberisti. È la conferma che questo governo pende a destra?
Credo che i turbo-liberisti siano stati sconfitti dalla storia. Se il governo precedente avesse sposato un credo iper-liberista non avremmo ottenuto il Recovery plan dalla Ue durante la pandemia. Il massiccio intervento dello Stato a protezione del tessuto economico e sociale ha avuto il benestare di premi Nobel come Stiglitz e Krugman, che esortò l’amministrazione Usa ad adottare le stesse politiche del mio governo.
La pandemia non ce la siamo messa alle spalle. Al netto della scuola, ora sembra che sul virus a dare la palla sia più il leader leghista che il ministro Speranza o il Cts, pilastri invece del suo metodo…
Oggi abbiamo la maggioranza della popolazione vaccinata, anche se non siamo usciti dall’emergenza. Ma sono situazioni incomparabili. Durante il mio governo abbiamo assunto un metodo chiaro e lineare, nonostante all’inizio le informazioni fossero scarse, operando scelte politiche sulla base di evidenze scientifiche. È stato confortante apprendere da un recente studio dell’Iss che il nostro sistema di differenziazione delle regioni per colori ha contribuito a salvare vite umane e a far ripartire prima le attività economiche e sociali. Non dobbiamo ora, invece, lasciarci confondere dagli slogan di Salvini. Continua a rincorrere gli umori più contrastanti delle piazze. Ma così non si gestisce una pandemia, si creano solo disastri. Noi vigileremo perché siano adottate le misure necessarie, le meno restrittive possibili, e nel segno dell’adeguatezza e della proporzionalità. Il green pass è una buona soluzione.
Lo avrebbe reso anche lei obbligatorio per i docenti?
Sì, lo avrei proposto anche io, ma non credo sia una misura risolutiva. Il green pass è utile per conciliare salute ed economia, e va usato in modo intelligente per consentire le massime riaperture, anche dei luoghi più affollati.
Il tentativo di nominare all’Anas Ugo De Carolis, storico braccio destro di Giovanni Castellucci in Atlantia; Renato Farina, consulente del ministro Brunetta… Come fa a spiegarlo a un elettore 5S?
Ho visto Draghi molto attento a queste dinamiche, e sono sicuro che vorrà intervenire per scongiurare o rimuovere nomine inopportune che i cittadini stenterebbero a comprendere.
Il nuovo M5S, ha assicurato, avrà come colonna portante l’ambiente. Ma non ha lottato per “salvare” i reati di disastro ambientale dall’improcedibilità.
Abbiamo creato, con le nostre modifiche alla riforma, una cintura di protezione ai processi direi ben sufficiente.
Vale quindi il “bicchiere mezzo pieno”? E allora i tanti magistrati che continuano a bocciare la riforma? Ora che i reati di corruzione rischiano per legge l’impunità, che dice?
Senza il nostro intervento, le importanti modifiche ottenute non ci sarebbero state. Per i processi contro la PA e per quelli per reati ambientali, così come per tutti, abbiamo un ampio regime transitorio fino a tutto il 2024, che ci consentirà, prudentemente, di monitorare l’impatto anno per anno dei nuovi provvedimenti, col vincolo, da parte del ministro della Giustizia, di intervenire coi necessari correttivi, qualora l’obiettivo di velocizzare i processi non venga raggiunto. E, poi, nel regime ordinario, con un’ordinanza del giudicante, sarà possibile portare a 3 anni tutti questi processi. Molti dei quali, per corruzione o traffico di rifiuti, ricadono nella fattispecie di reato del 416bis.1, collegati a organizzazioni mafiose. E questo consente di allungare ulteriormente i tempi.
Ha detto che, nel caso, interverrete. Come?
Lo dico chiaro a tutti i cittadini: se ci darete fiducia e forza alle prossime elezioni politiche, io prendo sin d’ora un impegno solenne. In prossimità della scadenza del regime transitorio, vigileremo affinché la durata media dei processi sia davvero più breve, in modo che non siano a rischio di estinzione. Altrimenti interverremo coi correttivi necessari. I cittadini devono essere consapevoli: se voteranno il centrodestra rischiano modifiche nel senso di una maggiore impunità. Se voteranno M5S avranno la solida garanzia di rafforzare un attento guardiano della tenuta del sistema di giustizia penale.
Intanto siamo entrati nel semestre bianco. Teme che Matteo Renzi e Matteo Salvini, concordi quasi su tutto, facciano asse per eleggere un candidato di centrodestra al Quirinale?
Voglio sperare che per l’elezione del prossimo presidente della Repubblica non ci saranno maggioranze precostituite, per lavorare al ribasso, ma un confronto sereno e trasparente.
Anche Giorgia Meloni ha aperto alla candidatura di Draghi.
Ho già detto che Draghi non va tirato per la giacchetta, anche perché queste iniziative finiscono per nascondere finalità strumentali di corto respiro.
Lei un anno fa alla Festa del Fatto aprì a un Mattarella-bis. Ora lo invocano in tanti…
Siamo in una fase prematura. La mia opinione su Mattarella è nota: è persona di grande saggezza politica e istituzionale.
Ha annunciato un tour dell’Italia, che partirà dal Nord. Come avverrà?
Sarà un modo per dialogare con tutti i cittadini, comprese le imprese del Nord. In passato hanno dimostrato di non comprendere certe nostre posizioni. A loro illustrerò il nostro Statuto degli imprenditori, concepito per semplificare la burocrazia e concentrare i controlli sulle imprese. E spiegherò il nuovo corso del Movimento.