“DURIGON FUORI DAL GOVERNO!” – FIRMA LA NOSTRA PETIZIONE SU CHANGE.ORG
Da tempo è in corso una sequenza di atti e di episodi che, considerati singolarmente, sarebbero sufficienti a causare preoccupazione in qualsiasi cittadino sensibile allo spirito repubblicano, ma presi nel loro insieme costituiscono anelli di un’unica catena che mette in discussione i fondamentali del nostro sistema democratico.
Eccone un florilegio: la commissione toponomastica del Comune di Alessandria propone di intitolare una via a Giorgio Almirante. Alessandria è Medaglia d’oro per la Resistenza ed è la città ove ha trascorso la vita Carla Nespolo, compianta presidente nazionale Anpi. Aggiungo che l’attribuzione di strade e piazze al nome di Almirante è già avvenuta e sta avvenendo in altri luoghi.
Recentemente si è svolto a Todi un sedicente festival della cultura promosso da CasaPound col patrocinio del Comune e dell’Assemblea legislativa della Regione Umbria. In alcune località i rappresentanti istituzionali hanno partecipato a cerimonie in memoria dei militi di Salò.
A Gorizia si celebrano sempre in Comune i fasti della X Mas alla presenza dei suoi labari. L’assessore veneta Elena Donazzan, già nota per una performance canora di Faccetta nera in una radio, ha celebrato il 25 aprile nel luogo dove morirono 14 nazisti. Si discuterà prossimamente in Parlamento un disegno di legge che in sostanza equipara le foibe alla Shoah, mentre negli scorsi anni i due Consigli regionali di Friuli Venezia Giulia e Veneto hanno approvato due mozioni che sanzionano la libertà di ricerca storica.
L’assessore siciliano Alberto Samonà, autore di versi inneggianti alle Ss, scrive la prefazione ad un volume dedicato a Leonardo Sciascia (!) e presentato nel centenario della sua nascita.
Sono recentissime le due vicende forse più emblematiche: non per diritto ma per scelta del governo è stato nominato ambasciatore a Singapore il diplomatico Mario Vattani, fascista non pentito, autore in passato di imprese incompatibili con tale carica. È il più elementare dei principi di non contraddizione: un fascista non può rappresentare la Repubblica antifascista.
E ancora: il sottosegretario al Mef Claudio Durigon propone di rinominare a Latina il parco Falcone e Borsellino così: Arnaldo Mussolini. Siamo alla farsa (macabra). Ciò che accomuna tutti questi episodi è che – ciascuno a suo modo – rinviano a una rivalutazione del fascismo e a una presa di distanza dalla Resistenza. Ma ancor più grave è che i protagonisti di tali fatti sono tutti, tutti!, donne e uomini delle Istituzioni.
È questo lo scenario in cui il Forum delle associazioni antifasciste e della Resistenza ha avviato una campagna per intitolare vie, piazze, giardini, parchi, a partigiani, deportati e antifascisti. Ma il quadro rimane allarmante: occorrerebbe subito una modifica della legge sulla toponomastica, affinché si vieti l’attribuzione di nomi di personalità fasciste, razziste e naziste. Ma non basta. È di questi giorni la commistione profonda del movimento no vax e no pass non solo con conclamate organizzazioni fasciste, ma anche con parti dell’estrema destra parlamentare, nel pieno di una crisi sociale di proporzioni inedite in un clima ansiogeno e rancoroso che attraversa una faglia della vita civile.
Si è all’altezza di questa situazione se si risponde colpo su colpo, se ognuno si assume le proprie responsabilità. È il compito primario di tutte le Istituzioni, chiamate a difendere e rispettare il patto costituzionale. Ma in primo luogo è il compito del governo, che può e deve intervenire subito, dal caso Vattani al caso Durigon. La partita è adesso, e la posta è più importante dei giochi di potere in un ministero e degli equilibri di governo.