KABUL, LA FUGA DI MASSA ORA SPAVENTA L’OCCIDENTE. È stata una nuova giornata di altissima tensione in Afghanistan, dove la popolazione tenta di scappare dal nuovo regime talebano con ogni mezzo a disposizione. Ha fatto il giro del mondo l’immagine di 640 persone ammassate nella pancia di un C-17 Globemaster III, un velivolo cargo americano decollato dall’aeroporto della capitale. Tutte persone portate in salvo (anche se il Washington Post dà notizia di un cadavere trovato nel vano carrelli di un altro aereo americano), a dispetto, però, delle decine di migliaia che finora sono costrette a rimanere nel timore per la propria vita. Oggi i talebani hanno ribadito di aver dichiarato un’amnistia generale per tutti e, hanno specificato alla tv di Stato, “le donne non saranno vittime, ma avranno ruoli nella struttura di governo”. A una condizione, drammatica: che rispettino la sharia (oggi la provocazione delle giornaliste di Tolo News, tornate a condurre i tg). E allora cresce la preoccupazione dell’opinione pubblica internazionale per la catastrofe umanitaria a cui rischiamo di assistere mentre, incredibilmente, i grandi della Terra continuano a perdere tempo. Sulla scia del presidente Usa Biden, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, che ha ammesso gli errori dell’alleanza, ma ha addossato la colpa agli afgani: “È stato un collasso militare e politico non prevedibile. La leadership politica afgana ha fallito nel trovare una soluzione politica”. Dagli Usa il portavoce del Pentagono, John Kirby, ha assicurato che il ritmo del ponte aereo accelererà, per un totale di 9mila trasferimenti al giorno. E il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha garantito che anche l’Italia, “finché le condizioni lo consentiranno, proseguirà le operazioni di evacuazione di altri connazionali e di cittadini afghani che hanno sostenuto la nostra ambasciata e il nostro contingente militare. Nei prossimi giorni dovremmo lavorare a un’iniziativa coordinata a livello internazionale per assicurare voli umanitari e far sì che all’emergenza si sostituisca un processo organizzato”. Molti sindaci italiani si sono già detti disponibili ad accogliere le famiglie dei collaboratori in fuga dal Paese. Sul Fatto di domani, oltre a un’intervista al politologo francese Olivier Roy, tracceremo le rotte di quello che potrebbe essere un esodo di massa che si riverserà ai confini europei.
CASA PER CASA, FACCIA PER FACCIA. Una domanda che è d’obbligo porsi in queste ore è chi siano i nuovi leader talebani e soprattutto com’è cambiato il gruppo di potere in questi vent’anni di guerra. La galassia dei talebani di oggi risponde a Haibatullah Akhundzada, ha il volto del mullah Abdul Ghani Baradar e una leadership di eredi del mullah Omar, fondatore del movimento che dominò il Paese dal 1996 al 2001, e di Jalaluddin Haqqani, padre della famigerata rete Haqqani. Oggi la delegazione guidata da Baradar è arrivata a Kandahar da Doha, dove pare si fosse rifugiata nel 2001. Sul giornale di domani vi racconteremo le storie e le caratteristiche dei nuovi leader e come si è modificata la strategia (anche comunicativa) di questi nuovi padroni dell’“Emirato islamico”. Torneremo ancora sulla questione delle responsabilità del fallimento, che è un fallimento dell’ideale occidentale della democrazia esportabile, cominciando proprio da Joe Biden e dall’arsenale di retorica che ha mobilitato ieri.
COVID: AGOSTO FRENA I VACCINI, NON L’EPIDEMIA. La Sicilia vede “giallo”: il passaggio di colore potrebbe arrivare già da lunedì 23 agosto, se i dati rimarranno stabili. L’isola oggi ha registrato un boom di contagi: 1.229 su 26.865 tamponi nelle ultime 24. La Confcommercio regionale ha fatto autocritica: “Bisognava mettere maggiore impegno nel rispetto delle norme”, ha dichiarato il presidente Gianluca Manenti, che ha parlato di “bulimia” nella gestione del turismo. Anche la Sardegna ha superato la soglia critica di occupazione delle terapie intensive, ora all’11% e l’azienda sanitaria locale prova a correre ai ripari aprendo nuove degenze. Nella riorganizzazione rientrano anche i trasferimenti. A complicare il quadro c’è la lettura di Massimo Galli, primario dell’ospedale Sacco di Milano: “Per leggere correttamente la curva dei contagi da Covid adesso bisogna soprattutto chiedersi quanto siano attendibili i dati a disposizione in questo particolare periodo dell’anno. È altamente probabile che il numero dei contagi sia molto più alto rispetto a quello ufficiale”. Le ferie d’agosto incidono negativamente anche sulla campagna di vaccinazione. L’obiettivo annunciato dal commissario Figliuolo è di arrivare all’80% di popolazione immunizzata entro fine settembre, ma i numeri delle somministrazioni delle ultime settimane hanno segnato il passo e non si riesce ad aggredire lo zoccolo duro di over 50 non vaccinati: circa 4 milioni di persone nella fascia d’età a rischio. I dati di oggi: 5200 nuovi casi e 54 decessi, con ricoveri e intensive in aumento. Sul giornale di domani faremo alcune stime dell’andamento epidemico in Italia, guardando anche alla lezione di alcuni Paesi vicini come Israele, dove i contagi risalgono a 8600 in un giorno, ma grazie ai vaccini un terzo è asintomatico.
DURIGON: PERCHÉ IL FASCIOLEGHISTA È COSÌ IMPORTANTE PER SALVINI? “Nessuna nostalgia per nessun regime né il fascismo né il comunismo. Quel parco a Latina è stato per decenni intitolato al fratello di Mussolini, quindi non è nulla di nuovo ma non ci interessa il ritorno al passato. Siamo nel 2021, diritti e libertà non si toccano”. Matteo Salvini è tornato così sul caso Durigon, sminuendo ancora la gravità delle affermazioni del fascioleghista e la sua nostalgia mussoliniana. L’argomentazione non regge: non è vero che il parco era intitolato ad Arnaldo Mussolini, come spiegheremo nei particolari sul giornale di domani. Mentre trascorre un altro giorno di silenzio di Draghi (siamo a 12, “Se tace è complice di Durigon”, ha detto oggi al Fatto Paolo Flores D’Arcais), si avvicina anche il momento della verità, con la mozione di sfiducia promossa da Pd, M5s e Leu. Sembra che una parte della Lega sia pronta a scaricarlo. Allora, perché Durigon è così importante per Salvini? Sul Fatto di domani vedremo che la risposta ha a che fare con le amministrative. Parleremo del caso anche con Salvatore Borsellino, fratello di Paolo a cui il parco di Latina è intitolato. La nostra petizione si avvicina a 150 mila firme: dai il tuo contributo. Restando in tema nostalgici, si segnala la denuncia dell’associazione delle vittime delle stragi, che chiede a Draghi di bloccare la nomina del direttore della Biblioteca nazionale ai vertici dell’Archivio centrale dello Stato, per via di una certa indulgenza nei confronti del fascista Pino Rauti.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Arriva Ita. La compagnia di bandiera nata dalle ceneri di Alitalia comincia a vendere biglietti e dovrebbe iniziare a operare dal 15 ottobre. Il condizionale è d’obbligo.
Venezia a mezzo servizio. D’estate la Laguna è tornata a riempirsi di turisti, ma non tutte le strutture ricettive sono pronte.
Capolavori oscuri. Riemerge dal lato sbagliato della Storia di un bel romanzo scritto da un filonazista.
Scopri le nostre newsletter: Clicca qui
Scrivici a: newsletter@ilfattoquotidiano.it