I due Matteo (Renzi e Salvini) sono tornati ieri a minacciare il reddito di cittadinanza che, assicurano, sarà prontamente smontato. Sempre ieri è cominciato a Glasgow, in Scozia, il 22° Congresso mondiale del Reddito universale, occasione per mostrare che la questione di un reddito di base non è una stravaganza grillina, ma un tema globale. E non è un caso che all’appuntamento scozzese, tutto online, abbia inviato un messaggio la premier scozzese Nicola Sturgeon, sostenitrice di un progetto di reddito.
La Scozia. Il congresso durerà fino al 21 agosto e prevede 250 speaker da tutto il mondo e circa mille partecipanti. Nei giorni scorsi era stato annunciato dal blog di Beppe Grillo che fino a ieri pomeriggio non si era però registrato. Presente invece la rete italiana Basic Income Network, presieduta da Sandro Gobetti che, raggiunto dal Fatto, spiega la novità scozzese: “Questa edizione si fa in Scozia perché è uno dei paesi con un dibattito sul reddito di base universale e incondizionato molto avanzato. Il Parlamento e la premier Sturgeon sono tra i maggiori sostenitori, tanto che hanno già investito diverse centinaia di migliaia di sterline per avviare studi di fattibilità per introdurlo in alcune contee della Scozia”.
Il segretario del governo per la Giustizia sociale, Shona Robison, è incaricata di portare avanti i lavori necessari a introdurre la misura che, secondo il governo, potrebbe fornire una garanzia economica per vivere una “vita dignitosa, sana e finanziariamente sicura”.
A tal fine è stato istituito un gruppo direttivo presieduto da Russell Gunson, direttore dell’Istituto per la ricerca sulle politiche pubbliche in Scozia. Gunson ha affermato che “la proposta fisserà un reddito di base sotto il quale nessuno dovrà scivolare.”
Sindaci Usa. Tra le sperimentazioni in corso verrà discussa quella che coinvolge ormai decine di città degli Stati Uniti dove, anche con i fondi di sostegno all’emergenza Covid, lo Stato della California ha stanziato 30 milioni di dollari. Se, come mostrato durante la pandemia, mettere soldi nelle tasche delle persone costituisce un modo per fronteggiare la povertà, un numero crescente di sindaci ha formato una coalizione, la Mayors for a Guaranteed Income, che prevede di utilizzare i dati per fare pressioni sulla Casa Bianca e sul Congresso e introdurre un reddito garantito federale. Tra i sindaci c’è quello di Los Angeles che ha approvato un programma da 24 milioni di dollari per garantire a 2.000 famiglie 1000 dollari al mese.
Canada e Germania. Se ne parla anche in Canada con l’iniziativa “Un reddito di base per Terranova e Labrador” e se ne parla in Germania dove un reddito di base e la pensione minima di solidarietà a 1200 euro sono fissati nel programma elettorale della Die Linke, la sinistra.
La Corea del Sud. Ne discute la Corea del Sud, che non è certo patria di populismi esasperati, in vista delle presidenziali. Il leader del Partito Democratico Lee Jae-myung, attualmente governatore della provincia di Gyeonggi, ha introdotto un reddito di base.
“Questa edizione è molto più ricca delle precedenti” aggiunge Gobetti che ricorda anche le sperimentazioni in India, Finlandia, Kenya e Uganda: “I progetti pilota di un reddito di base incondizionato sono moltissimi per cui ci si concentra molto sulle novità mondiali”. Una conseguenza anche dell’emergenza Covid che, in Europa, si è tradotta nell’Iniziativa dei cittadini europei per il reddito di base, la raccolta di 1 milione di firme, prevista dalle regole comunitarie, per chiedere alla Commissione e al Parlamento europeo di discuterne.