Nel mezzo della conversazione don Luigi Ciotti si interrompe. Fa una pausa, poi scandisce per tre volte le stesse parole: “Deve andarsene, deve andarsene, deve andarsene: possibile che nessuno abbia ancora preso una decisione?”. Il fondatore di Libera e del Gruppo Abele sta parlando di Claudio Durigon, sottosegretario leghista all’Economia che ha proposto di intitolare il parco di Latina ad Arnaldo Mussolini (fratello del duce) invece che a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Lui, che da prete di strada combatte ogni giorno contro la droga e le mafie (è sotto scorta da 32 anni), quella frase non può proprio accettarla: “Durigon deve dimettersi perché, come ci insegnava Falcone, le istituzioni sono sacre e qui è in gioco la credibilità della nostra democrazia”.
Don Luigi Ciotti, cosa ha provato quando ha ascoltato le parole di Durigon?
Credo che sia una proposta inaccettabile per chi crede nella Costituzione e nella democrazia. Ma soprattutto è uno schiaffo ai familiari di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e anche dei ragazzi delle scorte che sono morti con loro. Il mio pensiero va a tutti i familiari delle vittime innocenti di mafia che ancora oggi vivono il dolore, la sofferenza e portano addosso le ferite di quella violenza criminale. Quello di Durigon è un insulto a tutti loro.
Il sottosegretario della Lega ha detto che bisogna recuperare le “radici” della città di Latina.
La sua proposta è doppiamente grave perché da un lato si vorrebbe riportare a galla la memoria del fratello del fondatore di una dittatura che ha portato all’Italia morti, guerre e tragedie; dall’altro si vorrebbe accantonare la memoria di due martiri della libertà repubblicana e democratica, morti per combattere il potere mafioso e quei poteri oscuri che ancora oggi lo sostengono. È inaccettabile.
Perché lo ha detto, secondo lei?
Queste provocazioni servono a recuperare un po’ di visibilità. Oggi si usa dire: “Bene o male non importa, l’importante è che se ne parli”. Ma questo è un modo volgare, preoccupante e degradante di rappresentare le istituzioni. Per questo è bene che Durigon se ne vada…
Ovvero?
Se ne deve andare perché le istituzioni, ce lo ricordava proprio Falcone, sono sacre e per questo chi le rappresenta deve dimostrarsi eticamente all’altezza del ruolo. Non bisogna mai confondere le istituzioni con le persone: la sacralità delle istituzioni, infatti, sta nel fatto che chi le rappresenta deve essere garante e promotore di bene comune. E Durigon ha fatto esattamente il contrario: ha tradito la Costituzione antifascista su cui ha giurato e anche il patto di fiducia che con i cittadini. Deve andarsene.
Dovrebbe dimettersi spontaneamente?
Se avesse un po’ di dignità dovrebbe fare un passo indietro. Mi auguro la sua coscienza lo porti alle dimissioni.
E se non lo farà?
Chi governa, quindi il Presidente del Consiglio Mario Draghi, lo dovrebbe cacciare. Non c’è altra parola: cacciare.
Però il premier non ha ancora detto una parola sul caso e non sembra voler intervenire.
Ma com’è possibile che una persona del genere stia ancora al suo posto e che, dopo così tanti giorni, non sia ancora stata presa una decisione? Draghi deve allontanare Durigon anche per tutelare il suo governo da persone del genere. Mi rivolgo a lui: non bastano le riforme, è la politica che deve riformare se stessa facendo anche un po’ di pulizia al suo interno. Qui è in gioco la credibilità delle istituzioni e della politica stessa.
Si spieghi.
La dimensione etica della politica è stata barbaramente calpestata: la proposta di Durigon è una cattiva testimonianza nei confronti dei cittadini, soprattutto giovani, che ancora credono nella politica. Tutti devono far sentire la propria voce: ci sono pericolosi rigurgiti neofascisti che stanno riprendendo sempre più piede, dobbiamo scuotere le coscienze.
Se Durigon rimarrà al suo posto come se niente fosse cosa farete?
Non è possibile, mi auguro e sono convinto con tutto il mio cuore che non andrà a finire così e che chi ha la responsabilità di governo sappia cogliere il grido di migliaia di persone oneste che ogni giorno lottano per liberare il Paese da mafie e corruzione che soffocano la libertà e la dignità della gente. Il nostro Paese deve essere ancora liberato da questi fenomeni. Il messaggio di Durigon è devastante e per questo non può rimanere al suo posto.