Se Silvio Berlusconi è quello in formissima della foto postata un paio di giorni fa, mentre stringe entrambe le mani a un Matteo Salvini esultante e con scudetto del Milan, diteci per quale diavolo di motivo non potrebbe candidarsi al Quirinale? “Sembra un vero miracolo italiano”, hanno scritto i colleghi del Tempo, anch’essi impressionati dalla straordinaria trasformazione dell’ex cavaliere. Che non più tardi del 18 luglio scorso aveva postato un’altra foto ricordo, con Gigio Donnarumma andato a salutarlo dopo la vittoria agli Europei e prima della partenza per Parigi. Sempre a villa Certosa, dove seduto con il portiere della Nazionale era invece apparso “assai pallido, affaticato e anche un pizzico imbolsito”. Mentre poche settimane più tardi, accanto a Salvini, mostrava un’immagine come rigenerata, “in ottima forma, abbronzatissimo, rilassato e sorridente e con un giro di vita evidentemente ridotto”.
Merito sicuramente di una efficace dieta detox e di una cura solare intensa a cui il fondatore di Forza Italia, riferiscono fonti a lui vicine, si sarebbe sottoposto sfidando i dardi infuocati di Lucifero e le altissime temperature agostane. Da una simile cottura chiunque altro ne sarebbe uscito flambé, non certo Silvio nostro. Bersaglio infatti dei vili attacchi dei soliti leoni da tastiera che hanno scatenato la consueta campagna di odio gettando nel ventilatore i risibili sospetti di un fotomontaggio.
Nell’augurare, naturalmente, a Silvio Berlusconi cent’anni ancora di lifting, non sottovalutiamo affatto il suo desiderio di mostrarsi ringiovanito e pimpante stante le voci sempre più insistenti di una sua candidatura al Quirinale. A cui starebbe lavorando cercando di mettere insieme i pezzi del centrodestra: da qui l’ipotesi di una federazione Azzurro-Verde a cui Salvini non sarebbe contrario. Anche per arginare l’avanzata di Giorgia Meloni, una che sui partiti unici della destra e accrocchi del genere ha sempre storto il naso. Neppure è dato sapere cosa la leader di FdI realmente pensi di un’operazione Silvio for president, da lanciare fin dalle prime votazioni per il Colle. Temiamo però che per il prossimo fondatore della Giovane Italia sarebbe meglio non saperlo.