KABUL, “UN CANALE DI SANGUE”: L’ATTENTATO CHE COLPISCE USA E TALEBANI. “Ci sono molti morti vicino a me e il canale è diventato color sangue”, ha raccontato una testimone. Qualche ora fa a Kabul si sono verificate due esplosioni fuori dall’aeroporto: una all’ingresso della struttura e l’altra davanti al limitrofo hotel Baron. Il bilancio delle vittime si aggrava col passare delle ore: poco fa il New York Times riportava 40 morti e 120 feriti (il video dei soccorsi). Secondo fonti della difesa britannica citate da Sky news, è “altamente probabile” che l’attacco a Kabul sia stato compiuto dal gruppo terroristico Isis-K, composto da islamisti radicali affiliati allo stato islamico che considerano i talebani afghani nemici alla stessa stregua degli occidentali. Secondo le informazioni, le esplosioni sarebbero dovute a un kamikaze esploso al Baron Hotel e un’autobomba presso il l’Abbey gate dell’aeroporto della capitale afghana. Altre fonti dicono che il terrorista dell’autobomba avrebbe sparato sulla folla. A restare coinvolti nelle esplosioni sono stati ovviamente gli afghani che stavano provando a fuggire dal Paese, ma anche miliziani dei talebani e due soldati statunitensi, di cui uno sarebbe grave. Spinto da quest’ultima notizia, Joe Biden a Washington è entrato nella situation room, mentre alcuni Repubblicani cominciano a chiedere le sue dimissioni. La tragedia conferma le peggiori previsioni dell’intelligence statunitense, che meno di 24 ore fa aveva lanciato l’allarme sulla “forte probabilità” di attentati terroristici di matrice Isis, (che considera i talebani troppo moderati e nemici al pari degli occidentali) in particolare con autobombe lanciate contro la folla, mentre mancano ormai poche ore per portare a termine l’evacuazione definitiva dei civili cittadini e collaboratori degli occidentali, per poter rispettare la deadline del ritiro completo anche dei militari il 31 agosto. Al momento in cui scriviamo, comunque, non si ha notizia di rivendicazioni da parte di gruppi terroristici. Neanche un’ora prima dell’attentato era decollato un C-130 del ponte aereo italiano. La fine dell’evacuazione degli italiani era prevista stasera entro mezzanotte. Sul Fatto di domani daremo conto degli ultimi sviluppi e analizzeremo come gli eventi influiranno sul ritiro delle truppe: se le operazioni si faranno più affrettate, aumentano i rischi di lasciare più persone sul terreno. Leggerete anche un intervento di Pino Arlacchi.
EPILOGO VICINO PER DURIGON. Come abbiamo scritto sul giornale di oggi, la questione non è più il se, ma il come. Ormai il sottosegretario all’Economia che ha proposto di intitolare il parco Falcone e Borsellino di Latina ad Arnaldo Mussolini nel governo ha le ore contate. La vicenda si concluderà con ogni probabilità con le dimissioni volontarie, per evitare di sbattere contro la mozione di sfiducia in Parlamento. Sarebbe una vittoria per la nostra petizione, che ha superato le 160 mila firme. Ma, come vedremo sul Fatto di domani, Matteo Salvini non ha intenzione di scaricare Durigon del tutto, perché l’ex sindacalista Ugl di Latina è una tassello importante della base politica della Lega al centro Italia. Così, nonostante l’avversione neanche troppo celata espressa a suo riguardo dalla “vecchia guardia nordista” del Carroccio, per Durigon potrebbe esserci un incarico di rilievo nel partito.
REFERENDUM GIUSTIZIA, LA DICHIARAZIONE CHE DIVIDE IL CENTRODESTRA. Un uomo è stato arrestato e condotto in carcere nel foggiano per aver violato la misura cautelare del divieto di avvicinamento che gli era stata applicata in seguito a una denuncia per atti persecutori. Che cosa sarebbe successo se fosse già passato il quesito numero 5 del referendum promosso dai Radicali sulla giustizia, quello firmato anche da Lega e Forza Italia e Italia Viva? Che probabilmente, come ha denunciato oggi Telefono Rosa sulle nostre pagine, quell’uomo non sarebbe finito in carcere. Il quesito, infatti, imporrebbe limiti “agli abusi della custodia cautelare”: in particolare, si chiederà ai cittadini di abrogare la seconda parte del comma c, che riguarda la “reiterazione del reato”. Il problema è che la “reiterazione del reato” è proprio una caratteristica dello stalking. Di fatto si lascerebbe al Gip un margine di interpretazione troppo ampio e, viste le polemiche seguite alla morte di Vanessa Zappalà, la ragazza di Aci Trezza uccisa dal suo ex fidanzato, iniziative come questa non sembrano andare nell’interesse delle troppe vittime di stalking. Sul giornale di domani torneremo sulla questione con una dichiarazione di un esponente di peso del centrodestra che rischia di incrinare il fronte referendario. Ci occuperemo anche della vicenda di Martina Rossi, la ragazza morta dopo essere precipitata dalla stanza di un hotel di Palma di Maiorca nel 2011: la Cassazione ha rinviato l’udienza al 7 ottobre. Due dei reati di cui erano stati accusati i due imputati erano già prescritti, ora il timore è che faccia la stessa fine anche quello di tentato stupro. “La Cassazione si è impegnata a evitare la prescrizione”, hanno rassicurato i genitori.
COVID, IL PUNTO ZERO DEI TRASPORTI IN VISTA DELLA RIPRESA. Se la settimana scorsa l’aveva per così dire “scampata”, stavolta per la Sicilia il passaggio in giallo sembra certo. L’ufficialità arriverà domani, nella conferenza di monitoraggio del ministero della Salute. Il rischio non riguarda solo la Sicilia: anche la Sardegna si avvicina alla fine della settimana con dati preoccupanti sul piano dei ricoveri ospedalieri, mentre il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie ha aggiornato in negativo la mappa dell’incidenza di positivi ogni 100mila abitanti: ora anche la Campania è rossa, come già Toscana, Marche, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. La Fondazione Gimbe ha reso invece disponibile il suo report indipendente, che registra una frenata importante della campagna vaccinale durante il periodo delle vacanze (ad agosto -66% di somministrazioni) e denuncia anche diverse criticità non affrontate che riguardano il rientro a scuola e al lavoro, atteso per la prossima settimana. Il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Enrico Giovannini, ha chiesto alle Regioni di aggiornare i loro piani di mobilità del trasporto pubblico locale (è di loro competenza), ma come abbiamo scritto oggi il problema è che degli 800 milioni stanziati per potenziare il comparto nel 2020 è stato speso poco o niente. Sul Fatto di domani leggeremo nel dettaglio il report di Gimbe, e sul tema dei trasporti intervisteremo Fulvio Bonavitacola, che coordina la Commissione infrastrutture e trasporti della Conferenza delle Regioni. Torneremo anche sul tema della terza dose di vaccino, parlando con Lorenzo D’Avack, giurista e presidente del Comitato nazionale di bioetica. Qui i dati di oggi.
CITTÀ CHE VAI, CAMPAGNA CHE TROVI. Negli ultimi giorni Roma si è riempita di manifesti elettorali con la faccia di Giorgia Meloni e la scritta “L’Italia del riscatto”. Quasi si votasse a ottobre per le politiche e non per le amministrative. Sarà forse che lo slogan iniziale del candidato sindaco di Fratelli d’Italia, “Michetti chi?”, in fondo in fondo ci aveva preso? Si scherza, naturalmente. La verità è che le urne si avvicinano e i partiti stanno portando avanti strategie diverse nella gestione delle campagne elettorali. Conte fa i bagni di folla in giro per le città, Letta gioca da solo (per il seggio a Siena), Salvini manda Bernardo allo sbaraglio a Milano, a Roma potrebbe essere Beatrice Lorenzin la capolista per Gualtieri. Sul Fatto di domani vedremo come si stanno comportando i leader e analizzeremo alcuni sondaggi, a un mese e mezzo dal voto.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Fed, si avvicina la fine di un’epoca. C’è grande attesa al simposio annuale delle banche centrali di Jackson Hole, dove il presidente della Federal Reserve Jerome Powell potrebbe annunciare una svolta nella politica monetaria statunitense.
Fotografie del 900. A Venezia, una mostra antologica dedicata a Mario De Biasi.
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