Un mese fa, organizzando la festa del Fatto a Roma, abbiamo pensato a un confronto fra i 4 candidati a sindaco. E li abbiamo invitati. Calenda, Gualtieri e Raggi hanno subito accettato, Michetti ha rifiutato (come la sua vice Matone). La settimana scorsa gli staff dei tre candidati ci hanno confermato la loro presenza. Ieri, al Foglio, Calenda ha dichiarato che non verrà, senz’avere neppure il coraggio e la buona creanza di avvertirci: “Non voglio legittimare quel giornalismo fondato sugli insulti, le insinuazioni e gli sputacchiamenti. Non è un posto serio dove fare un confronto”. Gli abbiamo chiesto via sms a quale Calenda dovessimo credere: a quello che aveva aderito e confermato o a quello del Foglio? Nessuna risposta. Poi, dopo ore, la conferma imbarazzata del suo portavoce, che aveva appreso anche lui la defezione dal Foglio. Naturalmente ce ne faremo una ragione. Già lo conoscevamo come mediocre politico e pessimo ministro: ora scopriamo che è pure un codardo, un cialtrone e un cafone. Ma anche un bugiardo: due anni fa, ospite della nostra festa alla Versiliana, ci ringraziò per la correttezza con cui avevamo gestito il dibattito. Segno evidente che non gli avevamo riservato né insulti né insinuazioni né sputacchiamenti. Purtroppo.
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