Atterratoieri mattina a Fiumicino l’ultimo aereo italiano con i profughi afghani, ma anche con il personale dell’ambasciata presente ancora a Kabul, a partire dal console Tommaso Claudi e dall’ambasciatore Nato Stefano Pontecorvo. Di Maio soddisfatto: “Avete onorato il Paese”.
La vicenda del console Claudi, che console non è essendo ancora Secondo Segretario, durerà ancora a lungo. Perché, come si è visto da immagini molto efficaci, ha dato prova di saper stare sul campo e rendersi utile, dopo il rientro dell’ambasciatore ad agosto motivato da “valutazioni operative”. E perché sarà il simbolo del ritrovato orgoglio della diplomazia italiana, in genere non particolarmente visibile. Luigi Di Maio ieri mattina ha voluto rimarcare che Claudi “ha fatto onore all’Italia”, ma soprattutto che l’organizzazione dei rimpatri, con circa 5000 persone evacuate da Kabul, “è il primo per numero dell’Unione europea”. Meglio dell’Italia, infatti, solo Usa e Gran Bretagna.
Ieri mattina a Fiumicino c’era sicuramente un’aria di festa, oltre che di mestizia per quanto accaduto nei giorni scorsi. Il comandante del contingente Carabinieri presso l’ambasciata, Alberto Del Basso, ha espressamente riconosciuto a Claudi il merito di aver risparmiato vittime ai militari italiani avendo preso sul serio gli avvisi di attentati terroristici e tenuto tutti al sicuro.
La situazione a Kabul è rimasta “caotica” dice ancora Del Basso, mentre l’ambasciatore Pontecorvo fa sapere che dall’aeroporto non partirà più nessuno, ma che sono calme per il momento le vie di terra. Anche per questo sia l’Italia, con Di Maio e ieri anche con Enrico Letta, sia la Francia con il presidente Emmanuel Macron, insistono sull’organizzazione di vie di transito per garantire il deflusso di rifugiati. “Corridoi umanitari” dice Letta, mentre Macron annuncia “contatti” con i talebani per organizzare gli aiuti umanitari. Dipenderà dagli equilibri che si troveranno a Kabul – ieri si sono svolti colloqui tra l’ex presidente Hamid Kharzai ed emissari talebani – e da come l’occidente deciderà di restare.
Tornando all’Italia, quello che emerge da questa vicenda è un senso di ricompattamento interno alla Farnesina e di spirito di squadra. Si rafforza anche il ruolo di Enrico Sequi, già ambasciatore a Kabul e passato da capo di Gabinetto di Di Maio a segretario generale. Lo stesso Di Maio si presenta molto attivamente e anche ieri ha rilanciato il “piano italiano” per l’Afghanistan, per la verità al momento un po’ generico, ma tutto proiettato all’attività umanitaria.