Il Fatto di domani. Green pass, il pacco di Salvini al premier: prima ritira gli emendamenti, poi vota con FdI. Nucleare, ecco perché da noi non ha senso. E Draghi diventa Dragone

Di Il Fatto Quotidiano
7 Settembre 2021

GREEN PASS, SALVINI SFIDA ANCORA DRAGHI. L’estensione del Green pass ai dipendenti della Pa e del settore privato dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri giovedì, subito dopo la Cabina di Regia. Fonti ministeriali parlano di un decreto composto da un solo articolo. E fin qui siamo al futuro. Il presente è la votazione iniziata oggi sul decreto che istituisce il certificato verde, quella su cui la Lega ha votato contro in commissione: 15 votazioni a scrutinio segreto. E qui si apre il sipario del teatrino: stamattina il Carroccio ha ottenuto il voto senza fiducia, in cambio ha rinunciato agli emendamenti presentati dai suoi. Ma subito dopo il partito di Salvini si è astenuto su quello che doveva sopprimere il pass e ha fatto sapere che potrebbe votare alcuni degli emendamenti presentati da FdI, e soprattutto uno particolarmente insidioso: la proposta di modifica che estende l’esenzione del Green pass, non solo “ai soggetti esclusi per età dalla campagna vaccinale” ma anche “ai minori di 18 anni”. Una scelta che ha fatto insorgere gli altri partiti della maggioranza. Insomma è andata in scena una partita a scacchi tra Draghi e Salvini, il cui esito è tutto da vedere. E intanto i vari schieramenti politici litigano anche sull’introduzione del certificato per accedere al Parlamento. Qui i dati dei contagi di oggi.

BARBERO DIVIDE L’UNIVERSITÀ. Sempre a proposito di Green pass ci occuperemo della polemica che sta scuotendo le Università. Lo storico Alessandro Barbero ha firmato assieme ad altri professori, una lettera contro l’uso del certificato: “Dal 1° settembre per frequentare le università, sostenere gli esami e seguire le lezioni serve il Green pass. Molti tra noi hanno liberamente scelto di vaccinarsi; tutti noi, però, reputiamo ingiusta e illegittima la discriminazione introdotta ai danni di una minoranza in contrasto con la Costituzione”. Lettera che ha suscitato discussione: “Rispetto l’opinione dei colleghi e delle colleghe – risponde il rettore dell’Ateneo dove Barbero insegna Storia Medievale – ma non deve essere confusa con quella della stragrande maggioranza dei docenti, delle studentesse e degli studenti, del personale tecnico-amministrativo dell’Università del Piemonte Orientale, favorevole al Green pass e fermamente allineata alla prevalenza della libertà collettiva”. Sul Fatto di domani ascolteremo il parere degli esperti sulla questione.

AMMINISTRATIVE: ALLE URNE SIAM FASCISTI. Gli ultimi sondaggi pubblicati danno l’asse Pd-M5s primo a Bologna e favorito a Napoli, mentre a Torino e Trieste è in vantaggio il centrodestra. A Roma tutto aperto, con il candidato della destra Enrico Michetti in testa, tallonato dal Pd Roberto Gualtieri e dalla sindaca 5S Virginia Raggi. L’appoggio dei 5 Stelle al secondo turno dovrebbe risultare determinante anche per la rielezione di Giuseppe Sala a sindaco di Milano. A essere eletti, però, non sono solo i sindaci, ma anche i consiglieri. E conviene guardarle bene, le liste dei candidati. Per esempio, a parte il caso della no vax antisemita candidata a Roma con Michetti, in tutta Italia si può trovare un discreto numero di candidati neofascisti tra le fila della Lega e di Fratelli d’Italia. A Roma, invece, nonostante Gualtieri tenda a presentare il suo partito cambiato (anche oggi lo ha ripetuto al Manifesto: “A Roma il Pd ha imparato dagli errori”), gli attuali incarichi dei protagonisti del siluramento politico dell’allora sindaco Ignazio Marino ci mostrano un’altra storia. Vedremo che fine hanno fatto sul Fatto di domani.

CENTRO PER MATTARELLA (E PER RESTARE IN PARLAMENTO). Cominciato già da un po’, il “romanzo” del Quirinale è arrivato al punto in cui pezzi di vari partiti, trasversali agli schieramenti, cominciano a sostenere con insistenza il “bis” di Mattarella. Sono l’ala governista della Lega (Giorgetti), i renziani e l’ala post-renziana del Pd e i vari gruppi centristi. Il primo intento è, chiaramente, blindare il governo di Mario Draghi e il “governo dei Migliori” senza opposizione. L’altro, più inconfessabile, obiettivo, è tenersi saldi alla poltrona. Alle prossime elezioni politiche, infatti, entrerà in vigore il taglio dei parlamentari. Sul giornale di domani vedremo cosa vuole il fronte centrista della “continuità”.

IL NUCLEARE NON FA BENE ALL’AMBIENTE, E SIAMO TROPPO INDIETRO. Stamattina si è tenuto il Seminario nazionale della società pubblica per lo smantellamento degli impianti nucleari. È un passaggio importante del processo di consultazione pubblica avviata dal governo per individuare, insieme alle istituzioni dei territori, il luogo dove creare il deposito nazionale delle scorie nucleari. Sono 67 i siti al vaglio, in 7 Regioni. Il deposito che dovrà accogliere 95 mila metri cubi di scorie, di cui 78 mila a bassa intensità. Come sappiamo, di recente si è tornato a parlare di nucleare anche come fonte di energia. La lobby italiana del nucleare, mai spenta, è tornata sotto la bandiera del green. Merito, si fa per dire, del ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani, che la settimana scorsa ha presentato questa ipotesi come alternativa ai combustibili fossili. Ancora oggi il sottosegretario al ministero degli Esteri, Benedetto Della Vedova, ha difeso la tesi: “Cingolani non parlava del nucleare a tecnologia attuale. Se arriverà una tecnologia particolarmente nuova, sarebbe insensato non affrontare la discussione. Credo sia chiaro a tutti che la carbon neutrality accelerata, con la mobilità sull’elettrico, comporterà investimenti sulla produzione di energia rinnovabile”. Sul Fatto di domani vedremo perché le alternative al nucleare tradizionale non potranno essere usate per contribuire alla decarbonizzazione.

REDDITO, I SUSSIDI ALLE IMPRESE NON AIUTANO I POVERI. L’idea tanto cara alla destra (Renzi compreso) di spazzare via il Reddito di cittadinanza per usare i soldi “per sussidiare le imprese e creare occupazione” significa non avere a cuore i poveri. Come vedremo sul giornale di domani anche negli anni in cui l’occupazione è cresciuta, per esempio nel periodo post-Jobs act per via delle decine di miliardi di sussidi alle imprese messi da Renzi, la povertà è cresciuta lo stesso.


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Se Draghi diventa “Dragone”. Il premier ha telefonato a Xi Jinping sulla situazione dell’Afghanistan. Vi ricordate quando parlare con la Cina equivaleva a un tradimento nazionale?

Alla faccia della moderazione: ecco il governo talebano. I mullah hanno annunciato oggi la composizione del governo dell’Emirato islamico, tra ricercati e personaggi non proprio moderati.

Attentato del Bataclan. Domani si apre in Francia il processo per gli attacchi del 13 novembre 2015 a Parigi.

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