PERFINO I LEGHISTI ISOLANO SALVINI. Per semplificare la situazione si possono usare due scene, avvenute a qualche chilometro di distanza l’una dall’altra. Nella prima c’è Matteo Salvini ad Assisi, uno dei palchi elettorali che sta girando in vista delle amministrative. Il leader leghista rispolvera il cavallo di battaglia dell’immigrazione e continua la sua crociata polemica contro la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese: “Il ministro Lamorgese sembra sia pagato per fare polemica con me e con la Lega. Intanto sono sbarcati 40 mila clandestini, ci sono rave party abusivi e femminicidi. Faccia la ministra dell’Interno se vuole farlo, altrimenti lasci il posto a chi mette la sicurezza degli italiani al primo posto”. Poi ha usato allo stesso scopo anche il caso dell’accoltellamento di Rimini. Nell’altra scena c’è Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico e punto di riferimento dei governatori leghisti. È a Città di Castello e parla di green pass: “Bisogna vedere la realtà in modo pragmatico”, dice Giorgetti, che poi rincara la dose: “Quella di estendere il Green pass a tutti i lavoratori è un’ipotesi in discussione. L’esigenza delle aziende è di avere la sicurezza per chi opera nei reparti. Credo, quindi, che si andrà verso un’estensione senza discriminare nessuno, possibilmente”. Queste frasi del numero due della Lega, noto per rappresentare l’ala “governista”, stona con la posizione pubblica di Salvini, che ancora oggi sull’ipotesi dell’estensione del green pass ha detto “non commento le ipotesi”. Intanto, fonti della Lega fanno trapelare che il partito non presenterà emendamenti al decreto legge sul green pass, che domani approda al Senato. A questo, come vedremo sul Fatto di domani, si aggiunge il malessere dei governatori leghisti del nord per la linea salviniana della corsa a destra per tamponare l’ascesa dell’opposizione di Fratelli d’Italia. Oggi anche Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli, ha ammesso l’utilità del certificato verde. Tanto basta per chiedersi se Salvini rappresenti ancora la maggioranza della Lega. Dietro la crisi di autorità del leader c’è, vedremo, la partita del sostegno al governo Draghi e il futuro del partito dopo le amministrative di ottobre.
LA RIFORMA FISCALE DI DRAGHI, COI FICHI SECCHI. “Questa settimana affronteremo il tema della delega fiscale, che è un tema divisivo secondo solo a quello della riforma della giustizia”, afferma la ministra Mariastella Gelmini. Mentre nel governo si litiga sulla legge Concorrenza (sono le lunghissime concessioni balneari a dividere), sul Fisco le cose non vanno meglio. La tanto attesa riforma degli scaglioni sembra sia poca cosa. Sul Fatto di domani vi racconteremo cosa sta succedendo: di soldi ce ne sono pochi e di conseguenza quella che doveva essere uno dei pilastri del governo Draghi si sta sgretolando.
A SCUOLA COL GREEN PASS E SULL’AUTOBUS CON L’ASSEMBRAMENTO. Oggi la campanella è suonata nella maggior parte delle regioni italiane. Esattamente come un anno fa, gli studenti hanno dovuto indossare la mascherina in classe, anche perché il metro di distanza previsto nel 2020 ha ceduto il posto all’“ove possibile”. Osservato speciale il green pass, che le nuove norme vogliono obbligatorio per tutto il personale scolastico e per chiunque varchi la soglia degli istituti. Dalla politica e dai presidi plauso unanime alla riuscita dell’operazione “primo giorno”, eppure i veri protagonisti, gli studenti, hanno denunciato l’assurdità di dover viaggiare su mezzi pubblici affollatissimi e di dover rimanere molte ore all’interno di classi pollaio. Dove sono finiti gli interventi sull’edilizia scolastica? E quanto durerà il “mai più Dad” sbandierato dal ministro Bianchi? Sul Fatto di domani vedremo com’è andata davvero e sentiremo il parere dell’infettivologo Massimo Galli. Intanto, sul fronte epidemico, ecco i dati dei contagi delle ultime 24 ore: 2800 nuovi casi e 36 morti, numeri che scontano l’abituale frenata dei test di domenica. Poco fa il generale Figliuolo ha annunciato che le terze dosi di vaccino per le categorie fragili partiranno dal 20 settembre.
REDDITO DI CITTADINANZA: ECCO PERCHÉ HA FUNZIONATO. Sul Fatto di domani vi mostreremo i dati Inps sui percettori del reddito di cittadinanza, che raccontano che la larghissima parte di chi oggi lo riceve prima della misura non lavorava o aveva un salario annuo sotto la soglia di sussistenza. Inoltre, le statistiche sui posti vacanti dei diversi settori economici raccontano che le posizioni lavorative che restano vuote negli ultimi anni sono sempre di meno. Anche nella ristorazione e nel turismo, da cui partono ogni tanto appelli, pretestuosi, al “non riesco a trovare dipendenti perché tutti preferiscono stare a casa col reddito di cittadinanza”. Una volta di più, insomma, i numeri seppelliscono la “teoria del divano” usata da Matteo Renzi, Confindustria e centrodestra per demolire la misura, senza fondamento. La verità è che ce l’hanno con i poveri.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Caro bollette. “Queste cose vanno dette, abbiamo il dovere di affrontarle”, ha detto il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani. Il costo della luce è già aumentato del 20% negli ultimi mesi, e nel prossimo trimestre dovrebbe salire del 40%. E a pagare saranno i consumatori.
Patrick Zaki rinviato a giudizio. Dopo un anno e sette mesi di detenzione preventiva nelle carceri egiziane, il processo inizierà domani.
Femminicidi: è una strage. Oggi altri due casi: nel Bresciano un donna è stata accoltellata a morte nel garage di casa sua dall’ex marito, in provincia di Cosenza un’altra è stata uccisa dal marito dopo una lite.
Germania, anno zero. Nel dopo Merkel sembra vicina la fine del predominio politico della colazione di centrodestra dei cristianodemocratici (Cdu-Csu). Ecco com’è andato il secondo dibattito tv.
Strehler intervista Strehler. Un inedito dagli archivi del Piccolo, in esclusiva per noi.
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