Arriva una buona notizia per il senatore di Forza Italia Luigi a purpett Cesaro, pochi giorni fa raggiunto da una richiesta di arresto per concorso esterno in associazione camorristica perché ritenuto garante di un patto politico-mafioso con il clan Puca alle comunali di Sant’Antimo del 2017. Ieri il Tribunale di Napoli Nord ha assolto lui, i fratelli Aniello e Raffaele, il figlio Armando (capogruppo azzurro in Campania fino al 2020), l’ex consigliera regionale Flora Beneduce e altri 24 imputati da accuse di voto di scambio relative alla tornata elettorale del 2015.
Le elezioni campane concluse con il trionfo di Armando Cesaro: 22.312 preferenze. Ma una parte di quel boom, secondo la procura di Napoli, si fondava su clientele documentate da intercettazioni estrapolate dalle inchieste di camorra a carico del padre e degli zii. Intercettazioni “inutilizzabili” per il processo, su istanza dell’avvocato Alfonso Furgiuele. “Non festeggio, troppe ingiurie e tristezze” commenta Armando Cesaro ricordando che per questa inchiesta rinunciò alla ricandidatura.