Un enorme faro. È quello acceso a giugno dalla Procura di Cagliari sulla nuova villa – 543 mq, 4 piani, 20 vani, più giardino in una zona residenziale di Cagliari – acquistata dal presidente della Regione, Christian Solinas, il 10 marzo 2021 per 1,1 milioni di euro. Da prima dell’estate il sostituto procuratore Maria Virginia Boi ha aperto un fascicolo conoscitivo, un modello 45, senza indagati, su quella operazione. I magistrati stanno raccogliendo elementi su una palazzina di tre piani di nuova costruzione che sta sorgendo su un terreno originariamente appartenente alla villa stessa. In passato, infatti, il lotto dove si sta edificando era una porzione di giardino della villa e ospitava la piscina.
Il problema è che la nuova casa di Solinas e la nuova palazzina sorgono in un’area sottoposta a vincoli ambientali. Sono infatti situate a meno di 150 metri dal “Parco naturale del Molentargius-Saline”, l’area umida più importante del Mediterraneo per la nidificazione dei fenicotteri. E in molti – a iniziare dagli ambientalisti del Gruppo di intervento giuridico della Sardegna – si sono chiesti come sia stato possibile che i costruttori abbiano ottenuto i permessi per l’edificazione del nuovo complesso. Interrogativi che si sono trasformati in numerosi esposti (molti dei quali anonimi) giunti in Procura. Da qui l’apertura del fascicolo conoscitivo. Neanche le rivelazioni del Fatto circa gli investimenti risalenti al 2013 e al 2020 con i “rogiti spariti” (e con le relative caparre per complessivi 400 mila euro) che stanno a monte dell’acquisto della villa da parte di Solinas dalla famiglia Ciani (possibile grazie anche a un mutuo da 880 mila euro concesso al presidente dal Banco di Sardegna), sono passate inosservate.
In estrema sintesi, il 2 dicembre 2020 Solinas versa alla famiglia allora proprietaria della villa una caparra da 100 mila euro, sottoscrivendo il contratto preliminare, mentre firma il rogito finale per la casa il 10 marzo 2021, versando il restante milione. A destare l’attenzione degli inquirenti, in particolare, è l’operazione datata 4 novembre 2020, un mese prima della firma del preliminare di acquisto della villa, quando Solinas sigla un altro preliminare, col quale s’impegnava a vendere per 550 mila euro dei rustici in località Santa Barbara che aveva comprato nel 2002 a 42 mila euro.
Ad acquistare i rustici è l’imprenditore, fornitore della Regione, Roberto Zedda, che versa una caparra da 200 mila euro, impegnandosi a versarne ulteriori 50 mila entro 10 giorni. Zedda accetta anche di firmare il rogito finale entro il 30 giugno 2021. Rogito che nei documenti dell’Agenzia delle Entrate però non compare. Impossibile sapere se per un errore di trascrizione dell’agenzia, oppure se perché non è mai stato firmato. Né Solinas né Zedda hanno ritenuto necessario dare spiegazioni. Così come non hanno voluto svelare che fine abbiano fatto i 200 mila euro della caparra.
Ma c’è anche una seconda operazione – gemella – risalente al 30 maggio 2013 che avrebbe “stuzzicato” la curiosità dei pm: un’altra compravendita immobiliare, ma di terreni agricoli nel comune di Capocaccia. In quell’occasione Solinas, appena dimessosi da assessore regionale ai Trasporti, aveva siglato un preliminare di vendita per 40.350 mq di terreno a favore dell’imprenditore dei trasporti Antonello Pinna, per 400 mila euro. Anche in quel caso l’acquirente (Pinna) aveva versato una caparra da 200 mila euro a Solinas e si era fissato il rogito entro il 30 maggio 2014. Ma anche di quell’operazione nei documenti dell’Agenzia delle Entrate non v’è traccia. E anche per questa compravendita i protagonisti si sono rifiutati di dare spiegazioni.