Il Fatto di domani. Clima, Greta attacca Cingolani: solito “bla bla bla”. Fuorionda con gaffe di Mr Transizione. Morisi, Salvini ora fa il buonista e la base lo scarica

Di Il Fatto Quotidiano
28 Settembre 2021

CASO MORISI, IL SALVINI BUONISTA NON PIACE ALLA BASE. Sull’inchiesta bomba che riguarda Luca Morisi, lo spin doctor di Matteo Salvini, col passare delle ore si precisano i dettagli dell’indagine e aumentano i dubbi. I ragazzi fermati (uno dei quali sarebbe indagato per cessione di stupefacenti) hanno detto che il flacone sequestrato contenesse la droga ghb, usata durante festini omosessuali. Si cerca di capire se c’erano altri partecipanti, è stata notata la presenza di un magnate russo come vicino di casa di Morisi. Di certo c’è che la Lega trema, e la leadership di Salvini non sembra mai stata così a rischio. Il Capitano prova a cavarsela così, dicendo che è criminale solo spacciare droga, mentre chi la usa va aiutato. Non è stata questa la linea della “Bestia”, che negli anni ha macinato like e interazioni con la retorica per cui drogati e spacciatori erano considerati parte dello stesso male. E se a denunciare l’ipocrisia della Lega sull’uso di droghe e sull’omossessualità è uno come Simone Pillon (in un’intervista poi smentita) vuol dire che la situazione è grave. Sul Fatto di domani vedremo che cosa pensa la base del partito. Un indizio, cercate i commenti Facebook agli ultimi post di Salvini su Morisi.

GRETA SMASCHERA CINGOLANI, LUI SI AUTO-PROMUOVE. Greta Thunberg sarà a Milano questa settimana per il vertice pre-Cop26. Stamattina è intervenuta alla conferenza internazionale dei giovani sul clima, in vista appunto della Cop26 che si terrà a Glasgow. L’attivista ha rivolto parole dure ai politici, dicendo che il loro ambientalismo è solo di facciata e accusandoli di fare solo chiacchiere (“bla bla bla”). Tra i bersagli delle sue parole c’era anche il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, che in apertura di evento aveva consigliato, con paternalismo, agli attivisti di unire le “utili proteste” con proposte per cambiare le cose. Dopo il confronto il ministro si è pure auto-promosso, dicendo in un imbarazzante fuorionda di essere stato più concreto di Greta e di aver fatto bene: “Non c’è Greta che tenga”. A Milano, comunque, in questi giorni ci sono anche i movimenti ambientalisti, che sono in piazza e portano contenuti e punti di vista alternativi a quelli ufficiali. Ve li racconteremo sul Fatto di domani. Gli attivisti denunciano passi troppo lenti da parte delle istituzioni. A questo va aggiunto un altro tema: il piano verde dell’Europa ha bisogno di investimenti, quindi di debito pubblico. E questo si scontra con le regole di bilancio.

AMMINISTRATIVE, LA BATTAGLIA DI ROMA. Mario Draghi ha comunicato ai quattro candidati sindaco di Roma che la città è stata candidata a ospitare Expo 2030. Al momento concorre con Mosca e Busan, in Corea del Sud. È senz’altro una buona notizia per i candidati sindaco, che infatti l’hanno accolta con entusiasmo. Virginia Raggi ha commentato con un “Daje!” e ha detto che è stata una “vittoria di squadra”. Gualtieri ha usato parole simili (senza il romanesco). La questione adesso è chi gestirà il progetto. Il prossimo sindaco della Capitale avrà sicuramente voce in capitolo, e questo ci riporta alle amministrative di domenica. Sapevamo che Enrico Michetti non convince molto i leader nazionali del centrodestra che ufficialmente lo sostengono, ma dopo l’endorsement del leghista Giancarlo Giorgetti a Carlo Calenda, vedremo che c’è una parte di destra che preferirebbe scaricare il Tribuno anche prima del voto.

ITA, TURBOLENZA PRIMA DEL DECOLLO. I lavoratori di Alitalia/Ita sono scesi di nuovo in piazza per protestare contro le decisioni della nuova compagnia di bandiera ITA, che rifiuta di ridiscutere il piano degli esuberi e minaccia di lasciare a piedi migliaia di persone e propone agli assunti stipendi dimezzati. A cui sta anche scadendo la cassa integrazione. Venerdì il ministro Orlando ha promesso un nuovo incontro con i sindacati per rifinanziare la cassa. Ma i problemi strutturali del passaggio da Alitalia a ITA rimangono. Addirittura è in dubbio che la nuova azienda di trasporto aereo possa davvero partire dal 15 ottobre. Il ministro dei Trasporti Enrico Giovannini ha rigettato ogni ipotesi di rinvio per ITA, ma ha anche ammesso che bisogna ancora lavorare a definire gli ammortizzatori sociali e la ricollocazione dei lavoratori Alitalia.


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