IL CASO MORISI, LA LEGA SPACCATA, MA SALVINI CAMBIA DISCORSO. La via d’uscita più rapida, per Matteo Salvini, è derubricare il caso Morisi a una vicenda privata, che non ha ripercussioni politiche, e tornare a prendersela con il premier, colpevole secondo lui di non riaprire tutto come invece fa l’Europa. Gli fa gioco il buonismo espresso da tanti commentatori politici e dai giornali, che però dimenticano quanto sia stata importante nell’ascesa della Lega proprio la strumentalizzazione delle vicende personali. In realtà il caso Morisi è già un problema politico. E lo è diventato innanzitutto nel suo partito, dove ha allargato vertiginosamente la frattura con la fronda di Giorgetti e dei governatori del Nord. Che ormai è un dato di fatto. Come abbiamo raccontato, Salvini si sente abbandonato, è convinto che ci sia un complotto ai danni della sua leadership, da parte di chi vuole riportare la Lega a un saldo ancoraggio al Nord e ai suoi interessi. Sul Fatto di domani vedremo perché le amministrative potrebbero essere il colpo di grazia. Poi, ovviamente, continueremo a seguire gli ultimi risvolti delle indagini su Morisi.
IL BAVAGLIO AI MAGISTRATI CON LA SCUSA DELL’EUROPA. Adesso servirà un decreto motivato del giudice per l’acquisizione dei tabulati telefonici nell’ambito di un’inchiesta. Lo ha stabilito il Consiglio dei ministri, che ha dato oggi via libera a un decreto legge proposto dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia. La motivazione è la solita: adeguare la normativa italiana all’Unione europea. Però dipende da come si fa. In questo modo il rischio è ostacolare di fatto le indagini, e favorire quindi i soliti noti. Se ci si aggiunge il decreto sulla cosiddetta “presunzione di innocenza” in discussione alla Camera, che come abbiamo raccontato rischia di impedire agli inquirenti di diffondere informazioni sui procedimenti in corso, il quadro è quello di una nuova operazione della politica per mettere il bavaglio a giornalisti e magistrati.
L’ECONOMIA VA MEGLIO? TORNIAMO AL MES E AI VINCOLI DI BILANCIO. Il governo ha approvato anche la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza. Con qualche novità. Rispetto alle ultime stime i numeri migliorano: nel 2021 la crescita italiana dovrebbe essere del 6%, invece del 4,5%, il deficit sarà di due punti in meno del previsto (9% invece di 11%). E addirittura già nel 2022 dovremmo tornare ai livelli di Pil pre Covid. In conferenza stampa, oggi pomeriggio, il premier Draghi ha presentato i risultati come “la prima prova quantitativa che dal problema del debito pubblico si esce con la crescita”. La domanda adesso è: come verranno impiegate le risorse aggiuntive? La risposta sta nelle previsioni sulla politica di bilancio di lungo periodo. Il governo scrive che la politica di bilancio sarà espansiva fino al 2024, ma poi si dovrà “ridurre il deficit strutturale e ricondurre il rapporto debito/Pil intorno al livello precrisi entro il 2030”. Ovvero, tornare all’austerità di bilancio come nulla fosse. E se i dati economici sono migliori del previsto, si torna nei ranghi più in fretta. Come vedremo, la nota di previsione finanziaria non dice nulla sul salario minimo. Quanto alla riforma del catasto, Draghi si è limitato a dire che le rendite andrebbero riviste, ma a costo zero. Nel frattempo il governo ha voluto dare un altro segnale di “virtuosismo” all’Europa, proponendo di approvare la riforma del Mes in Parlamento entro fine anno. Da Bruxelles hanno già fatto sapere che non aspettano altro.
LA STRAGE DEL LAVORO. La cronaca triste degli ultimi due giorni ha riportato in primo piano il tema delle morti sul lavoro. Sono dieci le vittime nelle ultime 24 ore, soprattutto sui cantieri. Draghi ha aperto la conferenza stampa ricordandole per nome. Per la politica e i sindacati la soluzione è aumentare le sanzioni e gli ispettori. Il segretario Cgil, Maurizio Landini, ha proposto di bloccare l’attività delle aziende che non risultano in regola. Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha risposto con l’annuncio di un nuovo piano sicurezza, da varare nelle prossime settimane. Ipotesi confermata anche da Draghi.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Covid, forse non serve la terza dose per tutti. Uno studio italiano mostra che nella maggior parte dei soggetti gli anticorpi durano più di sei mesi. I dati dei contagi di oggi.
Trivelle. Domani scadono i termini di presentazione del Pitesai, il Piano nazionale delle aree idonee alla ricerca di idrocarburi. Se il governo non rispetterà la scadenza, le trivellazioni potranno riprendere senza regole.
Tunisia. Il presidente Sayed, dopo il primo ministro ha destituito il parlamento e la magistratura e ha incaricato per la prima volta una donna di formare un governo. Sarebbe la prima premier donna nei Paesi arabi.
L’ultimo James Bond. Abbiamo visto No time to die. Sarà l’ultimo Bond interpretato da Daniel Craig. Il prossimo 007 sarà nero?
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