VINCE L’ASTENSIONE, E L’ALLEANZA GIALLOROSA DOVE C’È. Come nelle attese, e forse anche di più, il centrosinistra è uscito vincente, anche se in molti casi bisognerà aspettare i ballottaggi. I suoi candidati hanno vinto a Napoli, Bologna e Milano, e sono ben piazzati a Torino e Roma. Dove c’era l’alleanza giallorosa, cioè a Napoli e Bologna, la vittoria è arrivata con percentuali alte, e da Giuseppe Conte è venuto un primo via libera all’alleanza giallrosa anche al secondo turno. Test superato anche per il segretario Pd Enrico Letta, che alla fine si è aggiudicato il seggio di Siena alle suppletive. È andato al Pd anche il seggio di Primavalle, dove era candidato Palamara. Al centrodestra non resta la vittoria in Calabria e il vantaggio a Roma e Trieste. Il dato più rilevante della giornata, però, riguarda l’affluenza. Al livello nazionale è stata del 54,7%, ma nelle principali città è stata la peggiore di sempre: più di un elettore su due è rimasto a casa. A Milano e Roma ha votato il 48,8% dell’elettorato, a Torino e Napoli le percentuali sono tra sei e dieci punti inferiori rispetto all’ultima tornata del 2016. Bologna è l’unica città che supera, di poco, il 50%, ma tocca la percentuale più bassa dal dopoguerra. Sul Fatto di domani l’analisi dei risultati con le nostre firme.
I RISULTATI CITTÀ PER CITTÀ. Ecco i dati parziali dei candidati principali, secondo le sezioni scrutinate finora. Milano: Beppe Sala 55%, Luca Bernardo 33%. Roma: Enrico Michetti 31%, Roberto Gualtieri 24%, Virginia Raggi 21%, Carlo Calenda 18%. Napoli: Gaetano Manfredi 64%, Catello Maresca 21%, Antonio Bassolino 7%. Torino: Stefano Lo Russo 41,9%, Paolo Damilano 39,8%. Bologna: Matteo Lepore 62%, Fabio Battistini 28%. Trieste: Roberto Dipiazza 45%, Francesco Lorusso 31%. In Calabria: Roberto Occhiuto 55%, Amalia Bruni 28%, Luigi De Magistris 14%. Qui i risultati in aggiornamento. La situazione più incerta è quella della Capitale, dove c’è stata una sorpresa. Non quella del sedicente outsider Carlo Calenda, ma di Virginia Raggi. Tutti la davano per spacciata, e invece ha recuperato consensi. Niente di comparabile al successo del 2016, comunque. Stando ai numeri attuali, al ballottaggio andranno i due blocchi del centrodestra e centrosinistra.
IL FLOP DEL CENTRODESTRA, VINCE SOLO IN CALABRIA. Che non sarebbe stata una buona giornata per Salvini e Meloni si sapeva, ma forse neanche i leader si aspettavano un risultato così basso. Pesa molto il secondo posto di Torino, che invece sembrava guadagnato, vista anche la frattura tra il Pd e il M5S cittadino. Il centrodestra vince solo in Calabria con il forzista Roberto Occhiuto. Matteo Salvini, che in queste settimane è nel frullatore, ha riconosciuto che i candidati sono stati scelti tardi e male, ma poi ha bollato il voto come non indicativo dei sentimenti politici del Paese. La batosta più grande l’ha presa, comunque, Luca Palamara. L’ex pm al centro dello scandalo nomine si era candidato alle suppletive nel collegio di Primavalle: ha preso il 6%, però si è detto convinto di continuare in politica.
Grandi comuni al voto: ecco la situazione economica che troveranno i nuovi sindaci eletti
di Franco Mostacci
Solo in due dei cinque grandi Comuni italiani che sono andati al voto si ricandida il Sindaco uscente (Roma e Milano), ma per l’elettore è comunque importante valutare la capacità amministrativa della Giunta uscente. Nonostante le difficoltà dello scorso anno (sospensione delle rette di asilo nido, mense scolastiche, tassa di occupazione del suolo pubblico e tariffa sui rifiuti per gli esercizi commerciali costretti al lockdown, minor gettito dalle contravvenzioni stradali e maggiori spese per la sanificazione e per interventi sociali, tanto per citarne alcune) i Comuni hanno mostrato una buona resilienza, chiudendo il rendiconto 2020 senza grossi scossoni.
Anzi, in attesa di conoscere gli esiti della certificazione inviata al ministero dell’Economia lo scorso 31 maggio, sulle perdite di gettito e le maggiori spese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19, al netto delle minori spese e delle risorse assegnate a vario titolo dallo Stato, un dato è certo: ad eccezione di Torino che storicamente non ha disponibilità di cassa, le grandi città hanno aumentato la liquidità per far fronte alle spese.
PANDORA PAPERS: PERCHÉ I GIORNALISTI ARRIVANO DOVE IL FISCO NON ARRIVA? Almeno otto Paesi, dal Pakistan alla Spagna, hanno annunciato che apriranno indagini sulle attività finanziarie dei loro cittadini e delle loro istituzioni citati nell’inchiesta giornalistica del Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi (Icij), uscita in contemporanea su alcune testate internazionali. Non tutti i nomi sono stati ancora svelati, e mancano quelli di alcuni politici italiani. Però una cosa emerge già chiaramente: la doppia morale di politici che, in molti Paesi, predicano austerità e rigore e poi praticano l’evasione fiscale. E non pensiamo che valga solo per i Paesi latinoamericani o del Sud del mondo, ma anche per i falchi del Nord europa che danno lezioni di debito. Una seconda questione è come mai notizie di questo tipo vengano sistematicamente svelate da giornalisti e mai dalle autorità di controllo finanziario o dalle polizie fiscali.
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