L’11 ottobre celebreremo la decima giornata mondiale delle Bambine e delle Ragazze, istituita dalle Nazioni Unite per riconoscere i diritti fondamentali di ogni bambina e ribadire che la promozione della parità di genere è essenziale per accelerare lo sviluppo sostenibile.
Terre des Hommes ha abbracciato la sfida dell’Onu e proprio dieci anni fa ha lanciato la Campagna Indifesa, per sensibilizzare istituzioni e opinione pubblica sulle gravi violazioni dei diritti delle bambine e delle ragazze che ogni giorno si verificano in Italia e nel mondo e sull’importanza di assicurare loro protezione e sostegno.
Guardandoci indietro non possiamo dire che non siano stati fatti dei progressi, eppure quest’anno non abbiamo nulla da festeggiare, perché la pandemia ha fatto tornare nell’oscurità tante, troppe bambine che, ovunque nel mondo, stavano lottando per affermare i loro diritti.
A confermarlo sono i dati contenuti nel nuovo Dossier indifesa, che Terre des Hommes ha presentato oggi a Roma.
Tra gli 11 e i 20 milioni di bambine hanno lasciato la scuola a causa del Covid e non ci torneranno più. Prima della Pandemia bambini e bambine erano iscritti in egual numero alla scuola primaria.
Senza istruzione le bambine sono maggiormente esposte a matrimoni forzati, gravidanze indesiderate, mutilazioni genitali, lavoro minorile, tratta.
Anche in Italia la violenza non risparmia bambine e ragazze. I dati del Servizio Analisi criminale della direzione centrale della Polizia criminale ci dicono che nel 2020 nel 65% dei casi le vittime di reato erano bambine. Un dato tra i più alti mai registrati nella serie storica raccolta in questi dieci anni da Terre des Hommes, con punte dell’89% per i casi di violenza sessuale aggravata e dell’88% per quelli di violenza sessuale. Ma anche tra le mura domestiche, con il 53% dei casi di maltrattamento, il reato si è consumato sui corpi e sulla psiche delle più piccole.
A ben guardare nell’anno del Covid i lunghi periodi di confinamento in casa hanno favorito proprio l’aumento di quest’ultima tipologia di reato. Rispetto al 2019 si registra, infatti, un aumento del 13% delle vittime minorenni del reato di maltrattamenti contro famigliari e conviventi. Ben 1.260 bambine e 1.117 bambini hanno subito violenze in famiglia che hanno richiesto l’intervento delle Forze dell’ordine, abusi che avranno ripercussioni per tutta la loro vita! Allarmante l’aumento delle vittime per tale reato nel decennio 2010-2020 che registra un +137%.
Anche se nel 2020 il numero di minori vittime di reato è leggermente calato, passando da 5.939 a 5.789 (-3%), in un anno in cui i reati telematici sono cresciuti del 13,9%, non stupisce che anche un reato come la detenzione di materiale pornografico realizzato utilizzando minorenni sia in forte aumento, con un balzo del 14% delle vittime minorenni, e addirittura del 525% su 10 anni (2010-2020).
Nonostante i numeri sconfortanti, il Dossier offre una panoramica di come, attraverso la segmentazione dei dati, la sperimentazione di buone pratiche e soprattutto il protagonismo delle ragazze e dei ragazzi, si siano ottenuti risultati concreti, sfidando vecchie consuetudini, tabù e leggi ormai superate dal sentimento comune.
Tra i capitoli del rapporto possiamo trovare storie di successo e ispirazione come il fantastico lavoro svolto dal servizio SAGA dell’ASST Santi Paolo e Carlo di Milano per accompagnare la gravidanza di mamme giovanissime, o l’impegno degli operatori di Terre des Hommes Olanda che in Tanzania hanno salvato 1516 ragazze dalle mutilazioni genitali femminili, o ancora in Italia, le storie di studentesse tenaci che nonostante i pregiudizi non hanno rinunciato alle loro passioni e hanno scelto studi scientifici (le cosiddette discipline STEM) ancora oggi considerati “cose da maschi” e le coraggiose giovani attiviste che dal Belgio all’India al Canada sfidano il mondo per la giustizia climatica.
La Campagna Indifesa in questi dieci anni ha promosso instancabilmente la partecipazione giovanile attraverso eventi, la realizzazione del Network di webradio e degli Osservatori su bullismo e violenza di genere e sullo sport, nonché di percorso formativo incentrato sul role modeling per far conoscere ai più giovani storie di donne di successo che hanno combattuto stereotipi e discriminazioni, tutto questo per ascoltare la voce le esperienze e le proposte di ragazze e ragazzi.
In questo decennale ci rivolgiamo alle Istituzioni italiane per ribadire l’urgenza di rimettere al centro delle agende politiche i diritti delle bambine e delle ragazze e la partecipazione delle giovani generazioni, per costruire una società più inclusiva e paritaria e chiediamo al governo e agli enti locali di rendere effettivi gli impegni presi con la Strategia Europea e la Strategia Nazionale per la parità di genere e con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Porre fine a tutte le forme di discriminazione contro le donne e le ragazze non è solo un diritto umano, ma anche la chiave per uno vero sviluppo sostenibile.