Il Fatto di Domani. Dai trasporti alle polizie: l’Italia del lavoro in panne per il Green pass. E Draghi tira dritto

Di Il Fatto Quotidiano
13 Ottobre 2021

GREEN PASS OBBLIGATORIO, POCHE ORE PRIMA DEL CAOS. Venerdì entra in vigore l’obbligatorietà del certificato verde sui luoghi di lavoro, ma la situazione è tutt’altro che tranquilla. E per Mario Draghi è un problema non da poco. Alcune aziende stanno mettendo a disposizione tamponi gratuiti per i dipendenti non vaccinati, ma ci sono intere categorie per le quali non si sa davvero cosa accadrà. È il caso dei portuali, per esempio: nonostante l’apertura del Viminale, i triestini non arretrano di un millimetro. E si moltiplicano gli allarmi per i ritardi nello sdoganamento delle merci, ritardi che potrebbero riguardare molti scali portuali. Ma più in generale rischia tutto il settore dell’autotrasporto: basti pensare agli autisti di camion e Tir, molti dei quali provenienti dall’Est Europa, dove la pandemia è nel pieno di una nuova ondata. Per loro potrebbe arrivare dal governo una deroga con il riconoscimento del vaccino Sputnik, ma non sarà sufficiente. Mentre Draghi ha convocato i sindacati per domani. Esiste un problema anche nel comparto agricolo, perché sarebbero almeno centomila – secondo una stima Coldiretti – i braccianti non immunizzati. E infine è alto il numero di non vaccinati anche tra le forze dell’ordine (nei reparti mobili della polizia si registrano punte del 30%), lavoratori impossibili da sostituire.

FASCI NON FOSTE PER FERMARVI IN PIAZZA. Giuliano Castellino non è stato fermato sabato in piazza del Popolo, nonostante avesse puntato alla Cgil già dal palco della manifestazione No green pass, perché sarebbe stato un rischio per l’ordine pubblico: lo ha dichiarato la titolare del Viminale, Luciana Lamorgese, durante il question time alla Camera. La ministra – messa a sua volta nel mirino da Giorgia Meloni che ha parlato di “scontri volutamente permessi” e di “ritorno alla strategia della tensione” – ha anche ribadito la linea di Draghi sullo scioglimento di Forza Nuova: valutare, aspettare i pm, insomma prendere tempo. Anche se tutto questo tempo in fondo non c’è, vista la grande manifestazione di sabato a Roma della Cgil, ma ancora prima le tensioni per il certificato obbligatorio. Intanto emergono nuovi particolari: Giuliano Castellino, rivolgendosi ad alcuni agenti dopo che una parte dei manifestanti aveva raggiunto la sede del sindacato, ha detto “portatece da Landini o lo andiamo a prendere noi”. Commenterà la vicenda anche il nostro Gad Lerner.

BALLOTTAGGI, LA DESTRA SVICOLA DALLA CONDANNA AL FASCISMO. Il candidato a sindaco di Roma Gualtieri scenderà in piazza con la Cgil sabato, ma non dovrebbe parlare visto che la manifestazione cade nel pieno del silenzio elettorale prima dei ballottaggi. E l’avversario di destra, Michetti che farà? Parteciperà al corteo contro l’assalto fascista? Da quello che trapela pare proprio di no, nonostante timori dei giorni scorsi, scaturiti dal fatto che l’assalto alla sede del sindacato metterebbe le ali al candidato di centrosinistra (per ora è troppo impegnato a imbarcare Bertolaso in squadra). Evidentemente nella coalizione che lo sostiene (leggi Lega e Fratelli d’Italia) non c’è tutta questa voglia di prendere le distanze dai fascisti. E lo testimoniano anche le parole ambigue di Salvini, prima dell’incontro con Draghi. Secondo il leader della Lega “l’emergenza è il lavoro e non il fascismo”. E ha chiesto al premier di “guidare un percorso di pacificazione nazionale”.

REGENI, SPADA DI DAMOCLE SUL PROCESSO. Si apre domani il processo a carico dei quattro agenti segreti egiziani accusati del sequestro e dell’omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore italiano morto in Egitto nel febbraio del 2016. Nella prima udienza, davanti alla terza Corte d’Assise, verrà affrontato il nodo dell’assenza in aula degli imputati. I giudici dovranno valutare se l’assenza degli imputati è stata volontaria. In tal senso il processo potrà andare avanti con i quattro in contumacia, altrimenti i giudici potrebbero chiedere una sospensione. Il gup, su questo punto, aveva affermato nel decidere per il rinvio a giudizio che “la copertura mediatica capillare e straordinaria ha fatto assurgere la notizia della pendenza del processo a fatto notorio”, come dire che gli 007 vista la grancassa mediatica non potevano non sapere di essere sotto processo. Ma – come vedremo nel giornale di domani – nelle maglie delle riforme in discussione c’è una norma che potrebbe creare seri problemi in casi del genere. Altra novità è che il governo italiano si è costituito parte civile.


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