Gentile Prof.ssa Gismondo, non sono mai stato contrario a vaccinarmi, ma dopo l’esperienza vissuta, sarà impossibile che io possa sottopormi in futuro a vaccinazione mRna. Ho 68 anni, ma godo di ottima salute e il mio fisico ancora mi permette una vita normale, senza l’ausilio di alcuna medicina. Il 7 maggio ho assunto la mia prima dose di vaccino Pfizer: la sera accuso una strana compressione endocranica, rilevante ma senza dolore. Non ho dato peso alla cosa, tantomeno a ricondurre il fenomeno alla vaccinazione. Il 10 maggio, durante una partita a tennis, subisco un affanno che non avevo mai provato, talmente inquietante da chiedere al mio avversario di smettere immediatamente di giocare. Da quel giorno non sono riuscito più ad avere l’energia dei giorni prima: la stanchezza era sempre presente, almeno fino al mese successivo. Poi, in estate, in Sardegna, ho iniziato a immergermi. Al termine di ognuna delle tre immersioni, appena fuori dall’acqua, ho risentito quell’affanno, in forma seppur attenuata. Sono andato in ospedale dove la diagnosi parlava di insufficienza mitralica moderata-severa. Ripercorrendo nei particolari e nelle date gli eventi, sono sicuro che il trauma sia avvenuto durante la partita a tennis, entro le 72 ore intercorse dalla vaccinazione. Mentre sto scrivendo, un mio amico, medico ospedaliero e cardiologo, anch’egli portatore di prolasso mitralico, si trova in terapia sub-intensiva: si era vaccinato a febbraio accusando più o meno gli stessi miei sintomi. Quest’estate, un mio ex collega, sempre portatore di prolasso mitralico, si sente affannato mentre guarda il televisore e muore. Aveva ricevuto la prima dose di Pfizer due giorni prima… Non mi sento di affermare da quale parte penda la bilancia dei costi-benefici, ma le evidenze, compresa l’esperienza personale, mi inducono a ritenere che nelle guerre, le morti collaterali ci possono stare, ma oggi i bombardamenti a tappeto sono stati sostituiti da quelli chirurgici.
Maurizio Contigiani
Gentile Maurizio, la ringrazio per la fiducia accordatami. Credo sia doveroso ammettere che, purtroppo, la valenza degli effetti collaterali di un vaccino si valutino sui numeri, malgrado per il singolo eventualmente colpito possa trattarsi di un grave episodio. Aggiungiamo che non esiste farmaco o vaccino che non abbia la possibilità di effetti collaterali. Peraltro, non possiamo nascondere che i “nuovi” vaccini, durante la somministrazione di massa, abbiano potuto riservare effetti prima non conosciuti. Ciò è possibile verificarlo solo “a spese” del paziente. È stato così per AstraZeneca, che oggi è praticamente abbandonato. È stato così persino per l’aspirina che, invece, è sopravvissuta. Il numero di effetti collaterali dei vaccini anti-Covid, a oggi accertati, è davvero modesto, come si evince dal rapporto recentemente pubblicato dall’Aifa. Il declino drastico del numero dei morti per Covid e delle forme gravi è incoraggiante. Al momento, mentre ovviamente non possiamo escludere qualche effetto collaterale a lungo termine, non possiamo che constatare che il rapporto rischio-beneficio si attesti a favore del beneficio. Andando al suo caso e a quello dei suoi conoscenti, per ipotizzare un rapporto causa-effetto con il vaccino, non basta la cronologia degli eventi. Bisogna accertare quali fossero le condizioni dei soggetti, a prescindere dalla vaccinazione. Per il bene suo e per la comunità, la invito a rivolgersi al suo medico curante per segnalare e approfondire il caso. Le auguro buona salute.
Prof. Maria Rita Gismondo