Un appartamento acquistato dal sindaco Federico Sboarina a un prezzo molto favorevole vicino alla casa di Giulietta, la fusione mancata tra le società energetiche A2A e Agsm, affari e potere all’ombra dell’Arena. E poi una querela tra il primo cittadino (pronto a ricandidarsi nel 2022 con Fratelli d’Italia) e il predecessore Flavio Tosi (che ha fatto sapere alla Lega di essere disponibile). Soldi, politica e consulenze. Gli ingredienti per una stagione di veleni in riva all’Adige ci sono tutti, anche perché un esposto dell’avvocato Michele Croce, ex presidente Agsm, cuce queste vicende, insinua sospetti sul tentativo di fusione (bocciato nel 2020 per volontà della Lega) e invita a indagare sulla casa di Sboarina e sulle parcelle di alcuni avvocati.
Come moderni Montecchi e Capuleti, Sboarina e Tosi stanno duellando in Tribunale. Tosi (con l’allora fidanzata ed ex senatrice leghista Patrizia Bisinella) aveva condiviso nel 2020 su Facebook un post di Simone Meneghelli (consigliere di circoscrizione di Fare!) che, dopo la vendita di un portico al gruppo Coin, in cambio di soldi e della sistemazione di piazza Capretto, commentava: “Sboarina oltre a cedere ai privati uno storico portico della città, da loro si fa anche rimettere a nuovo la piazzetta di fronte a casa sua. No comment”. Il sindaco ha querelato e i tre sono imputati.
È così che spunta l’acquisto di Sboarina per 450 mila (o 630 mila) euro (100 mila versati, gli altri mutuati), nel febbraio 2017, anno in cui fu eletto. Si tratta di 185 metri quadrati, nove vani, in un palazzo signorile, di cui divenne proprietario grazie a un’intricata cartolarizzazione del debito di due coniugi veronesi. Questi dovevano 16 milioni a Unicredit. Ne avevano parlato a un amico immobiliarista. Poi era spuntata la società SPV Project 1606 srl di Milano, assistita dall’avvocato Piergiorgio Grassi, collega di studio di Sboarina, a cui la banca aveva ceduto il credito per 3,1 milioni. Era cominciata la vendita degli immobili (valore complessivo 10 milioni), uno dei quali è finito al candidato sindaco. Al termine dell’operazione i coniugi si erano visti privare anche della casa in cui vivevano, poiché le cessioni a prezzi troppo bassi non avevano fruttato una somma pattuita all’origine.
Si sentirono gabbati e denunciarono. Nel febbraio 2020 espressero la convinzione secondo cui “il signor F. (l’“amico” immobiliarista, ndr) e i suoi ‘sodali’ avessero inteso spogliarci di tutti i beni sin dall’inizio con un vero e proprio disegno criminoso”. Avevano scoperto che il beneficiario di un secondo appartamento era proprio l’avvocato Grassi, che nel frattempo non assisteva più SPV Project. Nel 2018 quest’ultima si era affidata allo studio Gregorio Gitti di Brescia, un avvocato che per la sua bravura ha raccolto molti riconoscimenti. La denuncia è stata poi ritirata, probabilmente a seguito di un accordo tra parti private.
E qui entra in scena l’avvocato Croce, ex presidente Agsm (2017-19). Il 7 luglio scorso ha depositato alla Finanza un esposto con 19 allegati, basato “su documenti recapitati allo scrivente in forma anonima”. Molti sono tratti dalla denuncia della coppia veronese. Croce invita a indagare sulle vendite di Spv all’interno di una cornice inedita, le trattative per cedere Agsm ad A2A, di cui Sboarina era un fautore. mentre il precedente sindaco Tosi voleva la fusione con Vicenza. L’arrivo di Sboarina aveva cambiato tutto. Croce si era opposto ed era stato estromesso. Ricorda come in una seduta del cda (aprile 2019) intervenne “l’advisor legale di Agsm (incarico che sembra conferito nell’occasione), avv. Gregorio Gitti, per chiarire i dubbi sull’imparzialità della complessa operazione”. Croce ricorda come il consigliere Michele Bertucco di “Sinistra in Comune” rivelò che allo Studio di Gitti (docente all’Università di Milano ed ex deputato del Pd) andò una parcella di 850 mila euro.
Torniamo a SPV 1606. Della denuncia si occupa il pm Gennaro Ottaviano. Croce chiede di indagare sulle vendite di tre appartamenti dei coniugi, i primi due quando il legale era Grassi. Il primo è quello di Sboarina. “Sottoscrive il contratto al prezzo di 630 mila euro, 100 mila corrisposti con assegno circolare, la restante somma con mutuo ipotecario. La somma dichiarata è tuttavia solamente apparente”. Secondo Croce il mutuo Unicredit era poi stato estinto, mentre un mutuo prima casa per 350 mila euro fu contratto con Banca Valsabbina. “In ogni caso l’avv. Sboarina acquisisce un immobile stimato 950 mila euro al prezzo apparente di 630 mila euro, con versamenti documentati per soli 100 mila euro”. Un secondo appartamento di piazza Capretto fu venduto per 808 mila euro e ora sarebbe occupato da un ex presidente di una società partecipata del Comune.
Ed ecco la terza casa, quella dei coniugi veronesi. Nel marzo 2018 la creditrice Spv si affida allo studio Gitti per ottenere il bene stimato 1 milione 250 mila euro. Scrive Croce: “Spv riceve l’assegnazione, ma dichiara di voler beneficiare un terzo soggetto: l’avvocato Piergiorgio Grassi”. Rispunta così il primo legale della società, ma in altra veste.
Croce legge le vicende immobiliari legandole (anche se i piani sono diversi) alla fusione con A2A. “Dubbi sorgono sulla contemporaneità delle due vicende. Lo studio legale Gitti è il medesimo che assiste la società di cartolarizzazione (sostituendo il precedente legale, socio di studio di Sboarina)… Spv misteriosamente decide di accontentarsi di prezzi vili per la cessione di due prestigiosi appartamenti, uno dei quali verrà acquistato dal (futuro) sindaco di Verona… Spv decide di assegnare un altrettanto prestigioso immobile al socio di Sboarina in un’epoca nella quale si stava concertando un’operazione di fusione di elevatissima portata, affidandosi al medesimo studio Gitti”.
L’avvocato Gitti spiega al Fatto Quotidano, attraverso il collega Marco Rizzo: “Nel 2018 ricevemmo un incarico professionale da Spv che si concluse nel 2020. L’esecuzione è stata seguita da me (Rizzo, ndr) personalmente. Ottenemmo decreto ingiuntivo e depositammo la nomina del beneficiario”. E il ruolo di advisor? “Agsm è un cliente dell’avvocato Gitti da una decina d’anni”. Croce (secondo cui il rapporto con Gitti fu, invece, interrotto durante la sua presidenza) ha chiesto alla Procura di acquisire l’indagine sulla denuncia dei due coniugi veronesi, “probabilmente archiviata”, nonché le parcelle di Grassi e Gitti. Chiede di verificare quanto fu sborsato da Sboarina e Grassi. Nel frattempo il sindaco ha cambiato casa.