“C’è un’aria, ma un’aria…”. Non si può più fare neppure ciò che la legge consente o impone. I ministri pretendono non dico di partecipare alla stesura dei decreti del loro governo, ma almeno di leggerli prima di approvarli? Il Corriere avverte che Draghi è “visibilmente infastidito” dai politici che “piantano bandierine” (Corriere e Repubblica), “sabotatori” (Libero), “avvoltoi” e malmostosi” (Giornale). Dagospia e Libero confermano: “Draghi s’è rotto il cazzo”, “si è stufato dei veti dei partiti” che, diversamente da lui, han preso voti e vorrebbero conservarli realizzando i loro programmi (quelli che ne hanno uno): la Lega su quota 100, il M5S su reddito, salario minimo, superbonus e cashback. Ma il premier è pure “irritato per il fallimento del negoziato Mps” (Stampa): forse con se stesso che nel 2008, ancora a Bankitalia, avallò lo sgangherato acquisto del bidone Antonveneta a prezzo doppio, in barba al parere della sua stessa Vigilanza.
Non bastassero i politici che osano fare politica, ci si mettono pure i sindacati che pretendono di fare i sindacati difendendo i pensionati contro il ritorno alla Fornero. Uno scandalo, soprattutto per La Stampa (“I sindacati alzano il muro”) e per il fu giornale di sinistra Repubblica: “Pensioni, la riforma di Draghi (sic, ndr): la Lega tratta, i sindacati no”, “La Lega verso il sì, ma c’è lo scoglio dei sindacati”, “La trincea dei sindacati”, “Ultimatum a Draghi. Sindacati pronti allo sciopero”. Lo sciopero, capite? Dove andremo a finire. Teste calde sobillate dalla potentissima e ricchissima lobby dei vecchi, tutti nababbi e pure ladri. Lo svelano su Rep Bentivogli & Merlo: “Gli anziani hanno rubato la pensione ai giovani e il nostro non è un Paese per giovani e neanche per anziani, ma solo per questi ultimi (sic, ndr), benestanti e in buona salute”. Non si decidono neppure a schiattare. Il loro costo, avverte il maresciallo Tito, “è troppo largo”, un’“eccezione in Europa”: non ce li possiamo permettere. Infine i No Pass, tutti fasci, nazi e pure brigatisti perché con loro sfila pacificamente un ex Br che ha scontato la pena e per giunta è No Tav. Ecco Johnny Riotta pronto a denunciare “gli infiltrati”, l’“ex brigatista con i fascisti”, “la piazza che unisce gli opposti sulla stessa livida barricata contro la democrazia” che li disperde con gli idranti. Ma al democratico Sala non basta: “La polizia può fare una sola cosa: caricarli”, ma purtroppo quel pappamolla del prefetto “non intende farlo”. E così per il G20 “il Viminale teme la saldatura tra no global, black bloc e no pass”: fortuna che sono “pronti droni e cecchini”, “agenti e tiratori scelti” (Rep e Messaggero). “C’è un’aria, un’aria, ma un’aria che manca l’aria” (Giorgio Gaber).