Pubblichiamo un estratto del libro “7 cose di cui vergognarsi. Ora e allora” di Antonio Padellaro, con illustrazioni di Natangelo, da oggi in edicola e in libreria.
Tempo fa, a Piazza Pulita, il nostro eroe Piero Amara (secondo alcuni un “avvelenatore di pozzi”, per altri l’uomo dei “misteri inconfessabili”, o forse entrambe le cose) pressato dalla curiosità dei giornalisti presenti, alla domanda su cosa si esplicasse l’influenza della cosiddetta Loggia Ungheria, e in che modo gli iscritti se ne giovassero, faceva scena muta avvalorando i peggiori sospetti. L’esistenza, cioè, di una piovra dai mille tentacoli in grado di sovvertire la democrazia e le istituzioni repubblicane. Poi Amara sputò il rospo e rivelò che sì qualche confratello grazie ai comuni ideali aveva avuto in anticipo le tracce di non so quale concorso in magistratura. Come nel Borghese piccolo piccolo di Mario Monicelli quando il protagonista Giovanni Vivaldi (Alberto Sordi) pur di sistemare il figlio al ministero si iscrive alla massoneria e umiliandosi ottiene in anticipo dal capoufficio massone il testo della prova scritta del concorso di ammissione.
Le indagini avviate da varie procure suggeriscono prudenza nel liquidare come una specie di barzelletta l’associazione Ungheria, e i fatti ci diranno se e in quale misura magistrati, alti funzionari e forze dell’ordine si relazionavano per scambiarsi favori. Però, nella vita non si sa mai, e potrebbe capitare di dovere accedere ai “servizi” di queste fraterne associazioni senza sapere cosa indossare oltre al cappuccio. È per questa ragione che metto a disposizione dei lettori una sintesi su come comportarsi in Loggia.
A disposizione. Indica il rapporto di rigida sottomissione gerarchica di un terzo nei confronti dell’istanza superiore. L’espressione “persona a completa disposizione” va adoperata con gli affiliati per sottolineare l’esercizio di un potere assoluto sul soggetto in questione. Una potestà che fa curriculum.
Associazione. Va sempre usato in quanto il meno compromettente, e il più mimetico, rispetto agli ideali (e agli scopi) condivisi. Vivamente sconsigliato, al contrario, ricorrere a termini sospetti e desueti come loggia, massoneria, per non parlare di P2, P3 o P4. Denominazioni che appartengono al lessico delle procure, non a caso mutuato dai giornali, e viceversa.
Avvicinabile. Dicesi di soggetto influente, generalmente appartenente a istituzioni e/o pubblici poteri, persona non affiliata o comunque non partecipe degli ideali dell’associazione con il quale pur tuttavia è possibile “parlare”, per convincerlo della convenienza di una determinata soluzione.
Chiese. Citata come appuntamento fisso la messa delle 8 nella basilica di San Giovanni in Laterano a Roma, dove è possibile incontrare molti affiliati (in questo caso definiti fratelli). Consigliati gli edifici religiosi (ma anche bar, caffetterie e hotel Champagne), anche al di fuori delle funzioni, poco frequentati e dove è possibile comunicare bisbigliando nella quiete. Tali incontri, convocati su richiesta di qualsiasi fratello o per esigenze specifiche, sono chiamati cenacoli.
Contropotere (essere un). Rappresenta la ragione d’essere dell’associazione, la sua finalità più autentica. “Con questa espressione s’intende fare riferimento al fatto che il gruppo è in grado di collocare persone di sua fiducia in posti chiave soprattutto ai vertici delle forze dell’ordine e della magistratura e che le nomine di queste persone vicine al gruppo vengono decise in luoghi diversi da quelli istituzionali”. Ovvero, in perfetta continuità e coerenza con gli “ideali” della P2 di Licio Gelli.
Favori. Vanno dispensati con cautela, sempre legati a uno scambio, evitando di disperderne il valore. Altamente sconsigliato frequentare persone “che di giorno ci sparano mentre di sera ci chiedono favori”.
Giustizialista (deriva). Il male assoluto il cui contagio, manettaro e forcaiolo, ha messo in crisi i valori dello Stato Liberale difesi strenuamente dall’associazione. Purtroppo non esiste ancora un vaccino per evitare l’intervento dei carabinieri.
Ideali (condividere gli). Cementano i vincoli di solidarietà, amicizia e disponibilità. Molto citati e apprezzati dagli affiliati i principi di uno Stato liberale e garantista, contro la deriva giustizialista
Liste. La tremenda lezione della catastrofe P2 impone estrema prudenza nel garantire la privacy degli affiliati. Perciò niente elenchi diffondibili che possano finire nelle procure, e dunque sui giornali, sì invece a un sistema di memorizzazione scritta gestito (vedi) da un vertice ristrettissimo. Nel caso in questione la “lista” si compone di “circa 16/18 pagine dattiloscritte, su tre colonne per pagina: nome, cognome e soprannome e in alcuni casi dei numeri di telefono o asterischi”.
Ritrattazione. Soluzione positiva riferita a imputati e testimoni in processi riguardanti l’associazione. È il risultato, in genere, di una gestione efficace dei soggetti in questione.
Saluto. Tra gli affiliati prevede le modalità previste dall’associazione. Quello classico è la stretta di mano con i mignoli che sfiorano vicendevolmente l’altrui palmo.
Screditare. Indebolire la reputazione di un soggetto ostile attraverso elementi diffamatori, meglio ancora se infondati, lasciati trapelare in ambienti sensibili.
Trojan. Diavoleria forcaiola dalla micidiale efficacia nelle intercettazioni ambientali. Si può anche essere incastrati da sistemi più tradizionali. I famosi “fili” dei film di mafia, occultati sotto gli abiti dell’infame per registrare a tradimento. Per esempio, si cita l’incontro con un tale presso la spa di un hotel di via Veneto dove costui si presenta pesantemente vestito. Occhio.