In amor vince chi fugge? Non ho mai voluto fidarmi di questa credenza popolare e invece mi ritrovo qui a pensare che in amore le regole non esistono ma se c’è una norma che andrebbe considerata è quella di farsi desiderare. Te ne accorgi soprattutto nella fase del rimorchio, di solito quando qualcuno che non ti piace prova disperatamente a conquistarti. Quelli che non ti piacciono sono sempre presenti, pronti a sostenerti nei momenti più bui e tempestosi e a riempirti di dolci messaggi. Purtroppo, in genere accade con uno che non ti fileresti neppure se fosse l’ultimo uomo sulla Terra, neanche se ti trovassi intrappolata su un’isola deserta e lui fosse l’unica presenza umana. Mai che succeda con qualcuno che ti interessa! E allora mi domando: ma questo amore tanto ambito, in fondo, è sostenuto unicamente dal becero, seppur umano, desiderio di conquista? Ci è sufficiente sapere che l’altra persona ha interesse per noi, che ci desidera? Quindi siamo tutti così tremendamente egocentrici… non ci importa neppure sapere chi è quella persona, non l’abbiamo scelta in quanto unica e insostituibile. L’amore, quindi, altro non è che il riflesso di noi stessi? Mi pare di capire che “Narciso ce spiccia casa”, come direbbero qui a Roma!
Ma tutto questo filosofare non credo ci porterà da nessuna parte… dopo svariate crisi mistiche, ho capito che l’amore è un indecifrabile mistero. Un po’ come un enigmatico cerchio nel grano. Forse qualcuno ci sta inviando messaggi subliminali e impercettibili codici da un’altra galassia? Cosa vorrà dirci l’universo? Ma il vero amore esiste? Tutto appare piuttosto effimero e misterioso… ma torniamo a quelli che non ci piacciono, che ahimè sono esseri tangibili e vivono pure nel nostro Pianeta.
Questi soggetti proprio non mollano: iniziano a tampinarti a dovere finché tu per sfinimento ed educazione risponderai con gentilezza alle loro avance. Non approfittano di quella risposta, seppur vaga ma sempre gentile, e non capiscono che se giocassero bene le loro carte, forse potrebbero evitarsi un bel due di picche! Certamente non si può dire che alla base ci sia una grande chimica: “Fisicamente è carino, però non so, c’è qualcosa che non mi convince”. Ma se solo si approcciassero con intelligenza al delicatissimo momento del rimorchio, forse almeno un caffè riuscirebbero ad ottenerlo. Si sa che le donne sono sensibili al corteggiamento.
E invece no! Sono confusi e impacciati e fanno cose tipo inviarti un audio in cui recitano un pezzo dell’Amleto: seguono lunghi silenzi e un “Cos’avrà voluto dire”? che non manca mai. Pur volendomi immedesimare nel difficile ruolo di colui che deve prendere l’iniziativa, portare a termine l’annoso compito di ottenere il placet dell’altro, comprendendo tutta l’emozione e il pathos del momento, l’eventuale ansia da prestazione e da possibile rifiuto, ma io dico… ti piace qualcuno, sei riuscito ad avere il suo numero di telefono e che fai? Le mandi un audio in cui reciti l’Amleto. Come si fa a spiegargli a questo che non è in corso un’audizione?
Ma consoliamoci con quelli che buongiorno, buona colazione, buona giornata, buon pranzo, buon pomeriggio, buona serata e infine buon maledettissimo week end. Sentono il bisogno di condividere ogni momento della loro giornata e finiranno per mandarti una foto sul cesso o peggio di un’anguria a forma di cuore. Ma perché?!
Ci sono quelli che praticamente quasi non parlano ma ti riempiono di inutili selfie. Centinaia e centinaia di foto con il loro faccione in improbabili momenti della giornata. Ma a me che me ne frega di vedere uno che si lava i denti? O che si fa la barba? Ancora non abbiamo neanche fatto una passeggiata insieme e tra un po’ mi chiedi se lascerò lo spazzolino a casa tua. Non ci siamo. Oltretutto gli uomini sono pericolosi quando iniziano a mandare foto perché difficilmente hanno senso estetico e quindi immancabilmente arriva la foto del piede peloso: il massimo dell’erotismo!
Poi ci sono quelli che hai visto un uggioso pomeriggio in cui non avevi niente da fare oltre che assecondare quella vocina malsana che ti spingeva a non stare solo. “Non puoi sempre lavorare come uno stacanovista, dovresti anche avere delle relazioni”. E quindi…uscita poco entusiasmante, lui non ti convince ma magari è perché stai ancora pensando all’ultimo stronzo con cui hai avuto una storia. Noi donne invece dovremmo imparare a seguire l’istinto perché non sbaglia quasi mai. E allora decidi di uscire nuovamente in nome dell’ammore e delle relazioni e il risultato sono pipponi infiniti sul suo lavoro, con minuziose e dettagliate descrizioni degne di qualcuno che è vicino a un esaurimento nervoso. Non mi chiede neanche chi sono io, che lavoro faccio, se ho fratelli o sorelle, se mi piace la cioccolata, il mare o la montagna. Talmente interessato a me da non farmi neanche una domanda banale. E alla fine non ho manco capito esattamente che lavoro fa!
Quelli che si propongono come slave sono i migliori. Non ho ancora assolutamente compreso il perché, ma vorrebbero che io fossi la loro padrona. Saranno i miei occhioni neri e i lunghi capelli, so solo che a me fa molto ridere, seppure loro sono serissimi nel propinarsi come schiavetti personali tutto fare. Non ho mai avuto uno slave ma in questi momenti penso che forse ho sbagliato tutto e magari dovrei insegnare loro a usare Photoshop!
Gli impegnati ti rimorchiano buttandola sulla sincerità: “Guarda io sono sposato, ho quattordici figli e mia moglie è incinta del quindicesimo, ma la nostra è una storia che non funziona più, sto seriamente pensando di lasciarla”. Neanche se fossi strafatta di benzodiazepine crederei a tale ignobile frase, ma questo è nulla. Loro sono Gli innocui, poi ci sono le Bestie di Satana: i più viscidi in assoluto, quelli che ti fanno credere di essere single, e solo dopo aver ottenuto il loro scopo spariscono puntualmente nelle nebbie. E così sbuca fuori il sospetto di una fidanzata… negheranno fino alla morte, per poi sottrarsi a ogni possibile confronto e nascondersi come struzzi. Lasciamogli cercare la faccia persa e non riesumiamoli, lasciamoli liberi di vivere serenamente la loro “magica storia d’amore”.
E quelli che hanno una tale ansia pre-rimorchio da non riuscire a respirare? Talmente in preda all’agitazione da non essere in grado di elaborare una frase, mantenendo però un religioso e inquietante silenzio per tutta la durata dell’incontro. Alla fine, decidi di socializzare con il barman.
Ma dove sono finiti gli uomini che ti invitano a cena? E quelli che ti portano un mazzo di fiori in regalo? In attesa di rispondere a questo angosciante quesito… non facciamoci troppe domande e continuiamo a resistere!