Si sperava che, uscita la Raggi dal Campidoglio, uscisse dai giornaloni la rubrica fissa che li infesta da cinque anni: quella di Spelacchio. Invece niente: la saga continua come se non ci fosse un domani, ma neppure un oggi. Repubblica informa restando seria che il povero Gualtieri dovrà spendere ben “169 mila euro per Spelacchio”, cioè per il nuovo albero di Natale. Di chi è la colpa? Della Raggi che – udite udite – “prima di lasciare il Campidoglio non ha avviato alcuna procedura per la sponsorizzazione”. E – voi non ci crederete – chi ha dovuto occuparsene? Gualtieri. Guarda un po’ che gli tocca fare, al sindaco: il sindaco. Fortuna che lui, diversamente dalla predecessora, è un tipo sveglio e ha subito “trovato la soluzione”: non ha chiamato una pasticceria o un elettrauto, come avrebbe fatto la somara, ma “un’azienda vivaistica di Casnate con Bernate, nel Comasco”, s’è assicurato un prezioso “esemplare di abies nordmanniana alto almeno 22 metri” e ne ha pagato “trasporto, installazione, addobbi e rimozione dopo l’Epifania”. Un genio. Resta l’amarezza per il “regalo di Natale della Raggi”, lo “scherzetto” di un’ex sindaca che, non essendo più sindaca, ha smesso di fare la sindaca per lasciar fare il sindaco al nuovo sindaco. Questi sì sono gli scandali: mica il caso Open del senatore a tassametro, che per Merlo è “la nuova pornografia”.
Bei tempi quando Stampubblica informava sui conti correnti penalmente rilevanti di B. e poi faceva pari e patta su fatti extrapenali (ma gravissimi) come l’orto del padre di Di Maio con la carriola piena di calcinacci; o il trading online del fidanzato di Casalino, che usava soldi suoi e non aveva cariche pubbliche; o gli inesistenti amanti della Raggi. Ora, dopo il quinquennio nero, Roma già risplende più bella e superba che pria. Messaggero: “Roma diventa la centrale degli scambi delle Borse Ue”; Rep: “La finanza europea a Roma. Gualtieri: ‘La Capitale riparte’” (ha fatto tutto lui in 2 giorni di giunta). È vero, dopo due gocce Roma diventa Venezia, ma è finita l’èra del “piove sindaco ladro”: ora Rep titola “7 novembre: il giorno più caldo della storia. Roma è la capitale Ue che rischia di pagare il prezzo più alto al cambiamento del clima”. Intanto la famosa “pulizia straordinaria” di Gualtieri si è già arenata: si è scoperto che da 10 anni la Regione si scorda di sostituire Malagrotta con un’altra discarica. Quando lo diceva la Raggi, era “scaricabarile”. Ora, toma toma cacchia cacchia, Rep si accorge che “il piano rifiuti è senza sbocchi” e “si cercano soluzioni in altre regioni e all’estero”: Mantova, Napoli, Svezia. Quando lo faceva la Raggi, era “incompetenza”, “populismo”, “vittimismo”, “caos rifiuti”, “soldi buttati”. Ora è un balsamico incentivo all’export.