ALLA LEOPOLDA, RENZI ATTACCA IL FATTO E RACCOLTA FA LA VITTIMA SU OPEN. Nonostante ne abbia già dette diverse, come quella sulle mazzette inesistenti sui banchi a rotelle, o il consueto auto-elogio sul Italia Viva ago della bilancia politica, il momento clou della Leopolda è arrivato proprio in questi minuti. Alle 18.00 è cominciato il grande evento-show annunciato da Renzi per parlare di giustizia e dare la sua versione delle vicende oggetto dell’inchiesta Open. Qui la diretta streaming. L’intervento del leader di Italia Viva è stato preceduto da una serie di ospiti tra cui Carlo Nordio e Sabino Cassese. Renzi ha attaccato direttamente il Fatto, Conte e i 5 Stelle ma anche gli ex compagni di partito del Pd come Pierluigi Bersani. Già stamattina in un’intervista aveva detto che “probabilmente alcuni investigatori hanno violato la Carta Costituzionale” e che quello che riguarda la fondazione è “un superprocesso che manco la retate mafiose”. “La sostanza di Open è che organizzava la Leopolda”, ha sostenuto Renzi. Sul Fatto di domani passeremo al vaglio le sue dichiarazioni, con un nostro fact checking. Poi torneremo a parlare del circolo renziano e delle sue ramificazioni, affrontando la figura di Antonio Funiciello, ex capo di gabinetto di oggi è capo di gabinetto di Draghi, dove, come abbiamo raccontato sul Fatto, ha gestito la partita delle nomine Rai.
B. SI PROMUOVE AL QUIRINALE CON UN LIBRO. “Io sono Forza Italia” (e non è chiaro se si possa leggere anche nell’altro senso, come “Forza Italia sono io”): si intitola così un opuscolo che Silvio Berlusconi ha fatto recapitare ai parlamentari del centrodestra, e del Pd, per presentare ufficialmente la sua candidatura al Colle. Rompendo in questo modo la prassi del candidato silente che deve stare attento a non “bruciarsi” prima del voto in Parlamento. Nella pubblicazione sono raccolti una serie di interventi del leader di Forza Italia, che ormai si mostra sempre più convinto di poter davvero concorrere per la Presidenza della Repubblica, nonostante i suoi stessi alleati di coalizione, Giorgia Meloni e Matteo Salvini, sembrino trattare con sufficienza l’iniziativa. Sul giornale di domani vedremo che l’operazione contiene anche un discreto revisionismo della storia politica di B. (che oggi ha fatto la terza dose di vaccino, non perdendo l’occasione per farsi un po’ di pubblicità).
COVID: 11.500 NUOVI CASI, DAL GOVERNO SOLO IPOTESI. La situazione sanitaria sta tornando prepotentemente d’attualità in questi giorni, a fronte di una ripresa dei contagi e degli allarmi che vengono dai Paesi del centro ed est Europa. L’ultima fotografia affidabile della pandemia in Italia è quella scattata dal monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità, che rileva non soltanto l’aumento dei casi, ma anche un tasso di positività e di malattia grave di gran lunga più alto nella popolazione non vaccinata. Quel 14% di over 12 non imunizzati, infatti, rappresenta la metà dei ricoverati con sintomi, il 64% di quelli in terapia intensiva e il 45% dei decessi. L’Iss conferma poi che l’efficacia dei vaccini cala dopo 6 mesi, soprattutto sul piano della protezione dal contagio (dove scende dal 79% di media al 55%). Da qui nasce la proposta di alcuni specialisti di anticipare i richiami (o terzi dosi) a 5 mesi di distanza dalla seconda iniezione, e non più a sei. Nelle ultime 24 ore i contagi registrati sono stati più di 11.500 e i morti 49. Nel resto del continente, la Germania continua a macinare record di casi (64 mila ieri). Sul Fatto di domani analizzeremo le cause della congiuntura tedesca con un’intervista l’epidemiologo (italiano) dell’Università di Magonza Emilio Gianicolo. In questo scenario, la politica nostrana continua a discutere di un eventuale inasprimento delle misure. Che al momento resta niente di più che un’ipotesi, visto che il governo ha rimandato la discussione alla settimana prossima. Intanto no green pass hanno portano qualche migliaio di persone in piazza a Roma, Milano (con qualche tensione) e Torino. Più dell’ultima volta, ma meno di quelli previsti dagli allarmi delle varie questure alla vigilia.
LA DECISIONE DELL’UE SU ALITALIA CHE LA CAMERA NON HA VISTO. Qualche giorno fa in una conferenza stampa a Bruxelles, la commissaria europea alla concorrenza Margrethe Vestager aveva detto che era molto importante che la nuova Ita fosse una compagnia diversa da Alitalia, “con una struttura societaria diversa e un altro business plan”. A Roma, invece, durante l’esame del decreto legge Infrastrutture, la presidente della commissione Trasporti della Camera aveva chiesto al ministro dei Trasporti Giovannini di trasmettere all’aula il testo della decisione della Commissione europea richiamata nel provvedimento. La richiesta non ha mai avuto seguito. Il che ha sollevato le critiche del presidente della Camera Roberto Fico, che ha lamentato il fatto che l’Aula abbia votato su un testo che nasce da una decisione di cui non si conoscono i contenuti.
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Trisulti e le altre. L’Abbazia del Viterbese è tornata nella disponibilità dello Stato dopo la discussa assegnazione a un gruppo sovranista legato a Steve Bannon. Quante altre Trisulti ci sono in Italia?
Il caso Rittenhouse spacca gli Usa e i Dem. L’America divide sull’assoluzione del giovane che a 17 anni uccise due persone durante le proteste contro il razzismo nel 2020. Biden dice di “rispettare la sentenza”, ma l’ala sinistra del suo partito la giudica ingiusta. I repubblicani festeggiano all’unisono.
Gomorra 5. L’attore Marco D’Amore, alias Ciro Di Marzio nella serie tv tratta dall’omonimo romanzo di Roberto Saviano, è il nostro intervistato della domenica.
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