Tutti sanno che camminare fa bene e che camminare a passo veloce fa ancora meglio. L’organizzazione mondiale della sanità nelle sue linee guida del 2020 ricorda che “essere fisicamente attivi è essenziale per cuore, mente e corpo, a ogni età e con ogni abilità”. A Modena la società di ingegneria “Costruire in project s.r.l. (spazi di sport)”, che fa capo all’ingegnere Luciano Rizzi e si occupa di supporto alle Pubbliche Amministrazioni in ambito sportivo, ha voluto tradurre questo invito in pratica, promuovendo, tra le altre attività, il progetto Muovi Comune/Quartiere, ovvero la cosiddetta “metropolitana urbana pedonale”. Si tratta di una “infrastruttura tecnologica immateriale” intorno alla quale si aggrega una comunità di persone, che mette in atto pratiche salutari autogestite, a costo zero e a km zero. La metropolitana urbana pedonale prevede di camminare con altre persone per un’ora circa – la durata della camminata è sempre dichiarata in anticipo – a passo definito: dai 5,5 km/ora ai 6,5 km/ora o poco più. Da alcuni anni questo progetto-pilota è stato esportato anche Roma, in particolare nel Municipio 1, grazie all’impegno di Silvia Giovannetti, esperta in progetti complessi in ambito informativo e organizzativo e nella gestione del cambiamento. Per diffondere al massimo la metropolitana urbana pedonale, la partecipazione alle camminate è facilissima, non richiede prenotazione né vincola ad orari o a percorsi obbligati. Chi intende prendere parte alla camminata sceglie di volta in volta quella che preferisce, si presenta presso il punto di raccolta – che è sempre lo stesso – cinque minuti prima dell’ora indicata e sale su quello che viene chiamato “treno (umano)”, condotto da un “capotreno”. Esiste un calendario settimanale, consultabile sulla pagina Facebook di Muovi Municipio Roma 1 e su Telegram, dove sono indicate tutte le camminate in programma con gli orari, le velocità e i percorsi: più di 20 proposte settimanali con appuntamenti che vanno dalla mattina presto fino alla sera.
Ma c’è altro. Oltre ai benefici psicologici di cui ho già avuto modo di scrivere altrove (M. Tibaldi, Camminate veloci e processo d’individuazione), è da sottolineare l’effetto positivo che le camminate veloci hanno sulla socialità: “Si tratta di una socialità democratica – commenta Maurizio – le camminate veloci mi hanno permesso di incontrare persone che altrimenti non avrei mai avuto modo di conoscere”. Da questo punto di vista la metropolitana urbana pedonale è un potente mezzo per combattere la solitudine e l’isolamento cittadini, facendo scoprire e vivere quartiere e città “a misura di piedi”. Tra i molti benefici che apportano, abbiamo potuto constatare come le camminate veloci facilitino anche l’elaborazione di vissuti traumatici e/o luttuosi, stimolando i processi di autoguarigione del corpo-mente: un aspetto niente affatto secondario, se pensiamo, ad esempio, agli effetti traumatici diretti e indiretti causati dall’esperienza pandemica. Proprio in considerazione dei suoi numerosi effetti benefici, le camminate sono previste davvero per tutti: per chi vuole iniziare, per chi è un po’ avanti con gli anni, per chi è poco allenato e anche per chi è affetto da patologie – vorrei ricordare a questo proposito la proposta in via di definizione per i malati oncologici.
La partecipazione alle camminate veloci è completamente gratuita e la mancanza di fini di lucro rende ancora più palpabile la volontà degli organizzatori di condividere benessere psicofisico e socialità positiva. Un altro aspetto rende infine le camminate veloci un vero e proprio laboratorio del cambiamento: l’altissima partecipazione della popolazione femminile – circa l’80% di tutti i partecipanti – che si caratterizza per uno stile relazionale e un empowerment di tipo collettivo piuttosto che individuale. Questa modalità enfatizza soltanto gli aspetti di socialità positiva ma risponde all’esigenza, sempre più avvertita, di superare il paradigma individualistico a favore di quello cooperativo. La camminata veloce è dunque un’esperienza da provare, da prendere ad abitudine e da esportare, perché, come recita il proverbio, “ogni viaggio comincia con un passo”.