Il presidente di Ita, Alfredo Altavilla, parla di licenziamenti indiscriminati e insulta i più stretti collaboratori. Ma a quanto pare va bene così o comunque la cosa non desta troppa preoccupazione. Dopo che il Fatto ha dato conto dei contenuti dell’audio di una riunione del comitato direttivo dell’azienda, in cui il manager parla della volontà di licenziare al termine dei 4 mesi di prova la metà dei 1077 dipendenti provenienti dalla Alitalia, le bocche restano cucite o socchiuse. La Fit Cisl si schiera addirittura in difesa del manager. La Uilt non commenta, la Filt Cgil tace. Curioso, visto che tra i propositi di Altavilla ci sarebbe quello di ridurre la sindacalizzazione della forza lavoro.
Nessun commento dal ministero del Tesoro che possiede il 100% di Ita Airways, nata dalle ceneri di Alitalia, e ne designa i vertici. Il governo peraltro ha sinora negato al Parlamento l’accesso ai documenti in cui sono contenute le richieste della Commissione Ue sull’operazione Ita. I sindacati, come detto, sono molto “abbottonati” a eccezione dell’Usb. La Uilt sceglie il “no comment” mentre dalla Filt Cgil non giunge nessuna risposta. La Fit Cisl arriva a spendersi a favore di Altavilla: “A noi – replicano – non risulta che tratti male i lavoratori, anche perché non è lui che tratta direttamente con loro, ma il middle management”. Quello che invece ci risulta è che non siamo ancora riusciti a definire un contratto aziendale e quindi auspichiamo la riattivazione della trattativa interrotta a suo tempo”. L’estrema prudenza dei sindacati si spiega evidentemente con la volontà di non disturbare le trattative in corso con l’azienda.
Solo Usb e Cub si espongono. “Il presidente Altavilla è fuori controllo, non può restare un minuto di più. Siamo di fronte a un comportamento intollerabile”, scrive in una note l’Unione sindacati di base mentre la Confederazione unitaria di base chiede ad Altavilla di “Valutare le sue dimissioni con effetto immediato” rimarcando come l’intera vicenda palesi anche l’improvvisazione di chi ricopre incarichi assolutamente strategici per una società di servizi, che ha l’ambizione di “sfidare” un mercato altamente concorrenziale.
Dal fronte politico, il deputato di Liberi e Uguali, Stefano Fassina, annuncia una nuova interrogazione parlamentare: “Il presidente di Ita Airways è inadeguato a un grande vettore nazionale. Disapplica Ccnl e art. 2112 del codice civile ed elimina lavoratori iscritti a sindacati. Governo prenda atto”. Sempre da LeU, anche Nicola Fratoianni rimarca l’inadeguatezza del manager “dimostrata sinora dai fatti, dal disprezzo nei confronti dei lavoratori e delle loro famiglie e a cui si aggiunge un linguaggio del tutto fuori luogo”. Il senatore di Fratelli d’Italia, Massimo Ruspandini, responsabile nazionale Trasporti di Fratelli d’Italia, scrive in una nota: “Trovo preoccupanti e pericolose le parole del manager di Ita”.