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COVID, PAURA PER LA NUOVA VARIANTE SUDAFRICANA. Il nuovo allarme Covid si chiama B.1.1.529. È una nuova mutazione del virus Sars-Cov-2 individuata in Sudafrica, che preoccupa molto gli esperti perché, secondo l’università di Oxford, ha 32 mutazioni sulla proteina spike, quella su cui agiscono i vaccini e quindi si teme possa “bucarli”. Per saperlo bisognerà aspettare 15 giorni per i test, ha fatto subito sapere Pfizer, che produce il vaccino più usato in Occidente. Si parla già di eventuali “adattamenti”, che assicurano saranno rapidi. Un primo caso è stato riscontrato in Belgio e l’Oms e il Centro europeo di controllo delle malattie hanno indetto riunioni d’emergenza, mentre il governo sudafricano si è detto stupito per la reazione allarmata del resto del mondo, considerata prematura. Intanto molti Paesi, da Israele al Regno Unito all’Italia, sono corsi a bloccare i voli con il Sudafrica e altri 7 Stati dell’Africa meridionale. Da noi sono stati anche impediti gli ingressi di chiunque abbia visitato i territori a rischio ultimi 14 giorni. Si è costituita una task force allo Spallanzani. La nuova variante spaventa anche i mercati: le borse europee hanno perso in media più del 3% e sono calati anche i titoli delle principali aziende. Anche Wall Street ha aperto in forte calo. In controtendenza, volano i titoli di Pfizer, che guadagna il 6,8%, e Moderna addirittura il 22,9%.
SUI VACCINI, C’È GIÀ CHI PARLA DI QUARTA DOSE. La cronaca pandemica accelera ancora di più, se possibile, il dibattito sulla vaccinazione. Innanzitutto sul fronte dei richiami. Oggi Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, si è spinto a parlare di quarta dose: “credo che ragionevolmente la faremo dopo 12 mesi dalla terza come richiamo”. C’è un Paese che, come al solito, si è già portato avanti: è Israele. Sul Fatto di domani torneremo sulla questione delle vaccinazioni ai bambini, nell’attesa del pronunciamento dell’Aifa vedremo che lo studio usato per supportare il via libera alle dosi ai soggetti tra 5 e 11 anni non è del tutto condiviso dagli scienziati. Oggi i casi sono 13.600 e i decessi 51. L’incidenza del virus resta intorno all’1,23 (sopra la soglia di 1). Lunedì il Friuli Venezia Giulia passa al colore giallo.
NUOVE SPACCATURE NELLA LEGA. Non si è tenuto molto Matteo Salvini, oggi ha detto che della vita a distanza comincia ad averne abbastanza. E poi ha garantito che per lui “il partito viene dopo il Paese”, facendo riferimento alla retromarcia sul super green pass, che in linea di principio non è mai piaciuto molto al leader leghista. In questa vicenda è centrale il protagonismo di Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia che da settimane insiste molto sull’introduzione di restrizioni per i non vaccinati. Il governatore, nelle cronache, è iscritto alla lista dei “governisti” del Nord: sul giornale di domani vedremo quali sono i suoi rapporti e il suo peso nel partito.
LA RAI DEI MIGLIORI FLOP. Nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne è andata in scena su Rai3 l’esclusione di una donna: la cantante Fiorella Mannoia, che doveva condurre una puntata della sua trasmissione dedicata proprio al tema degli abusi e che all’ultimo è stata tolta dal palinsesto per lasciare spazio a uno speciale, sullo stesso tema, per decisione del direttore di rete Franco Di Mare. Mannoia non è stata neanche ospite dello show di ieri, che peraltro è andato piuttosto male negli ascolti. La cantante tornerà in onda questa sera con la puntata esclusa. Quella che la riguarda, comunque, non è l’unica decisione più che discutibile della dirigenza Rai ai tempi del governo dei Migliori e della direzione di Carlo Fuortes. Sul Fatto di domani la nostra analisi dei risultati del Servizio pubblico degli ultimi mesi. Di tv, giornalismo e politica parleremo anche con Lilli Gruber, intervistata da Silvia Truzzi.
TIM, L’AD GUBITOSI IN BILICO. Dopo una settimana piena di annunci, è cominciato oggi pomeriggio il Cda della Tim, che deve decidere il futuro dell’amministratore delegato Luigi Gubitosi, che dopo la manifestazione di interesse arrivata dal fondo americano KKR ieri si è dichiarato disponibile a rassegnare le dimissioni. Sul Fatto abbiamo raccontato la partita dietro l’offerta di KKR, che non è vincolante ed è tutt’altro che certa. Sul giornale di domani vedremo cosa sarà deciso, ma soprattutto faremo un’analisi di quanto vale oggi l’ex monopolista italiano delle telecomunicazioni. Intanto i sindacati hanno annunciato un presidio sotto al ministero dello Sviluppo economico lunedì 29 per protestare contro l’atteggiamento attendista del governo: “Evidentemente si stanno pagando le scelte del governo dei Migliori che ha abbandonato la prospettiva del rilancio di un modello partecipato dallo Stato a vantaggio del modello delle tante piccole reti dove lo Stato regala soldi ai privati”. Però il ministro dell’Innovazione tecnologica e transizione digitale, Vittorio Colao, nel punto stampa da Bruxelles ha detto: “Le vicende di mercato le lasciamo al mercato”.
ZEROCALCARE E IL KURDISTAN: GLI ATTACCHI DALLA TURCHIA. Il quotidiano turco Sabah grida allo scandalo dopo aver visto la bandiera curda che campeggia nella stanza di Zero, protagonista di Strappare lungo i bordi, la prima serie animata realizzata dal fumettista Zerocalcare per Netflix. L’ostilità turca al simbolo curdo si spiega con il conflitto quarantennale tra il Paese governato da Erdogan e gli insorti curdi, che dal 1978 richiedono l’indipendenza del Kurdistan. Dopo l’esperienza nel 2015 al confine tra la Turchia e la Siria, che ha dato vita al diario di viaggio “Kobane Calling”, è di recente pubblicazione il reportage in fumetto “Se cadono le montagne” che racconta il viaggio di Michele Rech nel nord dell’Iraq nel giugno del 2021: proprio le montagne a cavallo tra Turchia, Iraq, Siria e Iran, infatti, ricoprono un ruolo centrale nella lotta per la liberazione del popolo curdo. Zerocalcare ha spiegato il suo legame con la causa curda in un’intervista video su FQ Extra.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Grillo jr e amici rinviati a giudizio. I quattro ragazzi saranno processati per l’accusa di violenza sessuale di gruppo, la prima udienza il 16 marzo. Qui il nostro riassunto degli elementi conosciuti finora sulla vicenda.
Il trattato del Quirinale. Il presidente francese Emmanuel Macron e il premier Draghi hanno firmato oggi l’accordo bilaterale tra Roma e Parigi, festeggiato con tanto di frecce tricolori. Sul Fatto di domani un Barbara Spinelli analizzerà il contenuto del testo.
La battaglia della Manica. Continuano le tensioni politiche tra Francia e Regno Unito attorno alla gestione dei migranti che dalla spiaggia di Calais tentano di partire alla volta delle coste inglesi. Il ministro interni francese ha annullato la visita dell’omologa britannica. Intanto i pescatori francesi oggi hanno protestato contro il blocco delle loro licenze di pesca imposto da Londra dopo la Brexit.
Che c’è di Bello. Nel menu del nostro inserto culturale del sabato, la mostra su Margaret Bourke-White a Roma, il nuovo adattamento teatrale del Faust, Amos Oz, Elena Ferrante e il secondo capitolo del flim d’animazione Sing.
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