L’uomo del bar mi fa: lei che è giornalista sa dirmi se posso servire clienti non vaccinati al bancone, o se basta la mascherina? Allargo le braccia. Dipende se siamo in zona bianca o gialla, interviene uno più informato. No, scuote la testa un terzo, ma non sa spiegare perché. Tanto poi chi controlla? (e mi dileguo all’italiana).
Sul benemerito Corriere della Sera trovo la guida dal titolo: “Dove serve il Green pass ‘base’ o ‘rafforzato’”. Perfetto. Conto trentacinque risposte su trentacinque interrogativi principali. Cerco di memorizzare incrociando i dati suddivisi per categorie. Vediamo: Green pass, Super Green pass, vaccinati con una dose, con due dosi, con tre dosi, no vax, no pass, tampone molecolare (durata 72 ore), antigenico (48 ore), zona bianca, gialla, arancione, rossa, senza mascherina, con mascherina. Quindici modalità che con un semplice calcolo producono circa un centinaio di combinazioni-base.
Per esempio: se sono un no-vax che ha fatto il tampone antigenico, munito di Green pass “non rafforzato” posso entrare, provvisto di mascherina, in una palestra ubicata in zona gialla? Poi, c’è la variabile connessa alla vaccinazione dei bambini da 5 a 11 anni. Mettiamo una coppia con lei vaccinata e lui no ma provvisto di mascherina. Possono prendere posto sul treno che conduce da una zona bianca a una gialla con il figlioletto di sette anni, anche se vaccinato ma con una leggera alterazione febbrile?
Come si vede, si tratta di elementari quesiti che l’apposito comitato tecnico scientifico provvederà a chiarire quanto prima attraverso un agile prontuario della dimensione del dizionario Rocci di greco, distribuito in tutti gli esercizi pubblici e nel mio bar. Nel frattempo le varie ipotesi saranno dibattute nel corso di un talk chiarificatore con il professor Galli, la sora Cesira e il tizio che prende a testate i giornalisti. Viene in mente la celebre frase: grande è la confusione sotto il cielo, quindi la situazione è eccellente. Mao Tse-Tung? No, Mario Draghi.