Il Fatto di domani. Forza Italia Viva funziona: la Giunta s’inchina a Renzi e Cesaro. Prove per il Quirinale?

Di FQ EXTRA
14 Dicembre 2021

OPEN, FORZA ITALIA VIVA FUNZIONA: LA GIUNTA SI INCHINA A RENZI E CESARO. Grazie al voto compatto della destra a favore del leader di Italia Viva, la Giunta per le immunità del Senato ha stabilito che il voto sul conflitto di attribuzione andrà in aula al Senato. La vicenda è quella della Fondazione Open, in cui Renzi è indagato per finanziamento illecito ai partiti. Il centrodestra oggi gli ha fatto un regalo al leader di Italia Viva (atteso, peraltro) appoggiando la sua tesi per cui le chat messe agli atti dell’indagine sono inutilizzabili perché i magistrati non hanno chiesto l’autorizzazione preventiva al Senato per sequestrarle, anche se le persone con cui ha avuto scambi non sono coperte da immunità parlamentare. Approvata a maggioranza (Pd e M5S astenuti, contrari solo Grasso di Leu e l’ex 5S De Falco) la relazione firmata da Forza Italia, mentre è stata bocciata quella del Pd, che chiedeva di prendere più tempo e acquisire nuove carte. L’aula di Palazzo Madama si esprimerà probabilmente a marzo 2022. Nella stessa seduta la Giunta ha dato una mano anche al senatore di Forza Italia Luigi Cesaro, per cui sono stati negati gli arresti domiciliari: nell’inversione delle parti, a stabilirlo stavolta è stata una mozione proposta da Italia Viva. Sarà una prova di maggioranza per il voto del Quirinale? Vedremo sul giornale di domani quel è la portata di questo scambio politico.

COLLE CONTESO: IL FLOP DI SALVINI E LA CARICA DEI “DRAGHETTI”. “Non mi pare ci siano state consultazioni. Mi è solo arrivato un messaggio via WhatsApp da Matteo Salvini che sondava la possibile discussione tra segretari di partito da fare dopo la manovra”. L’annunciatissimo giro di consultazioni sul Quirinale lanciato ieri dal leader leghista è finito con un flop, come racconta con scherno il segretario di Sinistra Italiana Fratoianni. Tutto si è risolto con una serie di telefonate agli alleati di centrodestra, Berlusconi e Meloni con l’aggiunta di Toti, e la promessa di sentirsi con l’opposizione dopo il varo della legge di bilancio. Sul Fatto di domani vedremo cosa si sono detti i leader della coalizione di destra. Indubbiamente avranno parlato anche della (auto)candidatura di Berlusconi al Colle (la nostra campagna prosegue su Change.org e sul giornale con la Storia di B. di Marco Travaglio, che è anche un podcast). Nel frattempo, sembra che la data del voto per il presidente della Repubblica si saprà solo dopo il 4 dicembre. Lo ha chiarito oggi il presidente della Camera Roberto Fico. Un altro colpo verso il Colle l’hanno battuto invece gli esponenti di centro e centrodestra che si sono riuniti in un convegno dal titolo che è un programma: “Il fattore Draghi”. C’erano Brunetta, Calenda, Marattin (Iv), Serracchiani (Pd), tutti riuniti per presentare una ricerca secondo cui “il 70% degli italiani vorrebbero che Mario Draghi resti a Palazzo Chigi”. Racconteremo la riunione sul giornale di domani.

LAVORO: ANCORA NESSUN DECRETO DELOCALIZZAZIONI. Ancora una volta gli accorati appelli del Pd si sono infranti contro il muro degli interessi: il decreto legge per fermare le delocalizzazioni selvagge delle aziende, già affossato a giugno e riproposto giorni fa, è di nuovo disperso in Parlamento. Troppe le resistenze della politica vicina a Confindustria, nonostante l’ultima versione del testo sia molto edulcorata e non contenga neanche più una multa per gli imprenditori che scelgono di portare la produzione all’estero. Nel frattempo, oggi nella nostra nuova sezione Extra abbiamo pubblicato un reportage video sulla situazione della fabbrica Gkn (la cui vicenda è all’origine dell’idea di approvare un decreto anti-delocalizzazioni) e un’analisi di Alessandro Bonetti sul rilancio della fabbrica promosso da operai e ricercatori universitari. Sul giornale di domani continueremo anche a parlare dello sciopero generale del 16 dicembre: in molti si chiedono “perché scioperano”, per rispondere faremo la lista di quello che è successo negli ultimi 11 mesi di governo Draghi. Stasera in Consiglio dei ministri il governo ha confermato lo stanziamento di 3,8 miliardi per frenare il caro bollette.

STATO D’EMERGENZA FINO A MARZO, CRESCONO MORTI E RICOVERI. Il Consiglio dei ministri ha prolungato lo stato d’emergenza in Italia fino al 31 marzo. Oltre a questa, sono state varate altre misure per provare a frenare l’emergenza (come l’obbligo di tampone per chi arriva dalla Ue voluto da Speranza), mentre Figliuolo è stato promosso: guiderà il Comando operativo di vertice interforze (Covi). Oggi i casi sono ancora oltre 20.600 e i decessi 120, aumentano anche i ricoveri ordinari e le terapie intensive. Tra le misure che il governo intende prendere ci sono sei milioni di euro in più da destinare al ministero della Difesa per creare un deposito di vaccini e una stretta sugli arrivi dall’estero. Non ci sarà l’obbligo di mascherina all’aperto, ipotesi ventilata in giornata ma poi smentita. Scatta invece da domani l’obbligo vaccinale per il personale della scuola, per i militari e le forze di polizia: chi non rispetterà la regola sarà sospeso dal servizio. Mentre il Garante per la privacy ha dato il via libera (era scontato) alle nuove disposizioni sul Green pass rafforzato, che prevedono un controllo differenziato per vaccinati e non vaccinati. Nel resto d’Europa continuano gli allarmi: “Siamo di fronte a uno tsunami di contagi nel mondo”, dice l’Organizzazione mondiale della sanità, che ha anche sollecitato i governi a reintrodurre qualche restrizione per limitare i contatti tra le persone. Sul Fatto di oggi abbiamo analizzato le caratteristiche della nuova ondata di Covid, sul giornale di domani vedremo quale potrà essere l’impatto delle nuove misure al vaglio.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Caso David Rossi. La procura di Genova ha acquisito gli atti della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte del capo della comunicazione di Mps nel 2013. Potrebbe aprirsi una nuova indagine per favoreggiamento, omissione d’atti d’ufficio e falso.

Da oggi entra in vigore il bavaglio. La legge sulla presunzione di innocenza ostacola l’attività dei giornalisti e fa calare il silenzio sulle inchieste in corso. Intervista al presidente dell’Ordine dei giornalisti.

In Francia, sinistra in ordine sparso. I socialisti rivivono l’incubo di un risultato disastroso, le presidenziali sembrano una sfida tutta a destra.

Pier Vittorio Tondelli. A 30 anni dalla morte, un ritratto dell’autore dell’esplosivo Altri libertini.


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