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LA MANOVRA IN SENATO: TANTI SALUTI ALLE IMPRESE IN FUGA E SPICCI PER LA SCUOLA. Alla fine, il governo ha presentato in Senato il maxi-emendamento alla legge di Bilancio. Dentro c’è anche un provvedimento contro le delocalizzazioni, congelato da mesi. La misura è stata a lungo rinviata per l’opposizione di Giorgetti, della Lega e del resto del centrodestra, che giudicava troppo dura l’idea di multare le imprese che scelgono di trasferire la produzione all’estero. Ora il ministro dello Sviluppo economico ha trovato un accordo col dicastero del Lavoro, guidato da Andrea Orlando. Ma il compromesso siglato è al ribasso: sul Fatto di domani spiegheremo il perché. Per il resto, il testo conferma anche l’intesa sul taglio delle tasse, con gli sgravi maggiori destinati ai ceti medio-alti, sopra i 38 mila euro e interviene anche sul caro-bollette (qui tutte le novità). Un capitolo è dedicato alla scuola: per tenere in servizio il personale Ata assunto con l’emergenza Covid la manovra stanzia 100 milioni. Troppo poco: basteranno per confermare una manciata di addetti, gli altri andranno a casa proprio mentre il virus sta rialzando la testa.
COVID, L’EPIDEMIA CORRE E L’EUROPA NON SEGUE DRAGHI. Al termine di un’altra settimana di crescita della pandemia l’Italia si colora un po’ più di giallo. Liguria, Marche, la provincia autonoma di Trento e il Veneto da lunedì entrano nella fascia di rischio moderato. Nel caso del Veneto, il presidente di Regione Luca Zaia ha deciso di non aspettare e ha già firmato un’ordinanza, in vigore da stasera a mezzanotte. I principali cambiamenti per gli abitanti riguarderanno l’obbligo di mascherine all’aperto e la limitazione dei tavoli ai ristoranti a quattro persone. Ma l’epidemia cresce in tutta Italia, oggi il monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità riporta un’incidenza di 241 casi ogni 100 mila abitanti, molto vicina alla soglia d’allarme di 250. Oggi si contano 28.632 nuovi contagi e 120 morti: il tasso di positività sale al 4,3% rispetto al 3,6% di giovedì. Sul Fatto di domani analizzeremo la situazione dei nostri ospedali con Massimo Antonelli, presidente della società europea delle terapie intensive. Ma a parte i soliti appelli alla vaccinazione (il sottosegretario alla Salute Costa prevede oggi che completeremo il ciclo delle terze dosi a febbraio), la novità degli ultimi giorni è un principio di ripensamento sul green pass. Come ieri Pierpaolo Sileri, oggi Guido Rasi, ex direttore di Ema, ha lanciato l’ipotesi di accorciare la durata del certificato verde. “Dopo 5 mesi il Green pass perde ogni giorno un pò di validità rispetto alla circolazione del virus”. Il discorso è stato già messo in pratica alle frontiere, come sappiamo. Ma a dispetto dei titoli già visti dei giornali governisti su Draghi che avrebbe convinto l’Europa sulla stretta sui viaggi, oggi i nostri vicini smentiscono la linea italiana: peraltro è stato proprio Macron a escludere che la Francia obbligherà i cittadini europei vaccinati a tamponarsi per entrare nel Paese. Oggi il Regno Unito tocca 93 mila contagi: un record.
IL SENSO DELL’AMBIENTE DI CINGOLANI: NOMINA ALL’ISPRA UN’EX DEL CEMENTO. Il ministro della Transizione ecologica ha nominato nel consiglio d’amministrazione dell’Ispra, l’istituto nazionale per la protezione dell’ambiente (che ricade sotto il suo ministero) l’ex segretaria generale di Telespazio Cristina Sgubin. La scelta non è piaciuta a Europa verde, che ha segnalato che Telespazio è una controllata di Leonardo “dove il ministro Cingolani ha lavorato come capo della divisione tecnologica e innovazione”. Non solo, Sgubin ha fatto anche parte del cda di un’azienda che fa capo al gruppo Caltagirone ed è attiva nel settore delle costruzioni e del cemento. Posizioni che non sembrano molto compatibili con la sua nuova carica in un istituto che si occupa di tutela ambientale. Sul Fatto di domani vedremo che questa non è l’unica nomina scomoda promossa da un ministro della transizione ecologica che ama il nucleare.
QUIRINALE, I MERCATI (E SALVINI) VOGLIONO DRAGHI A CHIGI. Più si avvicina la data e più la situazione si fa confusa. Il presidente della camera Roberto Fico annuncerà il giorno dell’inizio delle votazioni per il prossimo presidente della Repubblica solo il 4 gennaio: quel giorno, l’esponente pentastellato invierà la lettera alle Regioni affinché procedano all’elezione dei rispettivi delegati. Il mandato di Mattarella scadrà infatti il 3 febbraio, e lui non perde occasione per ribadire che non intende minimamente pensare al bis (anche ieri al commiato con Papa Francesco). C’è poi l’incognita Draghi. Molti partiti, e molte correnti, lo vorrebbero sul Colle, ma non la stampa internazionale. Dopo il Financial Times, anche l’Economist ha bocciato ieri il trasloco del premier italiano da Palazzo Chigi al Quirinale. L’Italia sta andando bene, è il Paese dell’anno, ha scritto il settimanale inglese, ma non può permettersi l’instabilità politica che nascerebbe se Draghi lasciasse la guida dell’esecutivo. Il giudizio britannico è stato ripreso perfino da Matteo Salvini: “È giusto che il premier continui. Io faccio lo sforzo di stare con il Pd e Draghi se ne va?”, ha detto il leader leghista. E così in campo resta Berlusconi, con l’ipotesi della sospensione dei suoi processi per la durata del settennato (ne abbiamo scritto oggi sul Fatto). Su Change.org prosegue la nostra campagna per fermare l’ascesa del leader di Forza Italia al Colle.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Omicidio Diabolik. Arrestato Raul Esteban Calderon, accusato dell’omicidio di Fabrizio Piscitelli. Il capo degli Irriducibili della Lazio fu ucciso il 7 agosto 2019 in un agguato al Parco degli Acquedotti a Roma.
Caso Mimmo Lucano. Sono state pubblicate le motivazioni della condanna per l’ex sindaco di Riace. Il tribunale, il 30 ottobre, lo aveva condannato in primo grado a 13 anni e 2 mesi di carcere .
Morta Lady Pinochet. Si è spenta Lucia Hiriart, vedova del dittatore cileno. Il Paese festeggia in strada, mentre domenica si terrà il ballottaggio delle presidenziali tra un candidato socialdemocratico e uno di estrema destra che si richiama all’eredità di Pinochet.
Che c’è di Bello. Nel menù del nostro inserto della settimana, Il capo perfetto film spagnolo candidato all’Oscar con Javier Bardem, un album fotografico su Pasolini regista, i premi Ubu del Teatro 2021 e per la letteratura le Confessioni di una schizofrenica di Barbara O’Brien e Bandiere nella polvere di William Faulkner.
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